Lunedì 12 settembre 2022 in Consiglio comunale di Bologna la consigliera comunale PD Giulia Bernagozzi é intervenuta ad inizio seduta sul tema del futuro energetico a Bologna.

Il video integrale della seduta del Consiglio comunale è disponibile online al seguente link : https://youtu.be/X9unR4yt93A

Si indica inoltre il minuto a cui è possibile riascoltare l’intervento della consigliera : 2 h. 42 min. 26 sec.

Di seguito il testo dell’intervento in aula:

22 mesi e 1 giorno di detenzione

2 anni, 7 mesi e 5 giorni che attende un processo.

Questi numeri sono solo alcuni dei numeri che fanno parte della vita di Patrick Zaki.

Patrick è stato arrestato all’aeroporto de Il Cairo il 7 Febbraio del 2020, di rientro dall’Italia dove stava seguendo un corso sugli studi di genere che vede tra i professori la nostra Rita Monticelli.

Viene arrestato e se ne perdono le tracce per 24 ore, viene poi condotto a Mansoura, accusato di propaganda sovversiva.

Grazie alla mobilitazione nazionale e internazionale, anche dalla nostra Città e dalla sua Università, l’attenzione sul suo arresto e la detenzione preventiva e repressiva a cui è sottoposto diventano tema di dibattito pubblico, sui media e anche nelle istituzioni. Tanti Comuni riconoscono a Patrick la cittadinanza onoraria, viene presentata in Senato la mozione che chiede di concedergli la cittadinanza italiana. Mozione lo ricordiamo approvata con 208 sì, nessun contrario e i 33 astenuti di Fratelli d’italia.

Nel testo approvato si chiedeva anche al Governo di sollecitare le Autorità egiziane per la liberazione dello studente, di monitorare le udienze processuali e le condizioni di detenzione, di attivarsi a livello europeo per la tutela dei diritti umani nei Paesi dove persistono violazioni e di portare iniziative al G7 con particolare riguardo a casi di repressione di attivisti politici.

Il 7 Dicembre 2021 finalmente, dopo tantissimi rinvii Patrick viene scarcerato ma non assolto.

Viene rinviato a comparire per il processo in data 1 Febbraio e da allora solo ulteriori rinvii, l’ultimo dei quali al 27 settembre, tra pochi giorni.

L’impressione in questi mesi è che l’attenzione nei confronti di questa vicenda, che ricordo è del tutto lontana dall’essersi risolta, stia purtroppo calando.

Ricordiamo che, al di là dell’importante scarcerazione ottenuta dopo 22 mesi di detenzione preventiva e tanti processi rinviati, non è purtroppo la fine della vicenda.

Ricordiamo che Patrick non è un uomo libero, non può lasciare il proprio Paese e tornare a studiare alla nostra Università e che il processo che lo vede imputato di accuse nebulose si deve ancora celebrare.

Nell’ultimo collegamento video di qualche sera fa il nostro Patrick è sembrato giustamente turbato, manifestando preoccupazione per l’imminente processo.

Queste le sue parole : “Non sono sicuro di potermi aspettare che qualcosa di buono accada. Non sto aspettando qualcosa di buono dalla prossima udienza. Ma devo essere ottimista, devo sperare, avere speranza”.

Ecco perché chiedo a tutti noi, al Consiglio Comunale e a tutta la Giunta oggi ancora più di ieri di tenere alta l’attenzione sulla vicenda di Patrick, affinché non sia messa in secondo piano dall’attualità che vede la politica giustamente impegnata nella campagna elettorale.

Perché non c’è mai un momento in cui si possa abbassare la guardia sui diritti umani, è lo stesso Patrick a ricordarcelo;

Cito ancora le sue parole : “Anche se cerco di sembrare felice e sorridente”, ha proseguito riferendosi alla reclusione, “è stata un’esperienza dolorosa. Qualsiasi cosa cerchi di fare per sorridere è stata un’esperienza dura. Non riguarda solo me, chiunque viva il carcere diventa un’altra persona, anche dopo essere stato rilasciato, è un trauma e ci vorrà tanto tempo a sanare”. Ad ogni modo, ha proseguito Zaki, “sono stato fortunato perché io lavoro in questo campo”, quello dei diritti umani, “da tanto tempo, ho sentito tante storie. I primi giorni – ha osservato ancora – è stato durissimo, sto cercando di fare il meglio per adattarmi e lavorare su me stesso per ritornare il vecchio Patrick.

Sono sempre stato un difensore dei diritti umani e continuerò ad esserlo. Continuo a lavorare sui diritti umani, a fare ricerca sui diritti umani: non ho perso questa passione, il carcere non me la ha tolta e continuerò”.

Ecco Patrick, dopo tutti questi mesi non ha perso la voglia di combattere. Noi restiamo al suo fianco e combattiamo insieme a lui.

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