Lunedì 19 novembre 2018 il consigliere comunale Claudio Mazzanti ha presentato il seguente intervento di inizio seduta inerente la movida in Via Petroni.
Su via Petroni, leggendo le dichiarazioni che ho visto sulla stampa, quello che ho letto veramente mi sembra un po’ tutto sull’assurdo.
L’Amministrazione comunale ha emesso un provvedimento che fotografa una realtà dove vi sono operatori che non rispettano minimamente le regole e i regolamenti e, come tali, devono rientrare.
L’Assessore Aitini è stato molto chiaro da questo punto di vista: se c’è bisogno, ci sono esigenze e si rispettano le regole, non vi è alcun problema di aprire un tavolo di confronto e ridefinire gli ambiti di quelle ordinanze.
Esperienze positive ce ne sono. Avevamo fatto ordinanze restrittive da parte di alcuni operatori in alcune parti del centro storico, questo si è capito chiaramente. La situazione è tornata alla normalità e si sono allentati i vincoli che l’Amministrazione ha messo.
Finché questo non avverrà sarà molto difficile, anche perché alcuni di questi operatori, riconosciuti anche dagli stessi, non sono capiti. Bisogna che si rendano conto che i residenti che abitano lì (oltre quattrocento famiglie) hanno tutti i diritti di dormire al pari degli altri cittadini della città di Bologna.
Per quel che riguarda invece l’estensione, tutte le volte che si parla di pedonalizzazione nel centro storico si parla sempre di possibili assembramenti. Io posi una questione tempo fa ed ebbi una risposta non molto edificante da parte dell’autorità di Polizia: non capisco perché in altre parti di questa Europa, dove ci sono attività di movida serale, la polizia è in mezzo alle persone, gira in mezzo alle persone, non sta ferma in un punto, vigilanza di movimento; basta vedere Barcellona da questo punto di vista, ma potrei fare un lungo elenco, perché buona parte di noi ha girato. E si cominci anche qua e non teniamo fermi sotto il palazzo del teatro comunale i due/tre cellulari di forza pubblica e le quattro/cinque macchine della Polizia municipale.
Si cominci a stare in mezzo alle persone, si cominci ad intervenire con un’attività dinamica ben visibile, sia in divisa che in borghese, in modo tale che chi fa schiamazzi e si comporta in modo incivile prenda la giusta sanzione e gli si impedisca di continuare così, trovando un equilibrio giusto fra dei giovani.
Bologna è una città che ha oltre quarantamila studenti fuori sede e devono vivere e non vorrei tornare alle grida dei podestà di un tempo, sono visibili presso la Cassa di Risparmio, presso l’archivio del Comune dove, sempre in lotta con gli studenti universitari, nel 1200, 1300, 1400 queste grida cosa dicevano? In base al rumore che facevi e allo schiamazzo che creavi, a seconda del disturbo c’era un certo numero di scudisciate. Per fortuna non siamo più a quei tempi, però credo che di fatto una regola e una dinamica di intervento occorre trovarla.