Lunedì 14 marzo 2022 la Consigliera comunale PD Isabella Angiuli è intervenuta ad apertura di seduta in Consiglio comunale riguardo alla crisi ucraina e la riposta della nostra città, in prima linea nell’accoglienza dei profughi.
Il video integrale della seduta del Consiglio comunale è disponibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=EVdg3ppD4EA
Si indica inoltre il minuto a cui è possibile riascoltare l’intervento della consigliera Isabella Angiuli : 1h 13min 46 sec
Di seguito, il testo dell’intervento in aula.
L’11 marzo scorso, a pochissimi giorni dall’inizio di questa orribile guerra, il Comune di Bologna ha lanciato uno strumento fondamentale per l’accoglienza delle donne e dei bambini ucraini in fuga. In piazza XX Settembre è stata infatti installata una tensostruttura di oltre 200 metri quadri in collaborazione con Prefettura, Questura, AUSL e ASP, dando vita ad un vero e proprio circuito dell’accoglienza.
Ho potuto toccare con mano l’importanza della struttura, trovandomi nella condizione di orientare una mamma e una bimba scappate sotto le bombe, e desidero complimentarmi con il Sindaco Lepore e l’Assessore Rizzo Nervo che hanno voluto e operato concretamente e in tempi record per la predisposizione di questa organizzazione che è estremamente funzionale sia alle persone ucraine in arrivo nella nostra città che ai bolognesi che le stanno accompagnando in questo “viaggio”.
La struttura è aperta dalle 9,00 alle 19,00 grazie alla presenza di personale degli enti sopra riportati e dei volontari, operatrici e operatori, disponibili a lavorare in condizioni non proprio ideali. Credo che a loro vada rivolto un grande ringraziamento.
Svolge le funzioni di iscrizione all’anagrafe sanitaria, i tamponi covid, i test mantoux per la tubercolosi, un desk sanitario, la concessione di protezione internazionale da parte della Polizia di Stato, lo sportello sociale per la casa.
Sono già oltre 1000 le persone arrivate a Bologna e, nei prossimi giorni, viste le previsioni di crescita di questi flussi, c’è da aspettarsi una forte pressione su questa struttura. Per questo motivo ritengo opportuno rilanciare l’appello del Sindaco Lepore al Governo. Nessuno può sapere quanto durerà, serve un sostegno governativo ai municipi nella gestione di questa ennesima crisi umanitaria. I Comuni devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare e poter disporre anche di un forte coordinamento governativo, per far sì che le migliaia di volontari del terzo settore e le “famiglie accoglienti” possano essere davvero una risorsa nella gestione di questa attività.
E se dal punto di vista organizzativo il Comune sta facendo tutto il possibile e anche di più, dal punto di vista umano trovo sia importante ricordare che siamo di fronte in prevalenza a donne e bambini che sono state messe in salvo dai loro compagni, che sono poi stati arruolati in guerra. Queste donne non hanno nulla, passano giorni senza ricevere notizie dei mariti e dei loro anziani, sono traumatizzate e comprensibilmente vogliono solo che la guerra finisca presto per tornare nelle loro case a riprendere la loro vita lì nell’istante in cui l’hanno lasciata. Ma proprio perché traumatizzate e in condizione di grande fragilità vanno protette! con tutte le forze che uno stato democratico come il nostro ha per proteggere i più fragili.
Noi non possiamo sapere quanto durerà questa emergenza e dunque l’accoglienza che dobbiamo assicurare dovrà tenere conto anche e soprattutto di questi aspetti, oltre a favorire una prosecuzione del percorso scolastico ai bambini e facilitare la ricerca di un lavoro alle loro mamme.
In questo senso trovo doveroso rilanciare l’appello sia dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia che del Tavolo Nazionale Affido, il Tavolo di lavoro delle associazioni nazionali e delle reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie.
L’associazione sottolinea come sia necessario, su tutto il territorio nazionale, adottare una modalità operativa che preveda una governance dello Stato tesa a monitorare e validare le molteplici iniziative già in atto, al fine di rendere tracciabili tutti i minori ucraini variamente giunti in Italia, scongiurandone la possibile sparizione e il possibile sfruttamento. segnala il rischio di atteggiamenti predatori nei confronti di bimbi non in stato di abbandono, il rischio di un approccio semplificante la loro condizione di elevatissimo stress, il rischio di una modalità poco appropriata, frettolosa e potenzialmente produttiva di altro dolore in presenza di percorsi di accoglienza non adeguatamente preparati; esprime forte preoccupazione per la possibilità che nel caos si verifichino comportamenti altamente pericolosi e ulteriormente dannosi nei confronti di minorenni dei quali nulla è dato sapere. Per questo è indispensabile fare riferimento alle FF.OO. per indirizzare i minori ucraini privi di entrambi i genitori all’apertura delle tutele previste dalla legge 7 aprile 2017 n.47.
Il Tavolo Affido condivide quanto riportato nella nota dell’associazione dei giudici dei minori e tra le altre confida: che sia evitato l’ingresso di minori in famiglie e strutture, da parte di Enti privati; che si vigili per mantenere i legami familiari che i minori hanno con i loro genitori, anche se sono rimasti in Ucraina; che per i bambini che vengono da situazioni di istituzionalizzazione prolungata (ad esempio bambini disabili) di non perdere il contatto con compagni ed educatori significativi e che permetta di comprendere le loro necessità psico-fisiche prima di un passaggio in famiglia.