Lunedì 4 settembre 2023 il consigliere comunale PD Franco Cima ha presentato ad inizio seduta in Consiglio Comunale un intervento dal titolo: “PNRR ancora ritardi”.

E’ possibile accedere qui al video della presentazione in aula.

Per ricevere in tempo le rate del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), l’Italia avrebbe dovuto completare una serie di obiettivi a scadenza regolare. Tuttavia, da quando è entrato in carica, il governo Meloni non è riuscito a portare a termine questi impegni assunti con la Commissione europea e le rate del Pnrr continuano a slittare. Ve lo abbiamo detto dall’inizio. Modificare la governance, progetti e tempistiche senza avere le capacità per farlo avrebbe creato enormi problemi.

Al fine da risolvere questo pasticcio – già costato all’Italia più di 7 mesi di ritardo nel ricevere la terza rata da 19 miliardi del Pnrr che ancora non si vede – il governo Meloni ha cambiato in corsa 10 obiettivi del Piano, per chiedere più tempo, ridurre l’ambizione degli interventi e, si spera, riuscire a prendere in tempo almeno la quarta rata da 16 miliardi.

Tra le modifiche proposte, alcune vanno a toccare interventi già pianificati con impegni vincolanti e finanziati. Caratteristiche che tutti i progetti bolognesi hanno.
Progetti come la rigenerazione urbana ed inclusione sociale come Villa Aldini il secondo lotto del teatro comunale, il secondo lotto sul Giuriolo che deve essere sede dell’archivio della cineteca. I Piani Urbani integrati, tra cui gli alloggi dell’ex scalo Ravone, Il museo della memoria, il museo dei bambini, In totale parliamo di 157 milioni per l’area metropolitana di cui 118 sul comune di Bologna Attenzione lavori che sono in linea con i tempi e con i criteri dettati dalle regole del PNRR. Sappiamo per fortuna che per ora si tratta di una proposta di modifica presentata dal governo alla Commissione e fino ad ottobre non cambia nulla. Ci dicono dice che comunque i fondi si troveranno nei fondi delle politiche di coesione nel caso non possano essere sostituiti. Chiunque conosce la programmazione dei fondi di coesione sa benissimo che sono fondi che non possono essere spostati senza creare sconquassi.

Lo ribadiamo. E’ un errore togliere fondi sicuri che rispondono a criteri corretti secondo la programmazione europea e tempistica giusta. Il rischio evidente che le imprese si ritirino, e che gli appalti saltino. Ma forse è quello che volete. A me sembra chiaro che si sta assumendo la logica alla ghino di tacco ‘i soldi ve li diamo noi e quindi da noi dovete passare”.

Ragionamenti che sono fuori asse rispetto a ogni questione di buon senso e soprattutto di uno stato di diritto A me pare che come al solito si giochi sulla pelle di cittadini questa ormai evidente smania di politicizzare ogni passaggio a vantaggio del partito unico di governo. Quando ci venite a fare la morale in consiglio tenete presente queste scelte. Meno posti negli asili, penalizzata la medicina di base ed escono dal piano le aree a rischio. Alluvione, il nodo rimborsi. “Una data ora non sono in grado di darla”, e Figliuolo perde la pazienza.  Il commissario per l’Alluvione Francesco Figliuolo, a Bologna per incontrare le parti sociali e il sub-commissario Stefano Bonaccini, assicura che è “al lavoro per i rimborsi al 100%”. Quando verranno erogati? “Inutile dare una data”, insiste più volte il commissario, perché è necessario prima stabilire “la modellistica. Dobbiamo solo mettere a punto delle norme semplificate con dei modelli di perizie in modo che si
possa celermente andare a rimborsare i danni”.  Guardate se io leggo le parole del Generale Figliuolo non posso che essere d’accordo ma qui il problema è un altro e fa il paio con quello del mio intervento precedente.

Una lentezza allucinante. I primi soldi veri dal governo per l’alluvione in Emilia Romagna sono 289 milioni, arrivano a tre mesi dall’allerta meteo e servono a finanziare gli interventi di
ricostruzione già realizzati dai Comuni Solo il 30 agosto il governo ha sbloccato 289 milioni di euro per sostenere tali interventi, tramite un’ordinanza firmata dal commissario straordinario alla
ricostruzione, il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Lo scorso giugno, si parlava di 2,2 miliardi promessi mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si trovava in Emilia Romagna, nel decreto legge a riguardo il governo ha tagliato varie voci per ridurre il primo finanziamento a 1,6 miliardi.

A luglio sono poi stati stanziati con un altro decreto 2,7 miliardi di euro, ma solo lo scorso 14 agosto, tanti amministratori locali si sono uniti in una protesta contro il governo sostenendo come gran parte delle opere già realizzate o in corso siano state pagate dalle loro casse, perché i fondi promessi del governo non erano ancora arrivati. Una situazione che ha dato spazio a forti iniquità, dato che solo chi aveva soldi in cassa ha potuto spenderli, mentre gli altri sono rimasti fermi.

Una situazione confermata dallo stesso Figliuolo che, lo scorso 31 luglio, raccontava come le autorità stessero ancora chiudendo l’elenco degli interventi di massima urgenza, circa 2.150, e che i comuni avrebbero ricevuto i primi fondi a inizio settembre. Ora, finalmente, il governo ha dato il via libera a Figliuolo per firmare l’ordinanza che dovrebbe riportare un po’ di sollievo, e 289 milioni di euro, ai comuni interessati.

Tuttavia, stando al testo diffuso, la nuova ordinanza non va a risolvere il problema dei comuni senza soldi, perché i 289 milioni sono destinati a coprire le spese già realizzate con fondi anticipati dalle amministrazioni locali o tramite finanziamenti di altri enti. L’articolo 2, titolato “Procedura per l’erogazione dei fondi”, specifica infatti come l’erogazione avvenga “a presentazione della rendicontazione finale delle spese sostenute”. L’ordinanza entrerà in vigore dal momento della sua pubblicazione  in Gazzetta ufficiale, non ancora avvenuta.

Quindi la logica è stata chi aveva i soldi è potuto intervenire ma chi non li aveva non ha ancora nulla.