Lunedì 14 aprile 2025 la consigliera comunale PD Antonella Di Pietro ha presentato un intervento ad inizio seduta dal titolo “L’insostenibile bilancio annuale delle carceri in Emilia – Romagna”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

È di oggi un importante report sulla situazione delle carceri in Emilia Romagna con elementi emersi anche nel corso dell’iniziativa di sabato promossa dal Partito Democratico Navile, per favorire una discussione aperta e approfondita con le realtà sul tema.

In Emilia Romagna, le strutture contano una rissa al giorno, tre aggressioni di agenti a settimana e un tentativo di suicidio ogni 33 ore, 267 nelle carceri in Regione e 56 a Bologna, a cui si aggiungono gli atti di autolesionismo. C’è un problema dato dal sovraffollamento e un altro che riguarda la composizione delle carceri, sempre più discariche sociali in cui si concentrano fragilità e povertà. Nel confronto politico di sabato non è mancato un approfondimento sulla sezione minorile alla Dozza e sull’IPM del Pratello che registrano una situazione di tensione palpabile.

Molte le problematiche ma anche le proposte concrete di cui si è parlato.
Le strade per rivedere un sistema che ormai è insostenibile ci sono, a partire dall’indulto condizionato, chiesto a gran voce da molte realtà del penale e del sociale. È inoltre necessario lavorare per rivedere completamente l’attuale sistema, con procedure, regole comuni, alloggi, lavori e investimenti mirati per alleggerire le condizioni drammatiche in cui vertono le comunità penitenziarie. L’altro aspetto da perseguire è culturale, con azioni organizzate e diffuse rivolte alla collettività. Infine è necessario avviare un lavoro più ampio che deve tendere a rivedere leggi, uniformare prassi, strumenti e strategie nelle strutture penitenziarie in Italia e a riaffermare il principio residuale della detenzione.

Può sembrare utopia parlare di questi temi di fronte alla pubblicazione del DDL Sicurezza che sancisce l’introduzione di nuovi reati, aumenti ingiustificati di pena, criminalizzazione della marginalità e del dissenso che produrranno inevitabilmente un ulteriore crescita del sovraffollamento nelle carceri. Ma con la politica e un lavoro capillare di coinvolgimento degli enti locali, dell’ANCI e della Conferenza stato regioni, nella costruzione di una rete di città sedi di carcere, si possono costruire molte soluzioni. Gli enti locali e le reti sono quindi le parole chiave e gli strumenti principali nella definizione di strategie e nel lavoro di comunità. Lo abbiamo sottolineato in ben 2 ordini del giorno a mia prima firma e ribadito come impegno sabato in occasione dell’iniziativa. Come Partito, di fronte a tante realtà, ci siamo assunti questo impegno e in questa direzione proseguiremo.

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