Lunedì 25 marzo 2019 la consigliera comunale PD Simona Lembi è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale sul “Congresso della famiglia” che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. Il Consiglio comunale ha successivamente approvato il seguente ordine del giorno  della consigliera Simona Lembi, firmato inoltre dai consiglieri comunali PD Simona Lembi, Claudio Mazzanti, Federica Mazzoni, Loretta Bittini, Roberta Li Calzi, Gabriella Montera, Nicola De Filippo, Francesco Errani, Raffaele Persiano, Elena Leti, Michele Campaniello, Giulia Di Girolamo, Mariaraffaella Ferri, Vinicio Zanetti, Luisa Guidone, Andrea Colombo, Maria Caterina Manca, Isabella Angiuli, nonché dai consiglieri comunali Amelia Frascaroli e Dora Palumbo.

Online è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

Il Consiglio comunale di Bologna

preso atto

dell’indizione di un sedicente Congresso della famiglia che si terrà nella città di Verona nelle giornate del 29 -30- 31 marzo 2019

viste

le parole espresse dal Premier Giuseppe Conte “ Il patrocinio sul World Congress of Families è stato concesso dal Ministro Lorenzo Fontana, iniziativa, nell’ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento, né quello collegiale del Governo. All’esito di un’approfondita istruttoria e dopo un’attenta valutazione dei molteplici profili coinvolti, ho comunicato al Ministro Fontana l’opportunità che il riferimento alla Presidenza del Consiglio sia eliminato e gli ho rappresentato le ragioni di questa scelta”;

mette in evidenza

– l’appello dei docenti dell’Università di Verona in cui si dichiara che le tesi dei relatori siano prive di fondamento scientifico; rivendicando il proprio ruolo di promotore del pluralismo delle idee, di chi respinge violenza, discriminazioni e intolleranza, l’Università ha negato agli organizzatori di quell’appuntamento di poter utilizzare luoghi pubblici dedicati al sapere;

– l’appello pubblicato da 246 professori, ricercatori e docenti di Università italiane ed europee in materie giuridiche, in cui si afferma ” Il forum riunirà leader che lungi dall’essere interessati alla protezione della famiglia tradizionale, mirano alla revoca di diritti e conquiste del costituzionalismo democratico occidentale quali: il diritto all’autodeterminazione delle donne, incluso l’aborto e il divorzio; l’autonomia del ruolo della donna nella società e, in particolare, il diritto della donna a svolgere una professione, male cui si attribuisce la recente crisi demografica; il diritto all’integrità fisica delle persone omosessuali”. I firmatari si dicono, inoltre, “allarmati e sconcertati dall’orientamento reazionario di cui questo Congresso è espressione. Il diritto all’integrità fisica delle minoranze sessuali, il diritto all’autodeterminazione della donna, includente il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, il divorzio e il diritto allo svolgimento di un’attività professionale, al di fuori dei compiti di cura della prole, sfera nella quale il Congresso si propone di relegare la donna madre, sono conquiste cardine e irrinunciabili che il governo ha il dovere di tutelare” ;

– il “Manifesto per una scuola inclusiva” sottoscritto da oltre 100 insegnanti, della scuola italiana pubblica e privata, di ogni ordine e grado, teso a promuovere i valori fondanti della Costituzione, in cui si afferma “per questo ci dissociamo fermamente dalla visione espressa dal Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. Una visione che noi riteniamo fascista, xenofoba, razzista, sessista, omofoba”;

– le dimissioni del capogruppo della lega nord di Verona, Mauro Bonato, che ha affermato “personaggi imbarazzanti, Verona non si merita un evento del genere” e ha aggiunto “ è una cosa imbarazzante, Verona è una città aperta, ospitale che guarda al futuro, non si merita un evento di questo tipo con personaggi che pensano si complotti per farci tutti gay o che dicano che l’omosessualità ha correlazioni con i satanismi o che le donne che abortiscono compiono un omicidio. Siamo al Medioevo pieno” ;

– le parole di Milena Nacca, avvocata della Sacra Rota, che ha affermato” visione non cattolica, ma fascista” mettendo in evidenza l’assenza delle autorità ecclesiastiche;

il Consiglio comunale di Bologna

prende le distanze

dal testo della sua convocazione, dai valori e dai principi che lo ispirano:

– in particolare al fatto che l’omosessualità sia collegata al satanismo, che si tratti di una patologia da curare, per cui alcuni dei relatori invitati, nei loro paesi d’origine, promuovono leggi volte ad introdurre l’ergastolo o la pena di morte per gli omosessuali, oppure impegnati ad introdurre il reato di sodomia;

– e al fatto che a donne e uomini siano assegnati ruoli sociali in base al loro sesso o che l’aborto sia un femminicidio;

esprime

condanna per la partecipazione di esponenti del Governo italiano e di altri rappresentanti di istituzioni pubbliche che con loro presenza hanno anteposto ragioni ideologiche e di parte agli interessi del Paese;

plaude

alle manifestazioni pacifiche che si terranno a Verona il 30 marzo, promosse a partire da associazioni e gruppi di donne, cui hanno già aderito sindacati, partiti e movimenti, tese ad affermare diritti, libertà e autodeterminazione delle donne, volte altresì ad affermare la difesa di diritti civili e per famiglie fondate sugli affetti.

f.to Simona Lembi, Claudio Mazzanti, Federica Mazzoni, Loretta Bittini, Roberta Li Calzi, Gabriella Montera, Nicola De Filippo, Francesco Errani, Raffaele Persiano, Elena Leti, Michele Campaniello, Giulia Di Girolamo, Mariaraffaella Ferri, Vinicio Zanetti, Luisa Guidone, Andrea Colombo, Maria Caterina Manca, Isabella Angiuli, Amelia Frascaroli, Dora Palumbo.