Martedì 19 novembre 2024 il consigliere comunale PD Roberto Iovine ha presentato un intervento di inizio seduta dal titolo “Medici per i senza dimora: un’occasione colta solo in parte”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

La buona notizia della approvazione con voto unanime del Senato della legge Furfaro-Mumolo (PD) che garantisce un medico di base anche ai cittadini senza dimora, è senz’altro degna di sottolineatura.

Questa legge colma “un vuoto di tutela”, ritenuto in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i princìpi ispiratori della legge  istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai quali l’assistenza sanitaria andrebbe garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano “nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali”. Fa piacere ricordare che la Legge nazionale parte dalla Legge Regionale Mumolo approvata per la prima volta dalla Emilia Romagna, poi seguita da altre 5 regioni: Puglia, Marche, Abruzzo, Liguria e Calabria.

Fornire un medico di base a questa popolazione costituisce un grande passo avanti ed un miglioramento della garanzia di salute per una fascia di popolazione che sino a ieri poteva godere solo di una assistenza in regime di urgenza. Stiamo parlando di una popolazione di circa 96.000 persone, il 62% delle quali di nazionalità italiana. Si tratta però solo della popolazione censita, nota quindi ai servizi sociali e quindi probabilmente della punta di un iceberg. Inoltre il disegno di legge è stato modificato in senso peggiorativo dall’aula: il progetto iniziale prevedeva di garantire la copertura a tutti i cittadini senza dimora con o senza permesso di soggiorno. La mediazione invece si è raggiunta su un progetto sperimentale, finanziato con 1 milione di euro, che riguarda solo i cittadini italiani o stranieri con permesso di soggiorno e solo per 10 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Ppalermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.

Per citare Furfaro: “…con questo governo e questa maggioranza era impensabile intervenire. C’è un tema gigantesco che riguarda decine di migliaia di cittadini invisibili che la destra vuole lasciare nella illegalità per evocare paure e rabbia. Bisogna avere il coraggio di dire che la miglior sicurezza per loro e per la comunità, è portarli in percorsi di legalità.” Io aggiungo solo che questo vale anche per la sicurezza sanitaria, i virus non fanno distinzioni in base al permesso di soggiorno ed un cittadino infettato che non sia potuto ricorrere ad un vaccino od alle cure mediche necessarie, può diffondere malattie a tutti i cittadini, anche quelli di puro “sangue italiano”.

Il commento dei medici volontari Sokos e Biavati: “…questa legge, seppure importante, non cambierà in nessun modo la situazione dei tanti migranti che non avendo permesso di soggiorno né residenza non hanno diritto ad alcuna forma di assistenza, eccezion fatta per l’emergenza.” A Sokos solo 1-2% dei pazienti è un senza dimora, essendo il resto formato da immigrati irregolari; al Biavati il 90-95% dei pazienti sono immigrati irregolari.

In sostanza una ottima legge, sicuramente rappresenta un passo avanti rispetto al passato e la Emilia Romagna ha l’orgoglio di avere aperto la strada con la sua legge regionale voluta dal consigliere Mumolo.

Romane l’amaro in bocca di una mediazione che ha ridotto la platea di coloro che potevano usufruirne, sulla base di considerazioni non certo umanitarie né tanto meno etiche, ma solo sulla base di un mero calcolo politico, tra l’altro poco lungimirante.

Non ci si salva da soli, come ci ripetono ormai ossessivamente scienziati ed epidemiologi. E le leggi devono essere improntate ad intelligenza ed umanità, con uno sguardo complessivo e rivolto al futuro e non mediocri calcoli di ricerca del consenso.