Lunedì 12 marzo 2018 la consigliera comunale Mariaraffaella Ferri è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale in merito alle iniziative delle volontarie di Non Solo Mimosa per le donne in carcere a Bologna.
Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.
L’azione portata avanti dalle Volontarie del Progetto Non solo Mimosa prosegue ed anzi si allarga ed intensifica l’impegno volto a far conoscere e sensibilizzare sempre più persone alla realtà del Carcere della nostra città, con particolare riferimento ai temi specifici della detenzione al femminile.
Una specialissima occasione si e’ avuta martedì’ scorso, alla vigilia della Giornata internazionale della Donna: e’ stata promossa dall’UDI, Unione donne in Italia, che con le donne detenute sta realizzando il Laboratorio di Lettura e Scrittura “Le parole per dirlo“.
Grazie alla grande disponibilità della Direzione della Casa Circondariale che ci ha consentito di superare i non pochi ostacoli per ottenere le autorizzazioni all’accesso, e’ stata allestita presso la Sezione femminile la Mostra delle opere che gli studenti delle V classi ad indirizzo Grafico dell’Istituto professionale Aldrovandi Rubbiani hanno realizzato sul tema del Benessere della Donna.
La Mostra, prodotta nell’ambito di un laboratorio scolastico condotto dall’UDI, era già’ stata esposta al pubblico nel novembre scorso, per la giornata internazionale contro la Violenza sulle donne, presso il Quartiere Santo Stefano.
Martedì dunque un gruppo di 10 studenti – 9 ragazze e un ragazzo – “estratti a sorte” da un più’ ampio numero di giovani interessati, insieme ad una loro insegnante e alle volontarie UDI sono entrati in Carcere, hanno allestito presso la sezione femminile la loro mostra, hanno presentato il contenuto degli elaborati e si sono confrontati su quella particolarissima situazione di vita che e’ la privazione della libertà personale e l’esecuzione penale. L’incontro e’ stato intenso e commovente, ma a suo modo “allegro”, per quella particolare simpatia che i giovani studenti hanno saputo trasmettere.
Alcune delle detenute presenti sono giovanissime, poco più grandi delle ragazze che hanno partecipato all’incontro, ed e’ stato inevitabile interrogarsi e riflettere insieme sui percorsi e le circostanze che possono portare una persona a commettere un reato e a dover scontare una pena.
D’altro canto per le donne detenute più adulte l’incontro con gli studenti, coetanei o poco più grandi dei loro figli, ha fatto emergere tutta l’emozione e l’apprensione di madri che sperano in una crescita sana e positiva dei figli, nonostante la lontananza, nonostante le vicende dolorose della mamma.
Molti linguaggi sono entrati in gioco e sono stati scambiati nell’incontro: quello grafico dei manifesti, quello verbale e letterario dei brani letti, quello empatico ed affettuoso della comunicazione di se’, per come si e’ in quel preciso momento, senza pre-giudizi e senza preclusioni.
E’ stata un’occasione potente di apprendimento per tutti e sono certa che l’esperienza, pur molto breve, abbia lasciato una traccia importante in ciascuno dei e delle partecipanti.
Aggiungo a questa un’altra notizia positiva che traggo dal report dell’Azienda USL che, nella sua attività di vigilanza sulla struttura carceraria, ci dice di non aver riscontrato particolari criticità sanitarie ne’ condizioni detentive considerabili “disumane e degradanti” dovute al crescente sovraffollamento, pur indicando ampi margini di miglioramento, in particolare sulla manutenzione degli ambienti. Anche in questo caso dunque si può – e si deve – fare di più, con attenzione costante e continuativa della Città alla Casa Circondariale di Bologna. Attenzione che anche il nostro Consiglio Comunale certamente ha avuto, ha e continuerà ad esprimere in tutto il mandato amministrativo.