Mercoledì 18 dicembre 2019 e giovedì 19 dicembre 2019 il consigliere comunale Claudio Mazzanti i è intervenuto durante la seduta del Consiglio comunale dedicata alla discussione del Bilancio 2020-2022. Di seguito è disponibile il testo dell’intervento.

Per conoscere in particolare le principali novità ed accedere alla documentazione completa relativa al Bilancio 2020-2022, unitamente ai testi delle delibere, e’ disponibile la sezione dedicata sul sito del Gruppo consigliare PD in Comune. Gli ordini del giorno presentati dai consiglieri del Gruppo PD sono invece direttamente accessibili tramite questo link.

Discussione Bilancio  – mercoledì 18 dicembre 2019

Faccio veramente fatica a capire in quale contesto siamo, perché ho sentito da parte di alcune minoranze delle critiche a un bilancio comunale che, se in tutta Italia potessimo avere bilanci come questo, con queste cifre, con queste risorse, molto probabilmente saremmo un Paese differente, con risorse, non avremmo recessione economica, non avremmo problemi occupazionali, in quanto la disoccupazione – come sapete – a Bologna si aggira sotto il 5 per cento.

Invece sento critiche che pensavo si riferissero ad un Comune in dissesto economico-finanziario. Ne abbiamo avuti nel Nord Italia, non parlo del meridione d’Italia perché non voglio essere tacciato di sparare sulla Croce Rossa: parlo di Asti, parlo di altri Comuni del Veneto, della Lombardia, del Piemonte. Per fortuna non dell’Emilia-Romagna. Questa è la realtà, non sono chiacchiere o ipotesi al vento, anche perché non va dimenticato che questo Comune, nel periodo della grande crisi economica, 2011/2015, ha dato in contributi, in tagli per risanare il bilancio dello Stato, oltre 140 milioni di euro.

Non va dimenticato, perché pare che si sia scordato questo piccolo particolare. Mi ricordo che l’Assessore al bilancio in quel periodo aveva i capelli dritti, perché ogni giorno usciva un decreto, usciva una norma: tagli, contro tagli. Per fortuna Bologna, da sempre amministrata bene, riducendo il debito ed estinguendo parte del debito consolidato, è riuscita a superare quei momenti, pur mantenendo livelli di investimento, non tagliando i servizi e creando le condizioni per poter partire immediatamente, se i segni di ribaltamento della crisi avvenivano a livello nazionale.

Quindi parliamo di un bilancio di 1 miliardo di euro, una città che ha 389 mila abitanti, una città che cresce. Avete visto le statistiche in Commissione, una città che ha per la prima volta previsto una natalità maggiore dei decessi, insieme a Milano, le uniche due città a livello nazionale. Una città che con risorse proprie, perché le quote di trasferimento ormai si aggirano su cifre del 5, 6 per cento, in alcuni anni anche meno, ha fatto un’operazione di investimento, di non aumento delle tasse, di abbassamento delle tariffe, di abbattimento del debito con un Piano casa che, anche in questo caso, città con abitanti ben maggiori di Bologna si sono ben guardate dal fare, e investendo risorse proprie e in parte regionali, in minima parte, senza un soldo dallo Stato, ha provveduto a fare un piano di iniziativa pubblica o convenzionata con privati di investimento per 61 milioni di euro. Questa è Bologna.

Le cifre, gli investimenti sono lì a dimostrarlo, proprio perché in trasparenza abbiamo sempre fatto una politica oculata nella tradizione del Comune di Bologna. Devo dire che anche nei cinque anni della Giunta di centrodestra, ma con amministratori non demagogici, ma una Giunta che ha guardato bene ai conti, nella tradizione bolognese, e avendo avuto le risorse decise dalla Giunta Vitali e godute in quel periodo, anche in quel periodo Bologna ha abbattuto drasticamente il debito, perché va ricordato che quasi tutto l’introito, allora 100 milioni di euro, della vendita delle farmacie comunali, di una quota maggioritaria andò quasi tutta per abbattere drasticamente il debito e ridurre gli interessi che il Comune di Bologna pagava, quindi creando un ciclo virtuoso che ha permesso il superamento di situazioni di crisi importanti. Questa è la tradizione di Bologna e lo dirò più volte. Non parliamo di una realtà astratta, dei fantasiosi interventi di alcuni esponenti in quest’Aula, che molto probabilmente sono stati cercati nel libro dei loro sogni e delle loro fanfaluche che raccontano sistematicamente in quest’Aula e in città, ma per fortuna i numeri e la matematica non è un’opinione, sono lì a dimostrarlo.

