Lunedì 19 giugno, la consigliera comunale Isabella Angiuli ha presentato il seguente intervento di inizio seduta in consiglio comunale sul tema di crescita del paese.
Di seguito il testo dell’intervento ed il comunicato stampa.
Il ministro dell’Economia Padoan a RepIdee: “L’Italia cresce ancora poco ma le previsioni sono incoraggianti e indicano che dobbiamo continuare sulla strada delle riforme”.
A Bologna per un‘intervista pubblica nella giornata conclusiva della Repubblica delle Idee, una stimolante tre giorni dedicata all’attualità, alla musica, alla cultura che ha reso Bologna ancora più bella ed effervescente di quanto non sia già in questa estate dedicata alla cultura e al nostro essere comunità e di cui voglio ringraziare pubblicamente il Sindaco e la Giunta, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan avverte più di una volta che i frutti della ripresa sono a portata di mano ma non vanno sprecati proprio adesso abbandonando un percorso segnato; anticipa che è orientato a sgravi per gli investimenti delle imprese e l’occupazione;
spiega che se per magia potesse cambiare solo una cosa sceglierebbe “la riforma della pubblica amministrazione, quella da cui derivano tutte le altre riforme”. Al giornalista che chiede come mai l’Italia cresca a un ritmo inferiore rispetto ai partner europei precisa una cosa: “non siamo più in recessione. L’Italia cresce dalla fine del 2014, dopo anni di recessione importante che ha portato via 10 punti di Pil. Un danno profondo per qualunque economia che ha lasciato ferite anche strutturali nel tessuto economico del Paese.
Le previsioni di crescita sono incoraggianti, anche migliori – a sentire il Fondo monetario internazionale – di quelle previste dal governo. E dimostrano che l’approccio di politica economica seguito in questi anni dal governo – attuale e precedente – è un modo di gestire la sfida. Camminiamo per un sentiero stretto in cui bisogna evitare di cadere da una parte, cioè far aumentare il debito oltremisura anziché ridurlo, oppure
dall’altra, dove rischiamo di soffocare la crescita”. E della stessa idea sono anche le imprese bolognesi che però chiedono con forza al governo nazionale e locale di consentire di liberare risorse da poter investire sulla crescita. “Questi ultimi quattro anni sono stati durissimi per le nostre imprese – aveva sostenuto Valerio Veronesi neo eletto Presidente della Cna di Bologna al suo secondo mandato nel giorno dell’assemblea elettiva il 7 giugno scorso”. “Artigiani e pmi hanno lottato contro una congiuntura economica straordinariamente negativa. “Oggi restano le difficoltà ma ci sono nuove opportunità e gli artigiani stanno
tornando da protagonisti sul mercato”.
E proprio in quella occasione l’associazione di categoria aveva anche effettuato un sondaggio tra le imprese su come debba essere la “Bologna del futuro”. Un sondaggio rivolto tramite questionario somministrato ad un
campione di 500 imprese associate rappresentative di tutti i settori. Il risultato è chiaro: una Bologna più sana, più tecnologica, più europea, più sicura. Questa è la città che desiderano gli imprenditori.
E’ molto interessante il giudizio emerso circa le opportunità offerte oggi dal Comune di Bologna che riguardano in particolare la proposta culturale e artistica (23%), l’attrazione turistica (18%) e i servizi socio sanitari (17%). Mentre il trasporto pubblico è al top dell’eccellenza per il 5% degli intervistati. Pollice verso dunque e un riconoscimento importante nei confronti degli investimenti che l’Amministrazione ha messo in campo in questi ambiti.
Quali le strategie più utili su cui il Comune dovrebbe investire maggiormente per la Bologna del futuro? Il 16% chiede che si investa su politiche di sostegno per le imprese, il 15% che si investa in sicurezza, l’11% che si prosegua ad investire sul turismo, il 10% in politiche che favoriscano l’aumento dell’occupazione, il 9% che si migliorino i piani del traffico.
