Lunedì 14 febbraio 2022 la Consigliera comunale PD Giulia Bernagozzi è intervenuta ad apertura di seduta in Consiglio comunale sul rischio di guerra in Ucraina.
Il video integrale della seduta del Consiglio comunale è disponibile a questo link: https://youtu.be/ijG0dYJE6ww
Si indica inoltre il minuto a cui è possibile riascoltare l’intervento della consigliera Giulia Bernagozzi : 1h17m58s
Di seguito il testo dell’intervento in aula.
Care colleghe e cari colleghi,
questo intervento è stato scritto a 4 mani, con la Consigliera Rita Monticelli, delegata ai diritti umani . Approfitto per ringraziarla per il grande lavoro che svolge per tutti noi, così come tutti i colleghi delegati su temi specifici. Ruoli politici e di servizio svolti con grande passione e serietà.
La tensione in Ucraina cresce di giorno in giorno, le ultime dichiarazioni del Presidente americano Joe Biden sono “diventerà una guerra mondiale se americani e russi si scontreranno militarmente”. Anche Papa Francesco non smette di lanciare i suoi appelli accorati per la pace: la guerra è una pazzia.
Ma come è iniziata la recente crisi Ucraina-Russia?
Mesi di diplomazia non sono riusciti a risolvere la crisi, mentre cresce la paura per un’imminente invasione russa dell’Ucraina, gli sforzi diplomatici per risolvere la questione mostrano purtroppo pochi segni di progresso.
La Russia ha più di 100.000/130000 truppe al confine con l’Ucraina, un atto che ha scatenato gli avvertimenti occidentali di un’imminente invasione. Mosca, che ha ripetutamente negato i suoi piani di invasione e dice che sta rispondendo all’aggressione degli alleati della NATO, respinge questi avvertimenti come “isteria”.
Gli sforzi diplomatici per risolvere le tensioni in Ucraina si intensificano negli incontri di alto livello a Mosca e Washington. Ma l’immagine del lungo tavolo che divide Macron da Putin sembra simboleggiare una distanza incolmabile, o almeno che l’accordo sia, appunto, ancora lontano
Non possiamo nascondere la grande preoccupazione nel sentire soltanto queste due parole: “guerra mondiale”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha esortato i cittadini americani a lasciare subito l’Ucraina perché “le cose potrebbero impazzire velocemente”. “Sarà una guerra mondiale – ha aggiunto – quando gli americani e la Russia cominceranno a spararsi”.
La parole “guerra mondiale” terrorizzano, oggi così come ieri. Tuttavia i segnali ci sono da molti anni. Come la stampa ha fatto notare infatti, è significativo che si ripeta la parola pazzia, e il verbo “impazzire”. La guerra è guerra, e non vi è mai una ragione plausibile ad essa.
La guerra per ideologia, guerra per interessi geopolitici, economici, la guerra causata anche dall’indifferenza, della collettività e dei singoli.
Oggi fa paura solo il fatto che si parli di “guerra mondiale”. Ma è bene ricordare che molti sono i territori in cui sono in atto focolai di guerra, dai quali potrebbe innescarsi un incendio mondiale.
E’ bene ricordare alle guerre si accompagnano genocidi, la devastazione umana, la povertà, la cancellazione della memoria di storie, uomini e paesi.
Oggi la stampa riporta che la Nato si prepara a inviare mille soldati sul fronte sud est europeo che saranno schierati al fronte: ci sarà anche l’Italia con Alpini e bersaglieri, dovranno difendere il confine con Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania. La decisione sarà ufficializzata tra il 16 e il 17 Febbraio, ma la missione da parte dell’Italia dovrà ottenere via libera dalle camere.
Alcune persone, intervistate, in Ucraina sembrano apparentemente rassegnate, dopo otto anni sono abituate a questo e non percepiscono il precipitare della situazione avvertita invece dal resto del mondo.. Ma il ministero degli esteri invita comunque i nostri connazionali a rientrare. C’è però chi è venuto in Italia, cito, per salvare almeno la propria madre: si attende l’invasione domani, dopo domani, non si sa quando. Così ci si prepara a combattere. Ma non è solo l’esercito ad addestrarsi: stanno girando foto e video di donne, civili e bambini intenti a maneggiare armi di legno e ad allenarsi guidati dai soldati.
Nel parcheggio di via Massarenti a Bologna le care givers Ucraine e altre donne e uomini mandano cibo e altro ai propri familiari, sempre in maggiori difficoltà economiche: “mandiamo aiuti ai nostri cari assediati” riporta la stampa. Vogliono essere di aiuto ai genitori e ai parenti sotto assedio : “La Russia e la Nato litigano, ma se scoppia la guerra non resta vivo nessuno” cita la stampa. In Ucraina si raccolgono civili per esercitazioni militari, le famiglie sempre più impoverite. E sebbene anche nella popolazione ucraina c’è chi si schiera da una parte o dall’altra, la maggior parte della persone vuole l’indipendenza sia da Putin che dalla Nato. Da queste divisioni purtroppo sarà tutta la gente a pagarne il prezzo.
Da quanto tempo aspettiamo, anche noi, guardando come da uno schermo che protegge e distanzia, l’invasione dell’Ucraina? E come stiamo ‘osservando’ la grave crisi umanitaria ai confini orientali dell’Europa?
Amnesty International afferma che, in caso di ulteriore conflitto armato in Ucraina, ci sarebbero conseguenze devastanti per i diritti umani di milioni di persone: minaccerebbe le vite di civili, i beni di sussistenza e le infrasttutture, provocherebbe povertà, crisi alimentare, e forse sfollamenti di massa. Agnes Callamard, segretaria di Amnesty International, afferma: “la minaccia dell’uso della forza militare … sta già danneggiando i diritti umani di milioni di persone in Ucraina e altrove. E’ il momento di spezzare questo circolo vizioso”.
Ribadiamo qui quindi con forza che la guerra era e resta una follia.
Pertanto ci accodiamo ai tanti appelli nati in queste ore, a tutti i responsabili della UE e della politica internazionale di agire con determinazione per impedire che la crisi in Ucraina sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti su tutto il mondo.
Non si possono difendere i diritti umani e risolvere la crisi attraverso schieramenti da guerra, aerei, eserciti, navi da guerra
Con la guerra si abbatterebbe una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di proporzioni gigantesche e irreparabili.
Bologna non può esimersi da chiedere al governo Italiano che prenda posizione e si attivi presso l’Unione europea affinché la follia della guerra venga sostituita da negoziazioni e politiche internazionali di pace sovranazionali.