Giovedì 17 dicembre 2020 il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno 231.1, presentato dalla consigliera comunale Simona Lembi sulle priorità del Recovery Fund sull’occupazione femminile.
Tramite link è disponibile il comunicato stampa del Comune con l’ordine di trattazione e le delibere sul Bilancio approvate.
Tutta la documentazione del Bilancio sarà disponibile nei prossimi giorni nella versione definitiva alla pagina web sul Bilancio del Comune di Bologna.
Tramite link sono inoltre consultabili tutti gli ordini del giorno dei consiglieri comunali PD approvati a cui è dedicata un’area specifica del nostro sito.
IL Consiglio comunale di Bologna
Premesso che
Lo scenario determinato dalla pandemia di Covid-19 ha colpito maggiormente le persone più vulnerabili, inasprendo le significative disuguaglianze sociali che affliggono il nostro Paese, con gravi ripercussioni sul mondo del lavoro, dove il mercato si restringe e aumenta il divario di genere.
Il Rapporto del segretario generale dell’Onu, dedicato all’impatto del COVID-19 sulle donne, individua cinque ambiti in cui la pandemia avrà ricadute specifiche sulle donne «per il semplice fatto di essere donne», ovvero l’ambito economico e occupazionale, la salute, il lavoro di cura non retribuito, la violenza di genere e i contesti di fragilità, conflitto o altre emergenze.
I dati presentati nei mesi scorsi in ogni contesto istituzionale, con particolare riferimento alla Commissione di Parità del Comune di Bologna (in conformità con quelli di Istat, Ispettorati del lavoro, Unioncamere, Inps e Inail) sottolineano il prezzo altissimo pagato dalle donne nella crisi pandemica, che hanno visto acuirsi lo “storico” deficit in termini di disoccupazione, precarietà, bassa remunerazione, mancanza di sicurezze e sostegni, con il rischio correlato di irreversibilità e dunque di uno strutturale arretramento femminile.
Considerato che
Bologna ha l’indice di occupazione femminile piu’ alto d’Italia, un impegno strutturale sui servizi educativi per la prima infanzia, sull’istruzione e la formazione professionale e quindi alta percentuale di donne in autonomia occupazionale ed economica.
le attività che durante il lockdown per Covid-19 sono state sospese sono quelle che coinvolgono prevalentemente donne: sanità, istruzione, servizi sociali,ristorazione, servizi collettivi e personali, assistenza.
Del totale dei posti di lavoro pagato persi nella crisi, il 60% era occupato da donne. In Emilia-Romagna dove l’indice di occupazione femminile è più alto), siamo al 75% dei posti di lavoro pagato perduti (tra gennaio e giugno 2020), occupati da donne.
In Emilia Romagna, tra gennaio e giugno 2020 sono stati persi 67.000 posti di lavoro di cui 52.000 occupati da donne.
Istat ci dice inoltre che poco meno del 50% delle mamme ha una occupazione pagata e che poco più dell’80% dei papà è nella stessa condizione: 30 punti percentuali di differenza.
Siamo diventati il paese con la più alta disoccupazione femminile giovanile d’Europa.
Considerato inoltre che
Il Comune di Bologna sta destinando ingenti risorse (1 milione di Euro) nell’ambito del Progetto Insieme per il Lavoro, individuando tra le misure prioritarie il contrasto alle discriminazioni di genere ed il potenziamento delle azioni per il bilancio di genere che sono state adottate sin dal 2019
In Emilia-Romagna il ricorso alla cassa integrazione in deroga ha riguardato per il 61,4% il lavoro femminile e per il 58% le stesse donne hanno fatto ricorso allo smart working, contro il 23% maschile, anche per fronteggiare meglio il rischio di contagio relativo alla professione esercitata.
Il Gender Pay Gap, ovvero la disparità di trattamento retributivo tra uomini e donne a parità di mansioni, ruolo professionale e settore d’impiego – già presente prima della pandemia – rischia di aumentare il divario economico, che già ora si concretizza in retribuzioni superiori per gli uomini nel 77,8% dei casi trasversalmente a tutti i settori professionali.
Valutato che
La recessione innescata dalle misure di contenimento per l’emergenza pandemica ha avuto, sta avendo e – se non governata – con tutta probabilità avrà un impatto estremamente negativo in particolare sull’occupazione e sull’occupabilità femminile.
La Commissione europea, attraverso il dispositivo per la ripresa socioeconomica del “Next Generation EU” (Recovery Fund) del valore di 750 miliardi di euro, sosterrà le misure urgenti indispensabili per proteggere i mezzi di sussistenza degli Stati membri e sostenerli nell’affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia.
I fondi destinati all’Italia e quindi alle Regioni per la programmazione degli interventi del Recovery Fund non potranno prescindere da progettualità e azioni destinate alle donne – che sono la maggior parte delle persone che lavorano nella sanità, nel sociale, nella scuola e nelle imprese a più alto tasso di innovazione – per impedirne la segregazione lavorativa, sociale, economica, esistenziale, in considerazione delle rinunce e dei condizionamenti a cui sono sottoposte anche a causa di una organizzazione sociale non sempre adeguata.