Abbiamo ridotto le rette dei nidi, abbiamo ridotto il costo della mensa, abbiamo ridotto la TARI, trasporto pubblico gratuito sino a tredici anni e, per famiglie numerose, anche per chi arriva all’età di diciotto anni. Non abbiamo aumentato la TARI, abbiamo esteso l’aumento fino a 26 mila euro con la presenza anche di figli under 26. Abbiamo confermato, l’abbiamo detto e l’abbiamo fatto, la non penalizzazione dell’IRPEF per redditi ISEE fino a 15 mila euro, invariate le aliquote IMU sugli immobili, confermate le agevolazioni, e il debito del Comune di Bologna, pur con tutto questo, si è ridotto, ha continuato a ridursi: da 89 milioni di euro a 69,7 milioni di euro, e il debito pro capite è passato da 252,00 euro a 178,00 euro. Abbiamo recuperato l’evasione che è stato l’atto fondamentale. Non facciamo sconti, non abbiamo paura di raccontare balle come la flat tax o altri ammennicoli che incentivano l’evasione e fanno pagare di più a chi ha meno e meno a chi ha di più. Abbiamo recuperato, in questo devo ringraziare un ex Consigliere comunale che fa parte di Forza Italia che in una trasmissione televisiva, quando si parlava di far pagare le tasse, ha ricordato, benché lei non faccia parte della maggioranza, ai cittadini italiani che Bologna da sempre persegue le morosità ed è ai vertici delle città virtuose per il recupero di evasione. Voglio ringraziare qui la consigliera Castaldini che, pur essendo non di maggioranza, anzi storicamente di opposizione, ha riconosciuto questo.

Cosa significa questo in termini reali? Molto semplicemente: più 2,95 milioni di euro per agevolazioni TARI, più 1,8 milioni nel welfare, più 1,9 milioni educazione scuola e refezione, più 1,2 milioni in cultura, biblioteche e musei, più 800 mila euro cura del patrimonio comunale, più 1 milione e mezzo di mobilità e sicurezza stradale, più 1 milione sul bilancio partecipativo. Queste non sono chiacchiere, sono numeri, sono cifre e sono fatti.

Sono fatti perché una famiglia che ha i bambini a scuola si troverà a pagare un mese e dieci giorni in meno di refezione scolastica, meno di TARI e meno di tutte le altre voci che ho detto. Quindi soldi alle famiglie e non chiacchiere o parole al vento. Fatti concreti che si incassano o si evita di spendere. Basta vedere cosa si è fatto l’anno precedente, l’anno prima ancora e quest’anno, in una linea di continuità senza sosta che noi abbiamo fatto, grazie alle politiche che ho elencato. Inoltre sul piano degli investimenti, ho detto sul piano dei servizi, cosa abbiamo puntato? A dare risposta alle politiche per gli anziani, alle scuole, ai nidi con quote di finanziamento enormi, si è sbloccato il piano delle assunzioni, anche perché – come sapete – Bologna, essendo Comune virtuoso, è stato derogato e quindi si sono allargate le maglie e questo ha permesso di concedere i soldi che avevamo. Tre anni fa una delle mie preoccupazioni era che, con l’andamento economico la legge finanziaria dello Stato negli ultimi anni aveva bloccato completamente le assunzioni, quindi i Comuni non erano in grado di dare risposte, da un punto di vista del personale, poi le cose sono cambiate.

Abbiamo cominciato e secondo me in questo caso si deve andare di fretta, perché di architetti, ingegneri, personale amministrativo ne abbiamo bisogno come l’aria che si respira, perché gestire un piano investimenti da 115 milioni, se non si hanno amministrativi e tecnici in numero sufficiente per poter controllare anche le parti che si danno all’esterno, ben difficilmente noi riusciremo ad affrontare una massa d’urto importante come quella che abbiamo messo in moto. Questo lo dico perché, anche a livello sindacale, il nostro bilancio è stato un aiuto concreto per quel volano economico che Bologna è. Bologna, la sua Città metropolitana. È talmente vero che quantificato questo piano investimenti e queste politiche sociali significano migliaia di posti di lavoro. E da parte dell’Ufficio statistico del Comune sono stati anche quantificati, li abbiamo visti nelle Commissioni. Questa è Bologna, non è altra cosa. Non è quello che hanno descritto Consiglieri di minoranza, di una parte della minoranza devo dire, non di tutta, che hanno descritto Bologna come non so quale città immonda. Invito anzi dove loro amministrano, ad avere gli stessi risultati. Purtroppo abbiamo visto recentemente che i più critici, i più feroci hanno dimostrato anche recentemente a Piacenza come è andata a finire la vicenda di alcuni amministratori piacentini. O, perché no, andiamo a vedere anche altre esperienze, altre realtà amministrative a parità di numero di abitanti, a parità di Città metropolitane e si vedrà che le cose che qui sono scritte, le cose che qui sono dette sono reali. Poi capisco, in politica c’è un ruolo di opposizione e un ruolo di maggioranza, ma i numeri vanno riconosciuti, gli interventi vanno riconosciuti.

