Lunedì 4 febbraio 2019 la consigliera comunale PD Federica Mazzoni è intervenuta ad inizio seduta in merito alle iniziative proposte dai professori del Liceo Copernico.

Online e negli allegati è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

L’articolo 1 del Decreto legislativo 297/1994 afferma che: “ai docenti è garantita la libertà di insegnamento come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. L’esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni”.

E come si può chiedere, anche solo pensare, che varcata la soglia delle aule scolastiche, insegnanti, con funzione di educatori ed educatrici, studenti e studentesse non portino in classe loro stessi? Una scuola asettica, indifferente e burocratica, che non si sporge e non contempla la crescita a tutto tondo dei ragazzi e delle ragazze non è vera Scuola. E la libertà di espressione è un diritto costituzionalmente garantito, mi auguro che parlamentari e componenti di Governo lo sappiano.

In questo senso l’appello dei docenti del Liceo Copernico che afferma che “ non sia possibile far finta di niente e continuare a ignorare nell’attività didattica i fatti che si muovono intorno a noi, perché una scuola che non riesce a facilitare la comprensione e la rielaborazione di quello che accade al di fuori non svolge la propria funzione” è un atto di civiltà.

A cosa si riferiscono nello specifico? A come viene gestito e raccontato il fenomeno migratorio dall’attuale Governo. Fuori dal politicamente corretto: l’assistere quotidiano dell’innalzamento dello scontro politico sulla vita di persone disperate che migrano per cercare una vita dignitosa e senza pericoli, il tenerle in balia del mare, sprezzanti di leggi e convenzioni internazionali vigenti, sprezzanti di una minima umanità che sembra persa o mai provata, estremizzare le contrapposizioni tra italiani e persone di origine straniera, come se il benessere delle prime fosse direttamente correlato dall’assenza dei secondi, ecco tutto questo è spregevole e non può lasciare indifferenti.

La proposta, già diffusasi e raccolta in altre scuole, è un’azione curriculare che coglierà lo spunto dei temi previsti nei programmi scolastici per avviare collegamenti e approfondimenti che diano a studenti e studentesse gli strumenti per affrontare in modo consapevole ciò che sta succedendo nel mondo e in Italia.

Pieno, totale, assoluto appoggio. E molta gratitudine per questa iniziativa che dimostra ancora una volta quanto dobbiamo essere orgogliosi della scuola a Bologna e di come la si debba difendere senza titubanza alcuna.