Lunedì 21 febbraio 2022 il Consigliere comunale PD Mattia Santori è intervenuto ad apertura di seduta in Consiglio comunale riguardo all’identificazione dei giovani nella piazze

Il video integrale della seduta del Consiglio comunale è disponibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=a6ZlSgcGIAo

Si indica inoltre il minuto a cui è possibile riascoltare l’intervento del consigliere Mattia Santori  : 01:42:07

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

Riconoscere e prevenire: perché i giovani vengono identificati nelle piazze

Vorrei partire dalla definizione che si trova sul vocabolario del verbo “Riconoscere”: “accorgersi e rendersi conto, da qualche segno o indizio, che una persona si era già conosciuta, che è quella stessa che si era conosciuta precedentemente; o, più semplicemente, rendersi conto dell’identità di una persona”.

Comincio con questa definizione per spiegare perché insieme ad altri 5 consiglieri eletti della maggioranza abbiamo espresso preoccupazione rispetto alle segnalazioni che ci sono arrivate da decine di famiglie. I loro figli, in una fascia d’età che va dai 12 ai 15/16 anni, soprattutto in questo ultimo fine settimana, sono stati fermati dalle forze dell’ordine e riconosciuti tramite registrazione del documento e fotografia identificativa. Non essendo al corrente di questa operazione su larga scala, ci siamo sentiti in dovere di esprimere una sola e semplice preoccupazione: ossia che il concetto di controllo, se non accompagnato da un corretto svolgimento e da una narrazione trasparente, rischia di essere fuorviante, e di acuire un clima di paura e insicurezza nei confronti dei ragazzi, soprattutto minorenni, che si trovano e si troveranno ad essere identificati.

La risposta della Questura alla nostra preoccupazione è arrivata tempestiva e di questo non possiamo che essere riconoscenti e soddisfatti. Questa mattina siamo stati infatti invitati ad un incontro con il questore Isabella Fusiello, che ringraziamo, alla presenza del capo di gabinetto del sindaco Matilde Madrid e del capogruppo PD Michele Campaniello. Ci è stato spiegato che la parola d’ordine è prevenzione. Il fenomeno della mala movida, infatti, si sviluppa a partire dal pomeriggio dalle piazze più centrali del centro storico, con gruppi numerosissimi di giovani, per la maggior parte minorenni, che arrivano dalle periferie e dai comuni limitrofi e che in tarda serata si riversano nella zona universitaria. L’identificazione preventiva permette alle forze dell’ordine di comprendere e monitorare questi flussi e di riconoscere, appunto, chi sono questi giovani. Cosa che sarebbe invece difficoltosa se avvenisse nelle zone della movida nelle ore di punta. Tutti gli identificati sono criminali? Certamente no. Ma da un primo riscontro sembra che una massiccia identificazione svolga una funzione di deterrenza, nonché una raccolta dati preziosissima per quei settori educativi che stanno lavorando in queste settimane per cucire su misura una risposta strutturale che produca effetti di lungo termine. Va infatti sottolineato che la stessa Questura ritiene che la loro operazione è e deve essere temporanea.

Da parte nostra, ci siamo sentiti di segnalare la delicatezza di un’operazione di questo tipo, e l’assoluta necessità di una attenta sensibilità nel momento in cui ci si interfaccia con minorenni e adolescenti. Siamo stati ringraziati dal questore e rassicurati in tal senso che tutte le operazioni si svolgeranno nel massimo rispetto della dignità dei ragazzi. E che le condotte inappropriate che ci sono state segnalate verranno verificate. Non possiamo che apprezzare la disponibilità al dialogo e la capacità di mettersi in discussione. Ma in particolare ciò che abbiamo apprezzato è la richiesta di supporto. Perché questo significa che anche il Questore condivide un’impostazione di sicurezza non esclusiva, ma che anzi comprende tre attori che si coordinano e comunicano tra loro: forze dell’ordine, cittadinanza e intermediari politici.

Sul terzo attore, vista l’aula in cui ci troviamo, dovremmo quindi farci qualche domanda. Perché se come consigliere e consiglieri siamo stati eletti, non è per pigiare bottoni o interpretare tifoserie precostituite, ma è quello di dare rappresentanza e, nel limite delle nostre capacità umane e amministrative, fornire soluzioni.

E se oggi ci troviamo a “conoscere nuovamente una persona”, a identificarla un’altra volta, è una responsabilità politica di tutti, senza distinzione tra maggioranza e minoranza. Anche perché i ragazzi e le ragazze che oggi vengono RI-conosciuti sono sempre stati qui, a pochi metri da noi, a girare attorno a Piazza Maggiore, o sostare nel cortile di Palazzo D’Accursio. Non dovevamo andare a scovarli nelle banlieu o nei vicoli ciechi dei quartieri spagnoli. Eppure ce li siamo persi di vista. Forse perché eravamo impegnati a parlare astrattamente di sicurezza, oppure a esprimere solidarietà alle “servitrici dello stato.

Da parte nostra, sappiamo bene di non essere poliziotti, ma possiamo almeno essere vigili? Crediamo di sì. E crediamo che sia nostro dovere monitorare il rischio che l’attività delle forze dell’ordine possa essere vissuta da giovani e famiglie come una schedatura indiscriminata su base anagrafica.

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