Le famiglie su cui abbiamo puntato che hanno avuto e hanno questi risparmi e continueranno ad averli, non è che ululano alla luna, ma tutti i mesi si trovano quei soldi che hanno risparmiato. Così come sul piano investimenti, le opere, tutte le opere che abbiamo messo in cantiere hanno scelte rivolte al sociale e a dare risposte ai cittadini. Quando parliamo di Piano casa, quando parliamo di investimenti sulle politiche abitative, quando parliamo di edilizia residenziale pubblica – lo dico – qua da noi gli IACP non sono mai falliti come a Milano e come è successo in Veneto. Qui hanno sempre avuto bilanci in difficoltà per il tipo di utenza, perché i canoni medi sono molto bassi, per fortuna: è gente che se no non potrebbe pagare, ma fallimenti non ne abbiamo mai avuti, abbiamo sempre risposto. Così come le politiche delle assegnazioni, così come il piano investimenti sulle politiche abitative. Quanti alloggi. Così come i meccanismi di gestione. Ricordo che, se siamo riusciti ad andare dal 2011 dentro i cassetti fiscali per beccare i furbi e su diciottomila assegnatari erano quattromila quelli che avevano fatto denunce difformi, perché non potevamo accedere ai loro cassetti fiscali, guarda caso chi ci impediva di accedere è gente che politicamente governava il Paese, si lamentava nei Consigli comunali e impediva agli IACP di accedere ai cassetti fiscali. Abbiamo dovuto aspettare quel vituperato governo Monti che per la prima volta ha permesso alle case popolari di entrare e fare gli accertamenti dentro i cassetti fiscali in collaborazione diretta. E sono venuti fuori i problemi. Si sono recuperati in quattro anni 4 milioni di canoni ricalcolati in quanto non avevano denunciato dei redditi. Addirittura in alcuni casi per chi superava i 4 mila euro si faceva la segnalazione alla Procura della Repubblica, in quanto scattava il reato penale. Questa è la realtà.

Quindi chi oggi critica e viene a dare lezioni, dove amministrava lui e quando governava faceva di tutto per impedire accertamenti e verifiche delle situazioni reddituali. Oggi questo non è possibile, stiamo andando avanti e altro si deve fare sul rapporto, ad esempio sul meccanismo gestionale degli appartamenti, rafforzando il meccanismo dei controlli che già si fanno, hanno portato a sgomberi coattivi per usi impropri, per sublocazioni non autorizzate. Ma il tema sono gli investimenti, il tipo di lavoro che si è fatto.

Così come ho sentito un passaggio sui fondi aumentati per le manutenzioni delle strade, per il verde pubblico che non è vero che si rendicontano. Quante Commissioni abbiamo fatto di rendicontazione dei lavori e quante critiche giuste anche rispetto ad attività non corrette da un punto di vista degli interventi? Quindi non si è nascosto assolutamente nulla. Anzi, vorrei dire che, sul piano della mobilità chi dipinge una città paralizzata, chi dipinge una città con pochi investimenti ricordo modestamente che questa città, forse qualcuno ha la memoria corta, ma io grazie a Dio ce l’ho ancora buona, ricordo che questa città con il Progetto Sisplan è arrivata prima negli anni Novanta per la realizzazione, all’interno di un concorso nazionale, emanato dal Governo di allora, per un servizio metropolitano. Il Governo di allora disse “siete bravi, avete fatto un bel progetto, certo, però noi finanziamo tre realtà: Roma, Milano, Napoli. Ci dispiace, Bologna, sei troppo piccola, non te lo possiamo finanziare”. Ma veniamo ai nostri tempi. Vogliamo parlare di quando si è fatto un progetto di tram che è arrivato al fondo del progetto, al finanziamento? La Giunta successiva a quella Vitali trasformò quel finanziamento da tram a Civis. Qui non debbo dire niente di come è andata a finire quella scelta fatta dal nostro governo di centrodestra cittadino, l’unico: è andato in tribunale, è stata condannata la FIAT che ha dovuto riprendere quella ciofeca che la Giunta di allora ha preso. Devo dire che quelli che oggi sparano, allora sedevano in quei banchi, hanno votato quegli atti e tacevano. Si sono beccati la ciofeca. Anzi, hanno fatto prima: quando qualcuno si è azzardato a portare un volantino in piazza, hanno chiamato la polizia per farci allontanare, identificarci e denunciarci. Poi devo dire che, quando un attuale esponente che sedeva in quei banchi, allora in Forza Italia, chiese conto di un volantino che noi avevamo distribuito in sei, tra cui l’attuale Sindaco, la risposta fu molto semplice: telefonammo in Francia, visto che uno di questi presidenti di Quartiere, Silvia Zamboni, era come adesso nei Verdi e tramite il loro associazionismo sapemmo e contattammo e ci spiegarono perché in Francia restituirono i mezzi, dicendo che era una ciofeca, quel volantino che noi facemmo veniva poi portato e ci venne chiesto: ma com’è che voi sapevate queste cose? Semplicemente telefonando e ci hanno spiegato perché era una ciofeca. La magistratura ha dimostrato chi aveva torto e chi ragione.