Per arrivare dunque alla domanda conclusiva: come vorrebbe che fosse la Bologna del Futuro?
Il 36% delle imprese la vorrebbe più sicura, il 14% più sana, il 9% più tecnologica, l’8% più turistica e più europea. Come fare allora per sostenere le imprese? la ricetta è complessa e non può certamente fermarsi ad una sola leva, ma quel che è certo è l’esito del rapporto annuale 2017 dell’Osservatorio permanente CNA ‘Comune che vai, fisco che trovi’ sulla tassazione delle Pmi, che analizza l’andamento della tassazione sulle piccole imprese in 135 città italiane e a Bologna la tassazione per le PMI va oltre il 70%. Basterebbero pochissimi punti percentuali di questa tassazione per liberare importanti risorse che le imprese particolarmente tartassate sarebbero già pronte a reinvestirle in azioni di sviluppo.
L’analisi si basa sull’impresa tipo italiana, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito, scoprendo che seconda per incidenza del Ttr sulle piccole imprese è stata Bologna, con il 71,9% (-1%). Reggio Calabria si conferma il capoluogo che maggiormente tartassa le piccole imprese con un Ttr del 73,2%. mentre è la Città di Trento la più amica delle imprese, con il 53%. Il Tax free day a Bologna cade attorno al 19 settembre, si tratta del giorno nel quale il socio “fisco” lascia l’impresa. Non si tratta solo un tema di pressione fiscale elevata, piuttosto di una iniqua distribuzione del carico, che si distingue in modo radicale secondo la natura del reddito e svantaggia le imprese, in particolare le piccole imprese personali. Per raggiungere “in tempi rapidi e senza oneri aggiuntivi” questo obiettivo di ri-equilibrio occorre secondo l’associazione puntare sulla riduzione della tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo; rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa; trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari.
Per questi motivi, credo vada approfondito il tema e ringrazio gli assessori Conte e Lepore, come anche il Sindaco sempre presente nell’interlocuzione con il tavolo delle imprese, che fin dall’inizio del mandato si sono detti disponibili ad approfondire questi aspetti. Lo ha confermato l’assessore Conte in uno degli ultimi question time “il tema generale della pressione fiscale e’ ben presente”, ha ribadito Davide Conte. Nella stessa sede l’Assessore ha parlato di una pressione fiscale che segue il ciclo di vita dell’azienda e che dunque può risultare agevolata nel caso delle startup. Credo sia importante in previsione del prossimo Bilancio, puntare su un approfondimento di questa materia, in quanto i dati raccolti dalle associazioni delle imprese, fotografano situazioni poco eque e che non si modificano automaticamente nel corso della vita dell’impresa. La struttura dell’impresa, infatti, spesso non muta nel corso della vita della stessa e una tassazione squilibrata resta squilibrata per sempre e non ne incentiva certo la crescita. Le start up o comunque le imprese che iniziano una attività di impresa godono già di un regime fiscale agevolativo (cosiddetto forfettario/minimi) disciplinato dalla legge nazionale.
Inoltre a livello locale, già da anni, sono molti i comuni di Bologna che scontano alle start up la Tari per i primi anni, riducono l’Imu, ecc. Ben più importante, a livello territoriale, studiare il tema della Tari (nel caso di produzione di rifiuti speciali) o dell’IMU sugli immobili che a causa delle elevate rendite catastali nel comune di Bologna ci portano ad essere al secondo posto per la tassazione delle imprese in Italia.
Per questi motivi, ho fatto richiesta di un’udienza conoscitiva in primis sul tema della Tari cui potrebbero seguire altri appuntamenti per istruire il tema complessivamente in previsione del prossimo bilancio.
Credo sarebbe un bel segnale da parte del Comune e di amicizia nei confronti di chi fa impresa, aprire un ragionamento su come diminuire la tassazione in generale per tutte le imprese.