Lunedì 13 dicembre 2021 la consigliera comunale PD Rita Monticelli è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale su Patrick Zaki che ringrazia l’Italia e Bologna per la mobilitazione che ad oggi ha portato alla scarcercazione, in attesa della prossima udienza del processo ancora in corso.

Di seguito il testo dell’intervento in aula della consigliera Rita Monticelli.

Dopo l’udienza del 7 Dicembre, Patrick Zaki è stato scarcerato. Patrick è libero, almeno fino al 1 Febbraio 2022, data del processo. A chi ci chiedeva se fosse bene far sentire le nostri voci, avevamo risposto con la voce di Patrick: “non dimenticatevi di me. Se non vi dimenticate di me, forse tornerò presto” Oggi Patrick è in libertà: “E’ grazie a tutti voi se sono a casa”, ci ha detto tra commozione e gioia, appena uscito dal carcere. Ma dobbiamo continuare a impegnarci, a tenere alta l’attenzione, perché l’udienza del 1 Febbraio veda l’assoluzione da tutte le accuse.

Voglio vivere a Bologna, per sentire quel calore meraviglioso che la città mi ha dato”: Patrick, nelle sue stesse parole, non è più solo lo studente egiziano iscritto al Master internazionale in Studi di genere. E’ ormai un nostro amico, un fratello, un figlio, un cittadino onorario della nostra città di Bologna, dell’Europa, del mondo. Il suo impegno per i diritti civili, per la cultura delle diversità e dell’inclusione, il suo sostegno verso chi è più debole e marginalizzato, è per noi un esempio di valore che, insieme al pensiero critico e alla libertà di espressione e al rispetto delle diversità, crediamo debba guidare le nostre azioni. Dal carcere, ha sempre dichiarato il suo desiderio di potere tornare in Europa per riprendere il suo percorso di studi e di tornare nella nostra città. Appena uscito dal carcere, Patrick, ancora nella divisa bianca della prigione, ha potuto abbracciare le persone care, la sorella Marise, la madre, la fidanzata. Nelle sue prime telefonate, l’emozione e l’incredulità di essere libero. Le sue prime telefonate per ringraziare Bologna, la città che l’ha accolto nella sua università. Le sue prime telefonate per ringraziare l’Università di Bologna, il Rettore Francesco Ubertini e il gruppo di lavoro che per quasi due anni ha continuato a credere in lui e a sostenerlo, e per ringraziare il nuovo Rettore Giovanni Molari che con il suo team si è impegnato e continuerà a impegnarsi per Patrick e per i suoi studenti in difficoltà. Le sue prime telefonate per i compagni e le compagne di un viaggio breve, ma intenso, di valori condivisi di fratellanza e amore per le culture diverse, per le differenze come ricchezza. Le sue prime telefonate per chiedere di riprendere gli studi, subito, per non perdere più altro tempo della sua vita. Un grande ringraziamento a Virginio Merola, il Sindaco che mai gli ha fatto mancare il proprio appoggio, e a Matteo Lepore, il nostro Sindaco che ha continuato nell’impegno e che ha fatto dei diritti un aspetto fondativo del suo programma.

Bologna nelle parole di Patrick è la città che conosciamo e per la quale vogliamo essere conosciuti: città dell’accoglienza, città dell’ospitalità come impegno d’integrazione rispettosa delle diversità e delle proprie radici, città della solidarietà come posizionamento politico. Questo è ciò che Patrick ha visto nella città in cui vorrebbe in parte vivere, città italiana, europea, Bologna che vuole continuare la sua vocazione cosmopolita. Qui gli studenti dovranno continuare a sentirsi parte di questo spazio di civiltà antica e d’innovazione futura e futuribile. Nel ringraziamento di Patrick sentiamo tutta la commozione dei cittadini e delle cittadine, del mondo della cultura e dell’arte, della musica, delle istituzioni, dei bambini e delle persone non più giovani che, al di là di ogni appartenenza, hanno sostenuto Patrick e hanno chiesto giustizia e libertà. Patrick ha ringraziato anche il governo e i parlamentari, riconoscendo l’importanza e l’impegno dei percorsi diplomatici, e il lavoro fatto per lui.

La scelta del Comune di Bologna di conferirgli la cittadinanza onoraria, su proposta di Simona Lembi e approvata dal Consiglio comunale, in questo luogo in cui ci troviamo ora, ha avuto e continua ad avere un valore simbolico straordinariamente rilevante. Ricordiamo le parole del Rettore Ubertini quando gli è stata conferita l’11 Gennaio 2021: “Oggi l’intera comunità dell’Università di Bologna si unisce al Comune nell’affermare a gran voce che la casa di Patrick è anche Bologna e nel richiedere che gli venga riconosciuta con urgenza la possibilità di tornare a una vita libera, riappropriandosi di quel diritto inalienabile che è il diritto allo studio”. E oggi, mentre ci commuoviamo per la gioia di Patrick, continuiamo a essere consapevoli dei molti diritti negati e oppressi, in molte parti del mondo, e a questi uomini e donne oppresse sappiamo che è nostro dovere rivolgere il nostro impegno, e far sentire la nostra voce. E sappiamo che anche per Patrick, purtroppo, ancora non è finita.

Continuo a pensare a Bologna e ai miei studi … voglio fare qualcosa per questa mia città che mi ha sostenuto”: vogliamo che Patrick torni presto a studiare a Bologna, e uno dei valori che vogliamo ricordare dell’università è quello di proteggere la libertà accademica, per la sua ricerca, per i suoi docenti, e per i suoi studenti. Oggi, insieme alla condanna della violazione dei diritti umani, contro la cultura d’odio che erode e opprime le diversità e le minoranze, sentiamo di dover anche proteggere i nostri giovani difendendo un diritto inalienabile, la libertà di parola, di espressione, la libertà di ‘essere’ e di sentirsi in un ambiente protetto, sicuro, nel rispetto della propria dignità e di quella altrui. E infine, riconosciamo la profonda interdipendenza che ci lega gli uni agli altri. Per questo aver sostenuto e sostenere Patrick, è un po’ aver sostenuto noi stessi, i nostri figli, verso un futuro dove l’impegno per i diritti umani, per i diritti civili siano un imperativo etico che deve guidare il nostro impegno politico e la nostra cultura.

Caro Patrick, Bologna, che ti ha accolto, è anche questo. Ti aspettiamo.