Poi siamo arrivati al dopo, dove il progetto metro-tram il Comune di Bologna chiese di poterlo realizzare dovendo, oltre i 400 milioni che lo Stato dava, finanziarlo con finanziamento proprio per 100 milioni. Il Comune di Bologna, Comune virtuoso, la Banca europea avrebbe finanziato per 100 milioni quel progetto, ma occorreva una deroga al Patto di stabilità che valeva su tutti gli ambiti urbani, tutti gli ambiti cittadini. La risposta del Ministro Tremonti fu molto chiara: no! E saltò anche quel progetto.

Dopo di che siamo arrivati al giorno in cui il Governo fa un bando per il tram, il Governo con un Ministro dei lavori pubblici Delrio. Concorrono diciotto Comuni, tra cui Bologna. Bologna concorre insieme a Genova e ad altri, ed ecco che arriva un nuovo Governo con un Vicepresidente della Lega Nord. Qui fanno la guerra per il tram, là potevano benissimo cambiarlo quel bando, chi glielo impediva? Si metteva a bando solo chi faceva il metrò. Però i metrò si sa che oltre un certo numero di abitanti costano e fanno sballare i conti dei Comuni, difatti quel bando prevedeva il tram. Guarda caso non l’hanno cambiato, sono andati avanti. E quelli che qui in questi banchi sparano sono quelli che ci hanno fatto vincere il bando e ci hanno detto che, nella posizione che avevamo, ci aspettavano 500 milioni di euro, e il nuovo Governo ha attuato quello che ha fatto il Governo precedente e ha riconosciuto a Bologna e agli altri Comuni le quote di investimento, che abbiamo messo a bilancio. Questa è la realtà di chi oggi critica quel tipo di intervento.

Così come il Passante nord. Qui veramente siamo alla barzelletta. Quando sento esponenti di partiti politici vicini a Forza Italia che prima di entrare in Forza Italia finanziavano loro i volantini, i depliant, li abbiamo visti qua i comitati della pianura a portarci il materiale finanziato da chi oggi spara ed è in Forza Italia dicendo che il Passante nord non andava fatto, che bisogna passare in ambito stretto urbano o se no il Passante sud, sapendo bene che il Passante sud è stato bocciato da quelli che oggi lo sostengono. Loro hanno bocciato quel progetto, perché sapevano che quel progetto serviva solo il 20 per cento dell’ambito autostradale e non risolveva il problema tangenziale, sbancando la collina. Che dire poi di un grande inventore, nostro ingegnere, docente universitario che prevedeva l’uscita del tunnel sapete dove? A Staveco. Per realizzare cosa? La Beverly Hills di Bologna. Prendete il Carlino di allora e vi fate un’istruzione su quello, di cui questi signori oggi parlano, dimenticando quello che hanno fatto, cosa dicevano e che cosa avevano proposto. Abbiano un po’ di coerenza prima di citare Bologna e secondo loro il fallimento. Il fallimento è il loro, la loro incapacità, le loro cose che dicono non vere. Questo è il fatto.

Bologna è qua con i suoi dati, con la sua realtà, con il suo lavoro quotidiano. Per quanto riguarda la tenuta della città, bene, credo che da questo punto di vista sempre si può migliorare e la critica va sempre bene, ma partendo dalla realtà. Ricordo quando si citano i muri le denunce. Perché non si cita che Bologna insieme a Milano furono le prime città sperimentalmente insieme, i due Corpi di polizia municipale a verbalizzare chi veniva beccato, una cinquantina a Bologna e altrettanti a Milano denunciati all’autorità giudiziaria con un lavoro certosino della Polizia municipale. È andata a finire in un certo modo, bisogna dirlo, lo spiegò il vicecomandante molto chiaramente in Commissione alcuni anni fa. Alcuni di voi c’erano, si sono scordati? La Procura generale di Milano non ha archiviato ritenendo sufficienti le sanzioni, ma ha rinviato a giudizio quelle persone. La Procura di Bologna ha archiviato quelle posizioni, ritenendo sufficiente la sanzione o eventualmente comminando altri tipi di sanzione. Ma il rinvio non l’ha dato, perché ha ritenuto reati non tali da prevedere o procurare quel tipo di meccanismo. Poi, certo, sono convinto anch’io che nessuno sarebbe andato in galera, ma avrebbero dovuto prendere avvocati, difendersi in giudizio e quindi far capire loro l’onerosità, e la condanna poteva anche essere l’obbligo di pulirli quei muri.

