Lunedì 27 maggio 2024 la consigliera comunale Loretta Bittini ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Giacomo Matteotti e la lunga strada della democrazia”.
E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.
Di seguito il testo dell’intervento in aula.
Il ricordo di Giacomo Matteotti a 100 anni dalla morte.
Il 6 aprile del 1924 si svolgono in Italia le elezioni politiche per la Camera dei deputati.
Il 30 maggio 1924, al momento di convalidare le decisioni della giunta delle elezioni, diversi parlamentari di minoranza segnaleranno proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni del Sud. La richiesta sarà
negata dalla Camera e sarà approvata in blocco l’elezione dei componenti la maggioranza. Il deputato socialista denuncia i brogli e richiede l’annullamento delle elezioni. Sarà l'ultima volta che interverrà in aula.
“Voi che oggi avete in mano il potere e la forza – diceva Giacomo Matteotti alla Camera nel suo ultimo discorso – voi che vantate la vostra potenza, dovreste meglio di tutti gli altri essere in grado di far osservare la
legge da parte di tutti. Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo;
altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della nazione”. ……. “Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni”.
Sarà l’ultimo discorso pubblico di “Tempesta”, come veniva chiamato dai compagni di partito per il carattere battagliero. Si racconta che a chi si congratulava con lui per quelle parole pronunciate alla Camera Matteotti avesse risposto sorridendo: “E adesso potete preparare la mia orazione funebre”. Parole tristemente profetiche.
Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti viene rapito e ucciso dai fascisti. Nonostante le ricerche ininterrotte, il suo corpo sarà ritrovato per caso solo il 16 agosto. Aveva 39 anni.
“Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore…”.
Dopo di lui, il ritiro sull’Aventino e il ventennio.
Ricordare oggi Giacomo Matteotti, dirigente e parlamentare socialista, assassinato dai sicari di Mussolini 100 anni fa, è un dovere morale, bene espresso da un’altra sua frase : “Il fascismo non è un’opinione, è un
crimine”; perché per chi ama la libertà e la democrazia , esiste un limite invalicabile a cui non si rinuncia.
La ricostruzione della figura di Matteotti come martire dell’antifascismo – come in effetti è – non deve lasciare in ombra la sua figura di dirigente politico di grande spessore intellettuale, civile e morale. La sua
personalità di socialista pragmatico, distante da utopie rivoluzionarie ma saldamente progressista, presenta un insieme di sfaccettature, come i suoi contributi in campo giuridico ed economico, come le sue proposte di
riforma agraria e quelle sulle autonomie locali. Il socialismo di Matteotti non è propriamente quello marxista, ma quello delle origini, della difesa dei ceti più deboli, con l’obiettivo della riduzione delle diseguaglianze, sia
economiche che culturali. La sua morte prematura per mano della dittatura fascista ci ha privati di una risorsa preziosa per lo sviluppo culturale, sociale e civile del nostro paese.