Lunedì 28 maggio il consigliere comunale Francesco Errani ha presentato il seguente intervento di inizio seduta in Consiglio comunale.
Online ed in allegato è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.
Dobbiamo continuare a ricordare e raccontare la verità per Federico Aldrovandi, il diciottenne ferrarese ucciso durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005.
Tredici anni fa, tornando a casa da un concerto come tanti suoi coetanei fanno spesso, trovò la morte nella sua città, Ferrara, per mano delle percosse che quattro agenti di polizia gli infersero. Dopo numerose omissioni, nel 2012 i quattro poliziotti che avevano fermato Federico sono stati condannati definitivamente a 3 anni e 6 mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo.
Ma il “lavoro” non è finito. Abbiamo visto quanto sia difficile vedere applicato un banale principio di giustizia. Abbiamo visto come la memoria di chi è rimasto vittima di abuso da parte delle forze dell’ordine venga colpita da affermazioni offensive e spesso diffamatorie.
Per questo, nel 2013, il Consiglio comunale di Bologna ha conferito la cittadinanza onoraria della città a Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi. Una donna coraggiosa che con determinazione ha lottato per arrivare alla verità sulla morte del figlio. Patrizia è un esempio per tutti i cittadini. Ha operato perché verità e giustizia fossero raggiunte, riponendo piena fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni. Attorno alla battaglia dei genitori di Federico per la verità, si è costruito un movimento di opinione che ha coinvolto tutta l’Italia.
Oggi è importante continuare a sensibilizzare e promuovere l’informazione sugli abusi di potere delle forze dell’ordine e di qualunque soggetto in posizione dominante; organizzare e sostenere iniziative finalizzate alla promozione e al rispetto della legalità. E’ importante continuare a tutelare la memoria di Federico Aldrovandi, per evitare offese e strumentalizzazioni.
Per tutto questo, come suggerisce oggi su un quotidiano locale lo scrittore Luca Bottura, il Comune di Bologna potrebbe intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, individuando un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche quei ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?
Non dobbiamo infatti fare cadere il silenzio, è importante ricordare e raccontare la verità. Lo si deve a Federico, alla sua memoria ormai divenuta simbolo e a tutti quelli che in Italia si battono quotidianamente contro ogni tipo di abuso. Affinché lo Stato, la nostra comunità, non venga più macchiato da atti commessi da persone non degne di rappresentarlo, continuare a ricordare è il nostro primo dovere.
La città di Bologna non deve permettere che l’uccisione di Federico finisca per essere dimenticata. Lo dobbiamo alla famiglia di Federico e ai suoi amici. Lo dobbiamo a tutti noi e alla nostra dignità.