Io credo che oggi il clima sia cambiato e sono convinto che le denunce questa volta vadano a buon fine, perché questa è la realtà. Ma non viene detto. Sembra improvvisamente che tutto sia nuovo, che nessuno abbia fatto nulla, che nessuno abbia mai voluto denunciare. Pensate un po’. Si scordano di questi fatti. Strano, perché molti erano lì che ascoltavano come me. Ma non ha importanza, noi andiamo avanti. Non ci facciamo assolutamente spaventare dalle fanfaluche che vengono raccontate, andiamo avanti su questa linea positiva che paga e dà ai cittadini di Bologna e permette agli stessi di essere fra le prime città, quattordici città, siamo al quattordicesimo posto, abbiamo perso qualche punto. Anche su questo, perché improvvisamente tutte le volte Bologna denuncia. Bologna è una città che denuncia, Bologna non sta zitta. Quando penso che alcune città che hanno la metà dei nostri abitanti dove si ammazzano venti, trenta, quaranta persone all’anno sono più avanti o ci sono clan organizzati che controllano il territorio ricattando, facendo pagare tangenti sono meglio di noi, ma c’è un piccolo problema: noi anche un respiro denunciamo. A parte il fatto che siamo l’unica città che, quando un anziano viene derubato, gli rimborsiamo tutto quello che gli portano via. E se gli spaccano la porta di casa, gli rimborsiamo anche la riparazione. Quindi solo un matto non fa denuncia a Bologna, perché sa che, se anche gli rubano 5,00 euro, quei 5,00 euro gli vengono istituiti. Facessero così tutti quei soloni che parlano di tutela degli anziani con il fischio. Piangono, parlano, blaterano, ma queste cose non le fanno, le facciamo noi però.

Quindi che i cittadini di Bologna denuncino è un buonissimo segno, un grande e buon segno, perché non nascondiamo nulla e stanziamo risorse per questo. Quindi, approvando questo bilancio, diamo una risposta di qualità e l’auspicio che noi diamo è che altre città ci seguano su questo, altre. Siamo contenti quando questo viene fatto. Quando arriveranno ai nostri livelli saremo contenti, perché vuol dire che abbiamo insegnato. Abbiamo insegnato a recuperare morosità, a spendere per i servizi, aumentare i servizi facendo pagare meno. Questo noi facciamo. Non le chiacchiere che alcune minoranze dicono non suffragate da nulla, se non la polemica politica. Legittima, ma dal nulla. Questo mi sento di dire ed è il motivo per cui questo bilancio noi lo sosteniamo, riteniamo che il lavoro fatto dalla Giunta sia un ottimo lavoro in collaborazione con il Consiglio. Naturalmente nell’ambito degli emendamenti, tutti gli emendamenti che hanno riscontrato un contributo positivo troveranno risposta positiva nell’accettazione che come maggioranza noi faremo. Certo che gli ordini del giorno strumentali o che non tengono conto della realtà vera dei numeri che ho detto non troveranno risposta positiva, ma la bocciatura del nostro gruppo.

Dichiarazione di voto Bilancio – giovedì 19 dicembre 2019

Per quanto riguarda gli ordini del giorno che sono stati presentati, come ho specificato nell’intervento fatto ieri, come gruppo di maggioranza, alcuni di questi troveranno un nostro parere favorevole, altri no, in quanto riteniamo che siano in palese contraddizione con le linee e gli orientamenti espressi dalla Giunta comunale e dalla maggioranza nella stesura del bilancio.

