Lunedì 31 luglio 2017 il consigliere comunale Claudio Mazzanti i ha preso parola durante la seduta del Consiglio comunale con il seguente l’intervento di inizio seduta.

Noi sappiamo come vengono svolti i rave party. A Bologna abbiamo una bella conoscenza. I primi rave party furono fatti in centro storico, siamo nel 2001. L’allora Amministrazione comunale, Sindaco Giorgio Guazzaloca, autorizzava i rave party dai giardini Margherita, attraversando tutto il centro storico. Ricordiamo i danni che hanno dato. Per due volte camions si incastrarono nelle parti monumentali della città, distruggendo alcune parti di palazzi storici. Nel 2004/2005 questi eventi furono fatti cessare dall’allora Sindaco Sergio Cofferati. Purtroppo, come avviene non solo a Bologna, ma abbiamo visto a Torino, a Milano ed in altre città, questi eventi ormai, difficilmente autorizzati, vengono fatti all’improvviso, con forme di pubblicità via informatica e si viene a conoscenza dell’evento solo nel momento in cui appaiono nei circuiti a loro dedicati. È chiaro ed evidente che più che un intervento di Polizia, che pure occorre, occorra responsabilizzare le proprietà.

Non è possibile che immobiliari che hanno comprato questi contenitori industriali per fare operazioni immobiliari legittime, per l’amor di Dio, utilizzando queste aree per le grandi volumetrie esistenti, poi non si responsabilizzino e non abbiano nessun tipo di salvaguardia del proprio bene. Ricordo a questo Consiglio cosa avvenne per l’ex Patini, cosa avvenne per l’ex Sassi, cosa avvenne per tanti contenitori industriali, dove noi agimmo contro queste proprietà, le quali fecero un’opera meritoria, perché si adoperarono e demolirono i volumi esistenti, anche perché la demolizione non comporta la perdita del diritto dell’edificazione preesistente. Quindi se la proprietà, l’immobiliare proprietaria dell’ex consorzio, decidesse di demolire lo stabile, non perderebbe un metro cubo di quella che è la capacità potenziale di quel lotto. Così potrei dire anche di altri contenitori, dove le proprietà sostanzialmente sono inerti, rispetto ad un loro dovere di tutelare il bene per evitare danni a terzi. Potremmo parlare delle officine di Casaralta, con migliaia e migliaia di metri quadri di bonifiche e relative demolizioni. In queste condizioni credo che ci siano tutti gli estremi e chiederò un’audizione, una Commissione specifica su questo, per affrontare il problema e vedere le responsabilità di questi proprietari.

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