Lunedì 27 marzo 2023 il consigliere comunale PD Roberto Iovine è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale sul tema del Servizio Sanitario Nazionale.
Qui è disponibile il video della discussione in aula.
Di seguito il testo dell’intervento in aula.
Recenti interviste a Giovanni Bissoni, ex assessore regionale alla sanità, che insieme all’ex presidente Errani ha lanciato una raccolta di firme per sostenere il SSN; ma anche all’attuale assessore Donini ed al sindaco Lepore, pongono l’accento sulla difesa del Sistema sanitario nazionale universalistico, minato da un cronico sottofinanziamento che rischia di essere letale.
Ma perché è così importante salvare il Sistema Sanitario nazionale Universalistico?
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- Per ideologia, che non è la stessa cosa di pregiudizio. Appartiene alla visione del mondo. Io voglio vivere in un mondo in cui si pretenda da ciascuno secondo le sue possibilità e gli si dia secondo i suoi bisogni (“Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”. Questa frase, resa celebre da Marx, è in realtà presa dagli Atti degli apostoli (cfr. Art. 4,35). Voglio vivere in un mondo imperniato sui valori di libertà, uguaglianza a solidarietà. Non in un mondo dell’homo homini lupus, mors tua vita mea, concorrenza spietata, individualismo, perdenti e vincenti ecc. Nel mio mond, sicurezza, sanità e scuola devono essere pubblici perché sono i capisaldi della convivenza civile e della coesione territoriale.
- Perché costa meno: i SSN costano meno dei sistemi privatistici: quello italiano costa circa lì’8% del pil (6% pubblico+2% a carico del cittadino); la metà di quello che costa negli Stati Uniti e significativamente meno di Germania 11,7% e Francia 11,2%
- Perché non esiste nessuna evidenza che un sistema privato sia più efficiente e costi meno di un sistema pubblico
- Perché ci sono evidenze suggestive (nel regno Unito) per un aumento della mortalità evitabile quando si appalta al privato profit la gestione delle strutture sanitarie (outsourcing).
- Perché il pubblico mira alla presa in carico del cittadino sofferente, non solo alla erogazione di una prestazione e questo è un indubbio vantaggio per l’utente;
- Perché un sistema a gestione pubblico ha più probabilità di essere equo e di mettere le risorse a coprire il reale bisogno piuttosto che una domanda che spesso è solo consumistica; è l’eterna questione della appropriatezza
- Perché è un sistema amato dai professionisti della salute in quanto equo e solidale: questo fa parte del dna della maggior parte di chi ha scelto una professione di servizio
Perché è in pericolo?
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- Perché è sottofinanziato da anni, nella presunzione demagogica degli anni scorsi secondo la quale la PA sarebbe stata ipertrofica e si procedette d una restrizione delle assunzioni (L311, 2004); una delle conseguenze è stato tra l’altro il maggior ricorso al privato convenzionato;
- Perché la legge delega sulla riforma fiscale prevede minori entrate per finanziare le quali si parla già di ridurre ulteriormente la spesa pubblica.
- Perché questo governo ha finanziato in modo insufficiente il fondo sanitario ed in particolare non ha neanche garantito la copertura delle extra spese per il covid.
- Perché si è legiferato sulla “sanità integrativa” che è diventata poi “sostitutiva”, spostando sulla fiscalità generale il costo sostenuto dalle aziende per acquistare le polizze per i propri dipendenti; in questo modo, tra l’altro, incrementando il ricorso inappropriato alle pratiche sanitarie, “tanto ho l’assicurazione”;
- Perché, come è stato sottolineato (Cavicchi sull’Espresso), la autonomia differenziata rischia di rendere autarchiche le regioni nella fornitura delle cure sanitarie, peggiorando ulteriormente le disuguaglianze.
- Perché avverrà silenziosamente, senza bisogno di nessuna legge, ma per esaurimento delle risorse e non per scelta democratica ma semplicemente per asfissia del sistema; i cittadini subiranno surrettiziamente il cambiamento, cui sono ormai già oggi abituati.
Che fare?
Resistere a questo scivolamento verso una sanità povera per i poveri, riconoscendo il valore dei un sistema pubblico universalistico, giusto e solidale, come il mezzo più efficace per rispondere al dettato dell’art 32 della nostra costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, (…)
Probabilmente si deve andare incontro, come suggerito da alcuni, ad una revisione della Riforma Sanitaria, per renderla più in grado di rispondere alla evoluzione epidemiologica e culturale di questi anni. Lo farà questo governo? Ricordo che la Riforma del 1978 venne votata da tutti i gruppi parlamentati, con l’eccezione del MSI.