Lunedì 17 febbraio 2020 la consigliera Pd Giulia Di Girolamo è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale sul caso della donna imprenditrice vittima di usurai.

Online è inoltre consultabile il relativo comunicato stampa. Di seguito il testo dell’intervento.

Una storia di usura ed estorsione, quella emersa dall’operazione “5×1000”, scoperta dai Carabinieri della stazione di Bologna centro e partita nel 2018 grazie alla denuncia della vittima, un imprenditrice che ha raccontato la sua storia agli inquirenti. L’operazione ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale, composta da tre persone che in citta gestiscono diversi negozi di parrucchieria, tra cui una scuola di formazione per parrucchieri in citta e una sede in Spagna, dediti tutti all’usura e all’estorsione.
La vittima, come riportato dalla stampa, nel 2013 a causa di problemi economici, si era rivolta ai tre chiedendo un prestito di 20 mila euro, i quali hanno applicato un tasso di interesse da usura pari al 76% e hanno costretto l’imprenditrice a versare mensilmente 1000 euro, arrivando cosi a versare solo di interessi 60 mila euro su un prestito di 20 mila appunto. E nel momento in cui la vittima non riusciva a pagare iniziavano le minacce, rivolte a lei e ai suoi familiari, minacce di morte, tirando in ballo anche presunti clan legati alla camorra, che hanno alla fine indotto la vittima a denunciare la sua tragica situazione. Grazie al suo coraggio, i tre, due residenti a Napoli, sono stati fermati e grazie alla sua denuncia l’imprenditrice avra accesso ai fondi antiusura, previsti dal Mef, risorse molto importanti per le vittime di reati di questo tipo che lo Stato, sotto forma di prestiti tramite i soggetti gestori, eroga a piccole e medie imprese ad elevato rischio finanziario e a cittadini e famiglie in difficolta, vittime di organizzazioni criminali anche di tipo mafioso.

Secondo i dati della DIA, il reato di usura nel nostro territorio regionale, con riferimento alle persone segnalate per questo tipo di reato, dal 2015 al 2019 sono in calo. Ma l’emersione del problema sta nella capacita delle vittime di usura di denunciare i propri aguzzini e di portare alla luce un fenomeno che molto spesso rimane sommerso. Ricordiamo l’operazione “Camaleonte”dello scorso marzo che ha portato all’arresto di 13 soggetti, legati alla cosca Grande Aracri, per associazione mafiosa finalizzata all’estorsione e all’usura a danno di alcuni imprenditori per ottenere il controllo delle proprie aziende. Come molto spesso capita, quindi, il fenomeno c’e ma non si vede e come ha dichiarato il Colonnello Polio, “un fenomeno, quello dell’usura, che pensavamo non appartenesse al nostro territorio”.

Dobbiamo quindi tutelare gli strumenti normativi e finanziari che abbiamo affinche le vittime siano spinte sempre di piu e nella piu totale sicurezza a denunciare questi fenomeni,  che nel nostro territorio rimangono nascosti in quella zona grigia all’interno della quale la criminalita organizzata si muove con estrema disinvoltura. La Regione Emilia Romagna in questi anni ha fatto molto anche su questo fronte, intervenendo con azioni mirate a favore delle vittime innocenti di usura ed estorsione connessi al crimine organizzato e mafioso attraverso il fondo di rotazione per la solidarieta alle vittime dei reati di mafia, usura ed estorsione e attraverso una sezione dedicata, all’articolo 17 del Testo Unico sulla legalita, la legge 18/2016. Come Comune, in continuità con le iniziative intraprese a livello nazionale e regionale, abbiamo dedicato una sezione all’interno del sito internet dell’Osservatorio permanente per la legalità, denominata “denuncia”, in collaborazione con l’associazione Libera, in cui tutti i cittadini vittime di reati come quelli sopra descritti  possono trovare informazioni e numeri utili per uscire dalla loro condizione di difficolta, rivolgendosi a persone competenti e in grado di aiutarli.

Azioni concrete, politiche e amministrative, quindi che vanno ampliate e approfondite finalizzate ad una maggiore emersione dei fenomeni criminali, come ho detto prima, molto spesso sommersi, all’interno dei quali comuni cittadini e imprenditori si ritrovano molto spesso soli. Per questo deve essere nostro compito fornire loro tutti gli strumenti in grado di supportarli nel loro lungo e complesso percorso della denuncia, poiche le loro storie e i loro vissuti riguardano il benessere, la sicurezza e la tutela economica di tutta la comunita di cui fanno parte.