Lunedì 13 maggio 2019 la consigliera comunale PD Giulia Di Girolamo è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale in merito alla recente aggressione da parte di una babygang di minorenni.

Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta. Online è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

Parto dalla vicenda verificatasi lo scorso 9 maggio e già lo scorso mercoledì, tra le vie Genova, Istria e Faenza nel Quartiere Savena. Una vicenda molto grave, in cui tre minorenni per la seconda volta hanno provato a derubare un ragazzo disabile di 31 anni, affetto da problemi psichici ed in carico ad una casa famiglia, ragazzo che è stato immobilizzato dai tre ma che fortunatamente questa volta è riuscito a scappare ed allertare le forze dell’ordine accorse immediatamente sul posto e dopo qualche ricerca sono riuscite ad individuare tre dei 4 giovani aggressori, due dei quali sono stati trasferiti nel carcere minorile del Pratello.

15 e 16 anni l’età dei piccoli aggressori, un segno tangibile di un problema oramai diventato di grande interesse pubblico e di grande allarme per tutti noi, visto anche il numero di denunce sempre più frequenti da parte dei cittadini di episodi di questo tipo. Quello che è successo al quartiere Savena è un fatto, come ho detto, molto grave, non è il primo che si verifica in città (sono infatti 10 i casi di segnalazione da gennaio, alla procura dei minori per episodi di bullismo, minacce e violenze tra giovani coetanei) e che merita tutta la nostra attenzione, nonchè un investimento sostanziale di risorse umane ed economiche in grado di fronteggiare questa deriva violenta dei giovani, sempre più esposti tramite la tv e i social ad un linguaggio violento e promotore di odio, che iniziano già all’età di 14 anni ad essere fautori di fattispecie di reati come le estorsioni a danno di loro coetanei. Ci troviamo di fronte, a mio avviso, ad una crisi di umanità e ad una emergenza educativa molto forte molto spesso legata all’uso irresponsabile dei social che sui giovani hanno un impatto fortissimo. Come ha ribadito la criminologa Bolzan, intervenuta durante il dibattito su “Diritti, legalità e violenza di genere tra le nuove generazioni“, abbiamo adolescenti sempre più connessi e sempre più isolati, alcuni dei quali vivono già situazioni di disagio e marginalità molto gravi.

Abbiamo quindi la grande necessità come istituzione di fare di più, di mettere ancora di più al centro della nostra azione amministrativa il valore e l’importanza dell’educazione degli adolescenti, creare un rapporto ancora più stretto tra il mondo della scuola, le famiglie (un mondo che talvolta non è pienamente integrato con le attività svolte all’interno delle scuole) e il contesto esterno, l’educativa di strada per togliere dall’isolamento questi ragazzi, ricordando loro che come tutti i cittadini hanno dei diritti ma anche dei doveri, che fanno parte di una comunità, facendo comprendere loro la pericolosità di certe dinamiche violente, non a mero scopo punitivo, ma per ricostruire a partire da loro e insieme a loro il valore del vivere civile che in casi come quello sopra riportato viene meno.

Il mondo della scuola, in particolare gli insegnanti, molto spesso si trovano soli a combattere quella fragilità e quel vuoto educativo, soprattutto in quelle scuole cosiddette di frontiera, dove c’è una più alta concentrazione di ragazzi e ragazze con problemi pregressi, anche derivanti da situazioni familiari molto complesse. Attraverso il rafforzamento dei validi percorsi già in essere portati avanti dal Comune di Bologna, in stretta collaborazione con tutte le realtà associative del territorio e con i quartieri, dobbiamo porci come obiettivo primario quello di compiere una grande e faticosa opera di responsabilizzazione dei nostri giovani, offrendo loro una via d’uscita basata sul dialogo tra coetanei (uno strumento valido è in questo caso la Peer education, importantissima per ridurre le differenze tra gli adolescenti facendoli sentire protagonisti e responsabili delle proprie azioni), l’incontro di esperienze diverse, la conoscenza, l’informazione e l’approfondimento di temi cruciali quali l’uso responsabile dei social e il rispetto dell’altro. Solo così, a mio avviso, riusciremo a rafforzare il ruolo e il valore dell’educazione, prima arma per sconfiggere questa spirale di violenza.

Anticipo che nei prossimi giorni formalizzerò una richiesta di udienza conoscitiva alla commissione competente per fare il punto non solo sui
nostri servizi e percorsi in essere, ma anche per ascoltare quel mondo di operatori scolastici e non che quotidianamente si confrontano con queste difficili realtà.