Lunedì 20 gennaio 2025 la consigliera comunale PD Rita Monticelli ha presentato un intervento ad inizio seduta dal titolo “Le bandiere e la pace possibile”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.

Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta.

Le bandiere e la pace possibile

Oggi prendo la parola con un sentimento di profonda responsabilità e consapevolezza dell’importanza del momento che stiamo vivendo. La decisione del Sindaco di esporre la bandiera israeliana accanto a quella palestinese e alla bandiera della pace sul Palazzo Comunale rappresenta un gesto di straordinario valore simbolico politico e umano in seguito alla tregua tra Israele e Hamas. Gesto annunciato già molto tempo fa pubblicamente, che sarebbe avvenuto in concomitanza e in seguito alla tanto sperata tregua. Un gesto che parla di speranza, di dialogo e di una visione di convivenza pacifica, che è tanto necessaria quanto difficile da costruire.

Non è un gesto che passa inosservato, e lo dimostrano le reazioni contrastanti che ha suscitato. Da un lato, il plauso della comunità ebraica, dall’altro le perplessità e le proteste di alcune comunità e cittadini palestinesi. Questo ci ricorda che le bandiere non sono semplici pezzi di stoffa e simboli: esse portano con sé storie, identità, sofferenze e speranze e la loro esposizione pubblica richiama inevitabilmente riflessioni complesse. Esporle insieme è un invito al dialogo, ma anche una sfida, perché il dialogo autentico richiede sempre coraggio e, soprattutto, la volontà di riconoscere le sofferenze e il dolore altrui.

Questa tregua tra Israele e Hamas è un passo importante, ma fragile, e quelle bandiere unite da quella della pace vogliono essere un invito a continuare a sperare, perché vogliamo credere che dalla tregua nasceranno azioni e determinazioni per una pace duratura e una solida politica di conciliazione. Non ci stiamo illudendo che una tregua sia sinonimo di per sé di pace. La pace vera è un processo lungo, che deve poggiare su fondamenta solide di giustizia. E la giustizia richiede di affrontare le cause profonde del conflitto, e dell’ingiustizia che segnano da decenni la vita dei popoli di quelle terre martoriate, riconoscendo il diritto del popolo palestinese a vivere in libertà e dignità, così come il diritto di Israele alla sicurezza e alla pace. Una giustizia che non è mai facile, ma è indispensabile per costruire un futuro in cui nessuno si senta escluso o addirittura soppresso.

La pace autentica non si costruisce soltanto con le tregue: essa richiede l’impegno a rimuovere le cause strutturali del conflitto, a partire dall’occupazione, dall’espansione degli insediamenti e dalle privazioni quotidiane che affliggono milioni di palestinesi, e lo sterminio di migliaia di innocenti palestinesi soprattutto a Gaza. Così come non dimentichiamo il massacro del 7 Ottobre in Israele da parte di Hamas. Non dimentichiamo il sistematico violazione del diritto umanitario, lo sterminio di vite innocenti, da entrambe le parti, e tuttavia vogliamo continuare a sperare nella pace.

Nel gesto di speranza del Sindaco, vedo un invito alla riflessione e al confronto.

Bologna, città storicamente aperta al dialogo e all’inclusione, si fa portavoce di un messaggio ancora più profondo: che non ci può essere pace senza giustizia, e che ogni processo di riconciliazione e dialogo deve partire dal riconoscimento delle sofferenze di tutte le parti coinvolte.

Esprimiamo anche l’impegno a riprendere il dialogo interculturale e interreligioso e a promuovere iniziative concrete in questa direzione tra le comunità presenti sul nostro territorio per fare sì che Bologna sia non solo un simbolo di speranza, ma anche un laboratorio concreto di pace e giustizia. Vi invitiamo per questo venerdì 24 in Cappella Farnese alle 15 a parlare con gli Enti Locali nazionali di percorsi e costruzioni di pace, con il Presidente De Pascale, il Sindaco Lepore e l’Assessore alla pace Ara.

Correlati