Lunedì 9 luglio 2018 la consigliera comunale Simona Lembi ha ricordato in apertura di Consiglio Comunale il Prof. emerito dell’Università di Bologna Carlo Poni.
Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.
Il 26 giugno è venuto a mancare, a New York, Carlo Poni, Professore emerito dell’Università di Bologna.
Stamane si è tenuta la cerimonia di commiato alla Cappella dei Bulgari all’Archiginnasio. Il Prof. Poni è stato ricordato dai docenti Patrick Leech, Anna Stagni e Fabio Giusberti; alla cerimonia, per il Comune di Bologna, in rappresentanza del Sindaco, ha preso parte l’Assessora Gieri.
Scelgo di ricordarlo, in apertura della seduta odierna del Consiglio comunale, non solo per condividere la sua esperienza di studioso, ma soprattutto per il profondo legame che l’attività accademica del Professor Poni ha avuto e ha ancora con Bologna e con alcune tra le nostre Istituzioni culturali, tra cui, in particolare, il Museo del Patrimonio Industriale e quello della Civiltà contadina a San Marino di Bentivoglio.
Era nato a Forl il 26 marzo del 1927, dove ha seguito gli studi ginnasiali e liceali. È stato poi studente presso il nostro Ateneo, dove si è laureato nel 1950 in filosofia con il Professor Felice Battaglia.
Da quegli studi, sì è presto avvicinato alla storia economica ed in particolare alla storia dell’agricoltura sotto la guida del Professore Luigi dal Pane e del suo assistente d’allora, Renato Zangheri.
Prima di diventare docente all’Alma Mater di Bologna è stato insegnante nel liceo classico di Teramo, poi al Minghetti, nella nostra citta’.
Nel 1964 diventa libero docente in storia economica e dopo alcuni anni trascorsi all’Università di Trieste, come professore assistente, dal 1968 al 2002 docente presso il nostro Ateneo.
Non è mia intenzione, nei pochi minuti riservati agli interventi in apertura del Consiglio comunale, ripercorrere la lunga attività accademica del Professor Poni. Non ne avrei il tempo e soprattutto non credo sia questo il contesto migliore per farlo. Lo hanno fatto, meglio di quanto potremmo noi ora fare qui, suoi colleghi e suoi ex allievi, con molto affetto, nella cerimonia di stamane.
Tengo solo, a sottolineare a come, a mio parere, della qualità del suo lavoro raccontino alcune delle parole che motivarono la scelta della Facoltà di Scienze Politiche di nominarlo Professore emerito:
“La caratteristica saliente del profilo scientifico di Carlo Poni è la proiezione internazionale della sua attività di ricerca. (…) La densità e il livello delle sue relazioni internazionali sono rappresentate in modo efficace dall’elenco delle istituzioni con le quali è stato chiamato a collaborare:
Directeur d’Etudes all’Ecole de Hautes en Sciences Sociales di Parigi
Visiting fellow nel dipartimento di scienze sociali dell”insittute for advanced studies di Princeton
Full Professor di Storia economica all’Istituto Universitario europeo di Fiesole
Visiting fellow al Wissenschaftkolleg zu Berlin
Permanent fellow del St. Anthony’s College di Oxford
Visiting scholar al Max Planck Institut di Goettingen
Life member di Clare Hall, Cambige”
Tengo molto, inoltre, a ricordare, li prestigioso Premio Antonio Feltrinelli a lui assegnato nel 2005 dall’Accademia dei Lincei.
Quello che mi preme maggiormente qui sottolineare è, invece, il rapporto profondo che il Professor Boni ha avuto con la Città di Bologna e complessivamente con questa terra e come i suoi studi siano stati essenziali per l’avvio di preziosi istituti culturali oggi visitati da studenti, cittadini e turisti, istituti capaci di raccontare la storia più profonda di questa terra, e di parlare ancora oggi, quindi, al nostro presente.
Bologna è ricca di docenti che si esprimono nell’attività di ricerca, di studio e di insegnamento all’interno dell’Accademia. E’, questa, un’attività preziosa. Ve ne sono però alcuni, che riescono anche a intrecciare la loro attività di studiosi, con quella della città e con un prezioso lavoro con le istituzioni locali. Carlo Poni era di questi.
Studioso di storia dell’agricoltura, attento alla storia della civiltà materiale, Poni è stato tra i fondatori e poi direttore del Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio tra il 1974 e il 1982, primo esempio italiano di istituzione museale strettamente legata alla ricerca storica; successivamente anche per avere indirizzato le sue ricerche allo studio della proto-industra, in particolare allo sviluppo nella Bologna del Cinque-Settecento di un autentico, fiorente distretto della seta, e avere di conseguenza lavorato anche sulla storia della tecnologia ( ha approfondito il rapporto fra le operaie della seta e gli imprenditori della seta e messo in evidenza i conflitti tra mestieri diversi), è stato co-fondatore del Comitato scientifico della Casa dell’Innovazione e del Patrimonio Industriale dedicata alla tematica dei distretti industriali nel lungo periodo.
Tengo, infine, a sottolineare come Carlo Poni sia stato tra i primi collaboratori del Mulino, fondata nel 1951 da un gruppo di giovani suoi coetanei e in buona parte, come lui, allievi di Felice Battaglia (ricordo Nicola Matteucci, Antonio Santucci, Fabio Luca Cavazza, Luigi Pedrazzi).
Suo l’articolo di apertura del secondo fascicolo del dicembre del 1951: l’intellettuale in provincia; sua, insieme con Alberto Caracciolo e Carlo Cipolla, la determinazione a definirne una delle linee editoriali più forti: quella della storia economica.
Dagli anni Settanta fu poi tra gli artefici della politica editoriale della Casa Editrice per la storia, e di certo tra i più influenti insieme con Alberto Caracciolo e Carlo Cipolla, nel definirle una delle linee caratterizzanti: quella della storia economica.
Infine, ad ulteriore testimonianza del suo profondo legame con la nostra città, tengo a mettere in evidenza il fatto che i familiari abbiano donato l’intera raccolta degli studi e della produzione scientifica del Professor Poni all’Archiginnasio di Bologna.
Anche per questo so di poter dire, in modo condiviso, che il Consiglio comunale di Bologna si stringe attorno alla moglie e alla figlia, oltre che manifestare vicinanza a tutte le persone che gli sono state care.
A lui la città di Bologna deve molto. Per questa ragione, ringraziando il Mulino per la conversazione avuta per mettere a punto questo breve ricordo, ed in particolare l’attenzione a questo manifestata dal Dottor Ugo Berti e dal Professor Gianni Sofri, le chiedo, Signora Presidente, cortesemente di invitare il Consiglio comunale a tenere un minuto di silenzio in memoria del Professor Poni.