Quindi, l’orientamento è questo: sull’ordine del giorno riferito alla delibera n. 266, naturalmente voteremo a favore della delibera presentata “Rafforzare la gestione dei rifiuti urbani ATERSIR”, votiamo contro l’ordine del giorno “Salvaguardia e attività centro storico”; per quel che riguarda la delibera n. 266 e n. 267 non abbiamo altri ordini del giorno; sulla delibera n. 268 non abbiamo ordini del giorno. Per quanto riguarda la n. 269 stesse condizioni; la n. 279 “Approvazione modifiche al Regolamento COSAP”, approvato con delibera PG, non ci sono ordini del giorno, così come la n. 271 “Aree da destinare a residenza e ad attività produttive e terziarie ai sensi di legge, determinazione della quantità e qualità delle stesse”. Per quello che riguarda la delibera n. 272 voteremo contro l’OdG 272.1, ovvero la “Valorizzazione complessiva Ville Aldini”, tra l’altro, negli interventi che sono stati fatti abbiamo anche motivato il perché della nostra contrarietà. Per quel che riguarda il pacco della n. 274, la filosofia che abbiamo seguito ha le stesse indicazioni di quello che ho detto prima e che ho detto anche ieri nel mio intervento, quindi abbiamo un parere favorevole, anche perché è all’interno delle linee di bilancio ed è previsto lo stanziamento in piani investimenti, “Barriere rumore linea ferroviaria di via Lenin”. Poi abbiamo un no all’ordine del giorno 274.2, “Sollecito sgombero”, anche perché, come sapete, di occupazioni abusive credo ne abbiamo solo due e si sta procedendo. Quindi noi sgomberiamo regolarmente ed eseguiamo i provvedimenti a compimento degli atti amministrativi o legali. Anzi, da questo punto di vista, come case popolari, siamo tra gli enti più puntuali. Poi, no al 274.3, no al 274.4, no al 274.5, no al 274.6, sì al 274.7, sì al 274.8, no al 274.9, no al 274.10, sì al 274.11 che è stato presentato dalla Consigliera Angiuli, sul registro DE.CO Tortellino che, tra l’altro, credo abbia trovato trasversalità in altri gruppi. Poi, sì al 274.12, no al 274.13, no al 274.14, no al 274.15, no al 274.16. Sì dal 274.17 al 274.23. Sugli ordini del giorno del blocco 275 abbiamo respinto il 275.1, anche perché ci sono dei programmi specifici di intervento, sia da parte del settore cultura, sia da parte delle associazioni di volontariato che collaborano con esso. No al 275.2, sì al 275.3. Poi, abbiamo no dal 275.4 al 275.14. Sì al 275.15. No dal 275.16 al 275.18. Sì al 275.19 e al 275.20. No al 275.21, sì al 275.22. Poi, abbiamo dal 275.23 al 275.31 no. Sì al 275.32. Voteremo contro dal 275.33 al 275.37. Sì al 275.38, “Misure e contrasto gioco patologico” della Consigliera Di Girolamo. No al 275.39, “Salute e bambini per passaggio People Mover”, anche se è in corso e si stanno facendo tutta una serie di analisi e i primi risultati sono già stati anche diffusi, quindi si sta procedendo per un controllo, così come aveva annunciato anche la società realizzatrice. Sì dal 275.40 al 275.43. No dal 275.44 al 275.49. Sì al 275.50. No al 51, sì al 52. Dal 53 al 58 parere negativo nostro, quindi voteremo no. Sì al 275.59. No dal 275.60 fino al 275.62. Sì al 63 e al 64. No dal 65 al 68. Sì al 69, no al 70 e 71, sì al 72, no al 73, sì al 74 e 75, no al 76, sì al 77, no al 78. Poi, per quanto riguarda, invece, il 79 è stato ritirato; 80 e 81 siamo contrari; si all’82 e all’83. Gli emendamenti sono stati inglobati nella delibera, perché recepiti dalla Giunta. Per quanto riguarda le delibere successive, il nostro parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno, che noi abbiamo esaminato uno per uno, vi sono degli interventi tipo quello che abbiamo recepito dal Consigliere Piazza sulla cimice asiatica e faccio questo esempio perché su quello, anche se non è una nostra competenza, il Consigliere Piazza ha deciso di modificare il dispositivo e questo va bene, perché noi come Comune non abbiamo alcuna competenza, anzi dovremmo sottostare alle indicazioni della Regione e del Ministero dell’Agricoltura, che sono quelli che hanno le competenze specifiche. Quindi l’ordine del giorno invita a rapportarsi con la Regione e con il Ministero, e noi siamo disponibili a fare tutto quello che ci compete, ma al momento, non avendo problemi sulla salute dei cittadini, non danneggiando le strutture arboree e alberi dei nostri parchi, intervenire all’interno delle case e degli appartamenti, dove loro si nascondono d’inverno, diventa estremamente problematico. C’è tutta una fase di studio e di elaborazione che sta andando avanti e noi ci colleghiamo a quello. Ho fatto questo esempio per far capire che dove abbiamo dei punti di convergenza, anche con motivazioni a volte non esattamente uguali, però abbiamo trovato dei punti specifici di incontro. Per quel che riguarda tutta la parte riferita alle politiche abitative, credo che la motivazione con cui abbiamo diniegato una serie di domande, sia all’interno specifico, sia del Piano casa, per un investimento di 60 milioni di euro, il piano “Mille case”, così come gli interventi che vengono finanziati di nuove costruzioni e anche dal punto di vista gestionale, quello che riguarda la gestione dei contenziosi delle occupazioni abusive che, come voi sapete, Bologna è una delle poche realtà nazionali che non ha occupazioni abusive, perché avere due occupazioni abusive su 18 mila alloggi, che tra l’altro si stanno risolvendo anche quelle, è un problema relativo. Invece, il potenziamento è stato fatto sulle sublocazioni non autorizzate, con un recupero notevole sul piano della morosità, collocando l’istituto di Bologna