Lunedì 9 ottobre 2017 il Consiglio comunale ha approvato i seguenti due ordini del giorno sulla legge a favore degli orfani di vittime di femminicidio, presentato dalle consigliere Simona Lembi e Maria Caterina Manca per
– chiedere una rapida approvazione del provvedimento in discussione al Senato;
– sottolineare il nuovo ruolo che la nuova legge attribuisce agli enti locali nella repressione del fenomeno.

Tramite link è disponibile il relativo comunicato stampa.

Il Consiglio comunale di Bologna

visti

i contenuti del DDL “Modifiche al codice civile, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani di crimini domestici” volti in particolare a:

• rafforzare il sistema di tutele per i figli (minorenni e maggiorenni economicamente non autosufficienti) della vittima di un omicidio commesso da: il coniuge, anche legalmente separato o divorziato; la parte dell’unione civile, anche se l’unione è cessata; una persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza con la vittima.

• Garantire il gratuito patrocinio, a spese dello Stato, a prescindere dai limiti di reddito, per il processo penale quanto tutti i procedimenti civili conseguenti alla commissione del reato, compresi i procedimenti di esecuzione forzata.

• Prevedere la possibilità di condanna all’ergastolo anche al coniuge, anche legalmente separato, alla parte dell’unione civile; e alla persona legata all’omicida da stabile relazione affettiva e con esso stabilmente convivente.

• Sospendere il diritto alla pensione di reversibilità, prevedendo il subentro nella titolarità della quota del genitore indagato i figli minorenni o economicamente non autosufficienti che siano anche figli della vittima.

• Incrementare di 2 milioni di euro, a decorrere dal 2017, la dotazione del Fondo di rotazione per le vittime della mafia, dell’usura e dei reati intenzionali violenti, che viene destinato ora anche agli orfani per crimini domestici e ridenominato di conseguenza

visto altresì

il voto espresso unanimemente da tutte le forze presenti in Parlamento e gli appelli a sostegno di una rapida conclusione del suo iter, in ogni caso prima della scadenza dalla legislatura,

invita

i Senatori e Senatrici della Repubblica a fare ogni sforzo e a prendere ogni provvedimento che possa portare alla rapida approvazione del provvedimento senza discriminazione circa la condizione dei bambini e delle bambine e di ogni figlia o figlio rimasto orfano per crimini domestici.

F.to S.Lembi, F. Mazzoni, N. De Filippo, F. Errani, R. Li Calzi, A. Colombo, M. Ferri, C. Mazzanti, M. Lombardo, P. Licciardello, I. Angiuli

IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che

La Convenzione del Consiglio d’Europa di Istanbul del 2011, ratificata con legge 27 giugno 2013, n. 77 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, conferma la necessità di intervenire dal punto di vista normativo al fine di contrastare efficacemente il fenomeno sociale della violenza contro le donne e nella fattispecie dei casi di femminicidio;
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce che “ogni bambino ha diritto alla salute e a una vita priva di violenza”.Nonostante questo diritto sia stato sancito da numerose Convenzioni Internazionali e Leggi nazionali, in tutto il mondo ogni anno milioni di soggetti in età evolutiva sono vittime e testimoni di violenza fisica, sessuale, psicologica e sfruttamento. Le risultanze cliniche e le ricerche svolte in tutto il mondo hanno dimostrato le conseguenze a breve, medio e lungo termine della violenza sulla salute, evidenziando danni fisici e psicologici, che impongono di attuare cure precoci, efficaci, integrate e specialistiche.
CONSIDERATO CHE
Secondo i dati dell’Eures (l’Istituto di ricerche economiche e sociali) che da anni dedica al fenomeno un osservatorio si tratta di una vera e propria strage: dal 2006 al 2016 le donne uccise in Italia sono state 1740 e di queste 1251 ( il 71,9%) in famiglia, 846 (il 67,6%) all’interno della coppia, 224 (il 26,5%)
per mano di un ex compagno, fidanzato o marito.
Nel 16,7% dei casi il femminicidio è stato preceduto da “violenze note”, l’8,7% delle quali denunciate alle forze dell’ordine.
Il triste primato spetta al Nord: lo scorso anno, il 53,4% dei femminicidi si è registrato al Nord e di questi il 75,9% in ambito familiare. Tra queste la maggior parte sono giovani mamme.
Legato indissolubilmente ai femminicidi vi è, dunque, il dramma degli orfani, vittime secondarie della violenza, figli che hanno perso la madre per colpa del padre (o del compagno, dell’ex compagno) assassino. Negli ultimi 15 anni il numero è salito fino a quota 1628, più del 40% dei figli ha assistito all’assassinio della madre, più del 50% non riceve sostegno psicologico e il 33% non riceve aiuti economici. Inoltre, più dell’80% dei figli è minorenne e nel 50% dei casi l’omicida si suicida lasciando i proprio figli orfani;

Evidenziato che

Gli orfani di femminicidio devono fare i conti con il trauma della violenza e del dolore spesso associato alla perdita contemporanea di entrambi i genitori, con conseguenti enormi conflitti interiori che li espongono a un elevato rischio di disturbo post-traumatico da stress, di suicidio, delinquenza, abuso di sostanze, depressione;
A questi disagi, si aggiungono la carenza di supporto psicologico e le ingenti difficoltà economiche, poiché spesso l’affidatario parentale o le famiglie che prendono a carico i bambini rimasti orfani non hanno le dovute coperture economiche e legali a causa di eccessive e penose lungaggini burocratiche.
E’ necessario dunque individuare degli strumenti fondamentali per proseguire nelle politiche di prevenzione di questi esecrabili atti di violenza a tutela delle vittime;

Sottolineato che

la Camera dei Deputati in data 1 marzo 2017 ha approvato un disegno di legge, avente per oggetto “Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici“ e che in data 6 marzo 2017 è stato inviato al Senato, per la prosecuzione dell’iter di approvazione.

invita il Sindaco e la Giunta Comunale

• ad attivarsi per rappresentare al Parlamento della Repubblica l’opinione di questo Consiglio in merito alla necessità ed all’urgenza di approvare la legge, anche ricercando una sintesi alta che permetta una ampia maggioranza parlamentare su un tema che non deve dividere.
• ad operare, nel nuovo ed auspicato quadro giuridico, per un ruolo sempre più rilevante delle amministrazioni locali nella prevenzione e nella repressione sociale di tale fenomeno.

f.to: M.C.Manca