Lunedì 10 gennaio 2022 il consigliere comunale PD Maurizio Gaigher  è intervenuto ad apertura di seduta in Consiglio comunale ricordando Michele Ammendola.

Il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio.

E’ difficile intervenire oggi in quest’aula in ricordo del compagno Michele Ammendola, marito di Alessandra e papà di Francesco e Luca, pizzaiolo antimafia che venerdì 7 gennaio è venuto a mancare a causa di un infarto che non gli ha lasciato scampo: morire così, senza preavviso, a nemmeno 46 anni, lasciando una giovane famiglia ha il sapore dell’ingiustizia.

Sono troppe le emozioni e i ricordi che la sua figura, meravigliosamente ingombrante, ha lasciato alla comunità del Pilastro e al circolo “La Fattoria”, alla cooperativa “La Formica” di cui era socio fondatore e con la quale ha fatto nascere la Pizzeria etica “Porta Pazienza”, alle tante associazioni e alla rete dell’antimafia con cui da anni collaborava, all’Associazione ANGSA, al Napoli Club Bologna, e tutti coloro che hanno incrociato il proprio cammino con il suo carisma e la caparbia pervicacia con cui riusciva a trasformare autentiche passioni in “febbre del fare”, nella continua ricerca di soluzioni che potessero aiutare i fragili ad affrancarsi, anche a costo di muovere le montagne.

Anche se la vita, con Michele, non è stata tenera (è stato costretto ad allontanarsi da Napoli all’età di 30 anni per inseguire lavoro e riscatto sociale) nella nostra città ha potuto trovare un approdo sicuro, un nuovo luogo da chiamare casa: ma in 15 anni di vita vissuta intensamente tra Bologna e Granarolo, ha sempre voluto esercitare attivamente la sua cittadinanza non accontentandosi mai dei risultati che riusciva ad ottenere ma guardando sempre più avanti di molti di noi!

Michele era un visionario e, come con tutti i visionari non era mai semplice seguirlo: non appena riusciva a raggiungere un obbiettivo era già pronto a partire con un altro progetto.

Negli ultimi 7 anni si è occupato di Terra dei Fuochi con il Comitato “io Lotto”, poi di far crescere il “Napoli Club Bologna”, poi ha dato un contributo importante per realizzare i grandi eventi dell’Associazione “Libera” tra cui l’organizzazione della “Giornata della memoria e dell’impegno” del 21 Marzo 2015; ha seguito il processo “Aemilia” organizzando il “viaggio della legalità” con la Mehari di Giancarlo Siani che ha lambito tutta l’Emilia-Romagna da Piacenza a Rimini; e ancora, l’apertura della Pizzeria etica “Masaniello” in Porta San Donato, il pullman verso i territori casertani e l’incontro con Don Maurizio Patricello, poi l’apertura della pizzeria “Porta Pazienza” al Pilastro con l’organizzazione di eventi estivi coinvolgendo tutta la rete dell’antimafia, la CGIL, il CEFA. Poi cresce la consapevolezza dell’autismo e quindi l’impegno in ANGSA e la lotta per trasformare il Comune di Granarolo in città Blu per avere luoghi adatti ad accogliere le persone con spettro autistico. E, ancora, la realizzazione di infiniti progetti ed eventi con le ultime imprese nate nel periodo del lock-down.

Quando entri in pizzeria, da “Porta Pazienza” trovi due messaggi: “Primi Secondi e Ultimi” e “Da Vicino Nessuno è normale”. Michele era questo. Una persona che pensava sempre agli ultimi e che con la sua geniale follia riusciva a coinvolgere tutti noi nelle sue iniziative. Sua è, ad esempio, l’iniziativa della Pizza Sospesa; sua l’idea di diversificare l’attività imprenditoriale in periodo di pandemia, ispirando un crowdfunding per attrezzare un furgone, un food-truck, con il duplice obiettivo di avvicinare la pizza di “Porta Pazienza” a chi non poteva raggiungerla e di continuare a dare gambe al progetto imprenditoriale della Cooperativa Sociale “La Formica” che, ora senza il suo aiuto, vuole e deve continuare a rappresentare un’importantissima opportunità di lavoro per i ragazzi del Pilastro e anche per la sua famiglia a cui vorrei andasse l’affettuoso abbraccio dell’amministrazione comunale.

La proverbiale generosità di Michele, riconosciuta da chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo, non è mai stata solo un tratto caratteriale, ma una scelta di vita incarnata e testimoniata fino all’ultimo minuto. Da quando ho avuto la fortuna di conoscerlo non vi è mai stato un solo attimo in cui Michele abbia dato l’impressione che le sue fatiche potessero essere l’inizio di un ripensamento per la strada impegnativa che aveva intrapreso: persino nei periodi più difficili ha sempre dimostrato di esser convinto che la solidarietà e l’attenzione agli ultimi fossero da annoverare tra i valori fondanti della nostra società oltre che diritti a cui non potere rinunciare!

Caro Michele, pensavamo di averti adottato ma in realtà sei tu che hai adottato noi!

Ti dobbiamo molto e sapremo ricompensarti prendendoci cura delle persone più care che avevi qui sulla terra, Alessandra, Francesco e Luca, e anche di tutte le idee pazze che ci hai lanciato e che ci metteremo anni a mettere a terra e realizzare!

Grazie Michè, è stato tutto buonissimo! Sei stato una cosa grande, non ti dimenticheremo mai. Ti vogliamo bene.