come uno dei rari istituti con dei livelli di morosità bassi rispetto alla media. Certo, bisogna ancora andare avanti, non bisogna mai fermarsi. Per quanto riguarda il piano dei lavori pubblici, è evidente che un piano complesso, che investe 115 milioni di euro, quindi il punto primo non sono le risorse, perché abbiamo fatto un piano, come anche negli ultimi tre anni, che ci hanno permesso, con il superamento di quel blocco economico, che era la crisi del 2008-2011, si è incrementato enormemente il piano, focalizzandolo su alcune voci, scelte strategiche che l’Amministrazione ha fatto. Quindi l’orientamento su cui noi operiamo e lavoriamo, si basa proprio su questo. Quindi la motivazione che ci porta a valutare gli ordini del giorno sta interamente in questo contesto. L’altra cosa che mi sento di dire è che nel dibattito e nell’ambito generale del Piano investimenti, alcune opere strategiche sono legate alla nostra capacità di riuscire poi, con un adeguamento del piano di assunzione di rapporti esterni, a essere in grado di fare nei tempi – e questa è una grossa battaglia che ci siamo dati – tutte le progettazioni necessarie a realizzare quanto previsto nel Piano investimenti. Tenete conto che noi siamo usciti da un periodo in cui c’era il blocco totale delle assunzioni, dove non si poteva assolutamente assumere personale. Nel momento in cui questo si è concretizzato, quindi si è manifestato, ci permette di poter chiudere gli interventi, realizzando quanto previsto. Sui temi di tipo ambientale, naturalmente l’Amministrazione – come poi è stato inserito nel PGTU e nel PUMS a livello metropolitano – ha un’operatività e una funzione molto forte di riequilibrio del trasporto con carburante fossile rispetto a quello elettrico, quindi con un potenziamento notevole di quest’ultimo. Oltretutto, la riduzione, con un processo ampio, che ormai si è completamente risolto, di metanizzazione della città e contemporaneamente di riduzione, con la revisione dei permessi e quant’altro, nel centro storico della città di Bologna. Tenete conto che le operazioni hanno portato la città ad essere – credo – la quarta o la settima come mezzi di nuova generazione, rispetto a un parco macchine nazionali estremamente vecchio e obsoleto. Pertanto, tutta l’impostazione che noi abbiamo dato va in questa direzione. C’è un ordine del giorno che ha presentato la Consigliera Cocconcelli sulle malattie sessualmente trasmissioni, che ha trovato il nostro favore anche perché, se ricordate, la dottoressa del Sant’Orsola, che è andata in pensione, che è stata ricordata qua, ci fece un quadro estremamente preoccupante. Credo che potenziare la conoscenza e l’afflusso di malati nelle strutture ospedaliere cittadine e non solo, fare una campagna di informazione sia importante ed estremamente interessante, per cercare di far conoscere sempre di più e far capire che il problema non è risolto, ma c’è una sottovalutazione dei cittadini, anche in presenza di campagne massicce di informazione che sono state fatte, ma che bisogna continuare a fare, perché la situazione è abbastanza delicata come numero di nuovi casi se si sono manifestati, anche di AIDS. Quindi credo che da questo punto di vista, rilanciare questo sia un fatto estremamente importante. Un’altra questione è la gestione dei parchi: noi abbiamo incrementato la gestione dei parchi con un importo enorme di risorse, se avete visto questo bilancio. Purtroppo, qui c’è un problema ed è stato sottolineato: oltre alle risorse che abbiamo stanziato, bisogna fare una grande campagna di controllo e soprattutto di civismo urbano. Se voi guardate i livelli di danneggiamenti, è veramente preoccupante. Questo è un problema di tutte le Città Metropolitane, e non solo. Quindi noi investiamo risorse, aumentiamo considerevolmente questo, ma se non c’è una forte collaborazione dei cittadini, è una battaglia dura e complicata, per dare una risposta a quel problema, che sia totalizzante. Quindi da questo punto di vista credo che bene abbiamo fatto, ma bisogna combinare le due questioni congiuntamente. Stessa cosa sul piano manutentivo delle strade e degli ambiti. Anche su questo, nel bilancio abbiamo focalizzato molto questo aspetto, con un potenziamento grosso del Global; l’altra parte, però, riguarda – credo – un problema di gestione degli ambiti e questo riguarda il rapporto fra l’Amministrazione ed HERA che ha in convenzione, oltre che lo spazzamento cittadino, anche il controllo delle caditoie di raccolta acqua nell’ambito stradale, che è una delle questioni che crea pesantemente alcuni problemi, se non vengono manutenute e costantemente pulite. I ristagni d’acqua creano problemi al mantenimento dell’ambito degli asfalti. Per quanto riguarda altre questioni, mi sembra di aver riportato tutto. Sui temi della sicurezza e dell’imbrattamento, l’Assessore Aitini è stato molto chiaro: si va avanti. Ricordo che la Polizia municipale, insieme a quella di Milano – lo ricorderete tutti – fece questa sperimentazione con denunce a raffica (noi ne denunciammo una cinquantina), ma mentre a Milano la Procura decise di rinviare a giudizio queste persone, da noi ha ritenuto sufficienti le contravvenzioni e le sanzioni comminate, senza procedere ulteriormente. Allora, quando questo fu spiegato in modo dettagliato dall’allora vicecomandante, devo dire che tutti rimanemmo un po’ allibiti. Credo che il clima sia cambiato e quindi procedere con questo credo sia un fatto estremamente positivo e rilevante per riuscire a dare un colpo notevole a questo tipo di fenomeno.

