Lunedì 18 febbraio 2019 la consigliera comunale Gabriella Montera è intervenuta ad inizio seduta con il seguente intervento in Consiglio comunale riguardo alla necessità di legge per i diritti dei cittadini LGBTI.

Online è disponibile il relativo comunicato stampa. Di seguito il testo dell’intervento.

La settimana scorsa in Regione si è svolta un’udienza conoscitiva per avviare l’iter di approvazione del progetto di legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
In questa aula, nell’aprile scorso, in coerenza con i principi fissati dallo statuto comunale, discutemmo un ordine del giorno teso ad invitare l’Assemblea legislativa della Regione a legiferare in materia.
Il progetto di legge attualmente in discussione è frutto di un’iniziativa del Comune di Bologna, del Comune metropolitano di San Pietro in Casale, dei Comuni di Reggio Emilia e Parma e fa seguito alla proposta depositata dall’allora consigliere regionale Franco Grillini, nel corso della legislatura 2010/2015.

I dati agghiaccianti appena forniti dalla collega Li Calzi, sulla violenza reiterata contro le persone omotransessuali, interrogano sull’urgenza di disporre di un impianto normativo teso a prevenire e ad evitare fatti di questa natura.
La discussione in corso si inserisce nel quadro di interventi che riguardano sia il trattato sul funzionamento, sia la carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che stigmatizzano qualsiasi discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sia le molteplici risoluzioni del parlamento europeo finalizzate a condannare i fenomeni di avversione e odio irrazionale verso le persone omosessuali, transessuali, transgender e intersessuate.

Per fugare dubbi sull’impianto del progetto di legge, ci tengo a sottolineare e ad evidenziare che nessuno ha in animo di precostituire sanzioni penali, che non sarebbero neppure nella potestà delle Regioni, ma di perseguire concretamente l’obiettivo di garantire l’uguaglianza formale e sostanziale fra le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere. E’ un invito che l’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali fa ai paesi membri, affinché adottino programmi e interventi antidiscriminatori sul lavoro, l’istruzione, la cura e l’assistenza sanitaria, la cultura e i mass media. Leggi analoghe sono state adottate dalla Toscana più di 10 anni fa, dalla Liguria, dal Piemonte, dalle Marche e sono in discussione in altre regioni come la Calabria, il Lazio e la Puglia.

In assenza di una normativa quadro nazionale specifica, l’auspicio è che si intervenga ai vari livelli di governo per contrastare le violazioni dei diritti umani e che l’intera comunità regionale si senta impegnata ad approvare la legge per prevenire azioni di tale efferata violenza.
Abbiamo letto di contrasti che si sono espressi su alcuni termini usati nel testo del progetto di legge.
Non credo ci si debba avvitare sulle parole: omotransenegatività versus omotransfobia o viceversa.
È importante invece che ci si possa aprire al confronto sul merito accogliendo alcune istanze per non bloccare un processo antidiscriminatorio, e di affermazione dei diritti civili di cui c’è una straordinaria urgenza.