L’attivazione dello smart working e del lavoro agile può costituire un utile strumento di flessibilità per liberare il tempo delle donne, che nel periodo della sospensione delle attività scolastiche è stato completamente assorbito dal lavoro di cura, solo se monitorato negli effetti per evitare derive di segregazione verticale e orizzontale.
Preso atto che
La Regione Emilia-Romagna è impegnata nella definizione degli obiettivi del Patto per il lavoro e per il clima con un dialogo ampio e inclusivo per sostenere concretamente i bisogni diffusi delle persone e delle comunità.
Le politiche di genere fin qui sviluppate, grazie a un tessuto socioeconomico e culturale maturo nonché a un consolidato protagonismo femminile, hanno contribuito a realizzare obiettivi competitivi, che devono essere rafforzati con la concertazione di strumenti innovativi e fortemente connessi alle necessità emergenti e inedite delle donne e delle famiglie.
Invita il Governo ad esplicitare, come già fatto per le questioni del Clima e quelle della digitalizzazione del paese, la priorità della parità di genere nell’utilizzo dei fondi, con particolare attenzione alle azioni di equità nella tenuta dell’occupazione e ad un piano specifico per l’occupazione delle donne
Invita la Regione Emilia-Romagna
ad assicurare che il 50% dei fondi del Recovery Fund siano distribuiti paritariamente sulle azioni che si rivolgono alla vita quotidiana di uomini e donne con particolare attenzione alla questione dell’occupazione femminile
Invita la Città Metropolitana
a prevedere nel PON Metro la priorità della parità di genere, con particolare attenzione alla tenuta dell’occupazione femminile
Ad esplicitare il tema della qualità del lavoro e l’obiettivo della tenuta dell’occupazione femminile e al contrasto delle discriminazioni di genere, acuite dalla crisi Covid 19 nel nuovo Patto per il lavoro steso insieme con il Comune di Bologna
Impegna la Giunta per quanto di competenza
• Ad utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per favorire la formazione e l’occupabilità femminile, contrastare il Gender Pay Gap, potenziare la rete dei servizi alle persone, promuovere forme innovative di smart working e lavoro agile.
• Ad esplicitare l’obiettivo di equità nell’occupazione con priorità all’occupazione femminile al tavolo Smart Bo che coinvolge oltre 50 organizzazioni pubblico/private e che coinvolge oltre 120.000 lavoratori e lavoratrici
• Ad esplicitare il tema della qualità del lavoro e l’obiettivo della tenuta dell’occupazione femminile e al contrasto delle discriminazioni di genere, acuite dalla crisi Covid 19 nel nuovo Patto per il lavoro steso insieme con la Città Metropolitana
• Ad introdurre in ogni possibile atto o a rafforzare laddove già avviate, azioni puntuali di contrasto alle discriminazioni di genere sul lavoro, di rafforzamento della qualità dell’occupazione femminile, di potenziamento delle infrastrutture sociali per la conciliazione, per l’autonomia e per l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità.
• Ad assumere e promuovere l’assunzione del bilancio di genere come strumento di pianificazione e misurazione dell’impatto di genere nelle politiche di programmazione di tutti i livelli istituzionali e come strumento di monitoraggio dell’efficacia delle singole azioni previste nel Patto per il lavoro e per il clima.
• A monitorare lo sviluppo delle forme innovative di smart working e lavoro agile, affinché non diventino ostative ai percorsi di carriera e miglioramento professionale delle donne nei contesti lavorativi di riferimento.
• A sostenere e investire sulle iniziative e sulle progettualità di contrasto agli stereotipi di genere, avvicinamento delle ragazze alle materie STEM, anche attraverso bandi.
• A monitorare, in collaborazione con la Consigliera della Città Metropolitana di parità, organizzazioni sindacali, direzioni del lavoro e tutti i soggetti coinvolti, le discriminazioni e le molestie sul lavoro.
• Ad invitare la Regione E.R. a costituire un Fondo regionale per l’imprenditoria femminile fin dal 2021 e favorire l’accesso al credito di professioniste e imprenditrici.
• Ad individuare agevolazioni e premialità per le aziende che praticano le pari opportunità nella propria organizzazione e promuovono l’inserimento lavorativo di donne in carico a percorsi assistiti di uscita dalla violenza.
• Ad incentivare azioni di contrasto alla povertà estrema attraverso progetti di reinserimento lavorativo per le donne in estremo disagio sociale
F.to: S. Lembi, F. Mazzoni, R. Li Calzi, F. Errani, M. Ferri, R. Fattori. A. Palumbo, G. Montera, N. De Filippo. L. Bittini, F. Martelloni, E.M. Clancy.