Per quanto riguarda il DUP, credo che nello schema generale che è stato presentato nell’impostazione che è uscita, ancora una volta si è dimostrato – ed è per quello che votiamo quest’atto deliberativo – come sia stato articolato l’impegno che l’Amministrazione sta svolgendo per far crescere questa città, incrementare i servizi, ridurre le spese dei servizi che i cittadini pagano e contemporaneamente sviluppare un enorme piano di investimenti. Sono 115 milioni di euro. Tra l’altro, in un trend in crescita, sempre e costantemente in crescita. Nel momento in cui si è chiusa la fase della più pesante crisi economica che abbiamo attraversato nel 2008-2011 che, come ho detto nel mio intervento, ha comportato per il Comune di Bologna nel quadriennio 2011-2012-2013-2014 tagli per 140 milioni di euro e oltre; Bologna è stata chiamata, insieme a Verona, a Modena, a Reggio, a Brescia e potrei fare un lungo elenco di città che hanno pagato come Comuni virtuosi una crisi economica e finanziaria del Paese. Abbiamo rischiato di andare in bancarotta al pari della Grecia.

Le Regioni e i Comuni virtuosi hanno sopperito, pagando, insieme ai cittadini, il conto presentatoci per salvare il Paese. Oggi questa situazione, per fortuna, si è superata. Siamo ancora in una fase di incertezza, ma il Comune di Bologna, così come altri Comuni virtuosi, a differenza di tanti Comuni che in quel periodo fallirono, e non cito Comuni del Meridione, perché poi potrei essere accusato di sparare sulla Croce Rossa, potrei citare Comuni del Nord Italia (Asti ed altri), che da questo punto di vista hanno pagato caramente la crisi. Noi, non solo abbiamo contribuito a salvare il Paese, ma contemporaneamente oggi abbiamo rilanciato l’economia; in questi anni (dal 2016 al 2019) abbiamo investito enormità di risorse sul piano della riqualificazione urbana e cittadina; abbiamo incrementato i fondi di manutenzione; una politica per la casa che nessun altro Comune in Italia con propri mezzi, o mezzi regionali, ha rilanciato; un forte incremento del sociale, con incrementi di risorse, sia in percentuali che in termini reali; questo è il nostro DUP, questo è quello che noi presentiamo. Nel momento in cui votiamo questo, speriamo che altre città in Italia riescano a fare, in termini di investimenti e di realizzazioni, quello che abbiamo fatto noi. Glielo auguro di cuore, perché se tutte le città di dimensioni come Bologna, o poco più piccole, avessero avuto la nostra capacità di spesa, la nostra capacità di programmazione e di rilancio economico, basta vedere nel tavolo unitario imprenditori, sindacati ed enti locali, cosa hanno significato questi anni di investimenti e quanto hanno inciso nell’occupazione e se questi risultati non ci fossero, Bologna non avrebbe una disoccupazione che di fronte a un 10 per cento nazionale è sotto al 5 per cento. Credo che questo sia un dato reale, oggettivo, così come la ripresa degli interventi nei settori trainanti e nel rilancio. Poi, certo, se pensiamo alle potenzialità che ha la città, al riuso di aree che oggi sono bloccate per incapacità di organi centrali di valorizzarle, pur essendo inseriti in piano regolatore ed essendo già state rese operative approvando i POC; se contemporaneamente il piano dei servizi infrastrutturale che abbiamo programmato si fosse realizzato, da parte degli enti che dovevano autorizzate autorizzare questo, avremmo dato un’ulteriore contributo enorme alla città. Dare contributo a Bologna, vuol dire dare contributo all’Emilia-Romagna. Questa è la realtà dei fatti e queste sono le condizioni. Credo che ci sia bisogno di continuare su questa strada. Speriamo che anche a livello nazionale la strada del risanamento, della riduzione del debito e dell’investimento in termini primari continui, anzi venga incrementato, in modo tale da dare respiro a quei Comuni che hanno sostenuto, con i loro introiti e con le loro risorse, incrementi produttivi e di crescita urbana. In Italia oggi sono due le città che crescono in termini reali: Milano e Bologna. Questo credo sia indicativo. Noi con questo DUP vogliamo continuare, stiamo facendo questo, e sicuramente questo dato incrementale lo ritroveremo anche nei prossimi bilanci, anche perché Bologna, per la sua natura e per la sua capacità, non può certo fermarsi, non si è fermata nel momento in cui ha dovuto lei pagare, con soldi propri, il debito dello Stato, come altre città in Italia, non ci fermeremo certo oggi che la situazione, rispetto ad allora, è sicuramente migliore, anche se non ha ancora risolto i problemi che l’Italia nel suo complesso ha. Per cui, votiamo convintamente questo atto. Staremo molto attenti per la sua applicazione, anche perché – ripeto – Bologna non si ferma.