Lunedì 8 luglio 2019 la consigliera comunale PD Elena Leti è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale con il seguente intervento.
Tramite link è inoltre disponibile il comunicato stampa.
Nell’estate del 2017 dalle cronache dei quotidiani locali, si evince che il progetto del restyling dello stadio Dall’Ara e delle zone limitrofe interessate, Antistadio, Cierrebi e Prati di Caprara area Est, sta prendendo concretezza.
In particolare si legge che l’area occupata dal Cierrebi, centro sportivo ubicato tra via Marzabotto e via Piave, opzionata dal Gruppo Maccaferri, verrà mantenuta in parte con attrezzature sportive da includere nella proposta di cittadella dello sport, e in parte da un supermercato con annesso parcheggio con conseguente demolizione della piscina e di alcuni campi da tennis e strutture sportive.
Nell’Agosto del 2017 è stato firmato da SECI Real Estate, per conto di una società che sarà costituita pariteticamente con il Bologna Football Club, il contratto di comodato per ottenere la disponibilità del complesso sportivo del CRB. La finalità di tale contratto, è quella di mettere gli spazi del centro a disposizione sin da subito delle Società Sportive individuate, che si occuperanno della gestione degli impianti, al fine di garantirne l’apertura al pubblico già a partire dal mese di settembre 2017. A tale scopo sono state selezionate le società Virtus Pallacanestro, Virtus Scherma e Polisportiva Pontevecchio Bologna.
Nel settembre del 2018, il Gruppo Maccaferri annuncia la promessa che il Cierrebi (costituita dal palazzetto, palestre, campi da tennis e la parte oggi dedicata all’accoglienza e alla ristorazione) passerà gratuitamente in mano pubblica, oltre alla realizzazione di un nuovo parcheggio esclusivamente dedicato al centro sportivo, con entrata separata da viale Ghandi, a fianco di quello del supermercato che resta confermato.
Diversi sono gli attori di questa partita, se così si può definire.
Il Gruppo Maccafferri acquirente dell’area, la SECI che gestisce il centro sportivo, e il Comune di Bologna che sovraintende al rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, PSC (Piano Strutturale Comunale) e il RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio) relativo a questo comparto e sul quale è prevista la possibilità di intervenire anche con destinazioni d’uso artigianale, commerciale e ricreativo.
Un Comune che ha diniegato per ben due volte il progetto presentato dal Gruppo Maccafferri perché non rispondente ai requisiti richiesti. E che ora sta ponendo la giusta attenzione alla distanza che si copre tra il supermercato previsto e il cimitero della Certosa, distanza inferiore a quella contemplata dalla normativa dell’Ausl, e che quindi richiederebbe una deroga.
Ora nel 2019 la vicenda assume caratteristiche ancora più complicate e quasi grottesche. A Giugno 2019 si scopre che verrà installata un antenna con apparati outdoor, una nuova stazione radio base per la telefonia mobile, richiesta con regolare permesso da Wind Tre Spa. Una richiesta che risponde a tutti i requisiti previsti dalla normativa locale e Nazionale.
Quasi paradossale oserei dire però.
All’interno di un centro sportivo (Cierrebi) e a 50 metri dal centro sportivo Corticelli, che raccolgono nelle ore di punta numerosissimi bambini e ragazzi si installerà una antenna della telefonia mobile.
Mah già che ci siamo proporrei anche di realizzare in loco, un piccolo reattore nucleare a fusione per la produzione dell’energia, magari potrebbe servire.
Inoltre, non poco lontano, precisamente alla rotonda Romagnoli, al termine dello stradone Ghandi e al termine del centro sportivo Corticelli, è in via di realizzazione l’installazione di un’altra antenna della telefonia.
Detto questo, sappiamo che molte delle questioni in gioco, come la realizzazione del supermercato, o l’installazione di un antenna sono previste e normate da diverse leggi, locali, regionali e nazionali alle quali noi dobbiamo sottostare. Però, la costruzione di un supermercato di medie dimensioni, (di superficie massima 2500 mq) all’interno di un centro sportivo, in un area già ricca di strutture di vendita e in una zona già congestionata sotto il profilo del carico urbanistico, traffico, approvvigionamento idrico, smaltimento rifiuti ecc risulta non appropriato.
Ritengo che è in gioco la tutela e la sopravvivenza di una piccola area sportiva e verde (che diverrebbe piccolissima), adiacente ad un altra area sportiva e verde.
E che la difesa della sua vocazione sportiva, non è una battaglia tecnica, ma è una battaglia politica e culturale a tutela degli interessi della collettività.
Una visione di città e di società che cerca di condividere e fondere insieme la sostenibilità, sociale, ambientale ed economica al fine di migliorare e proteggere la vita dei propri cittadini.
Quindi un appello a tutti coloro che operano sulla città, pubblico e privato, al senso di responsabilità etico e sociale, al coraggio di fare delle scelte più giuste e forse meno convenienti.