Lunedì 15 gennaio 2024 la consigliera comunale Antonella Di Pietro a presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Emergenza carcere”.
E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.
Di seguito il testo dell’intervento in aula.
Abbiamo tutti appreso dalla stampa quanto avvenuto lunedì scorso alla Casa circondariale Rocco D’Amato. Due detenuti hanno chiesto a due agenti di procurare loro delle cartine per il tabacco e per reazione, quando hanno capito che la loro richiesta non sarebbe stata accolta, hanno dato fuoco a lenzuola e materassi in cella. I poliziotti si sono subito precipitati per mettere in sicurezza i detenuti, uno dei due uomini ustionati è stato affidato al 118 e la situazione è rientrata. La vicenda riporta in primo piano la questione carcere e non è una questione che interessa aspetti di carattere esclusivamente locale. Il sovraffollamento rimane uno dei problemi principali che non si è mai risolto completamente e che richiede sempre la massima attenzione se si vogliono attuare, insieme ad altre misure rieducative e di reinserimento, percorsi a beneficio della persona e di tutta la collettività. Ma quella che si sta vivendo nelle carceri di tutta Italia è una situazione senza precedenti, legata a una chiara visione sicuritaria del Governo.
Pensiamo alla casa circondariale Rocco D’Amato, struttura che a fronte di una capienza di 500 unità e con una sezione chiusa per ristrutturazione ha presenze che si aggirano attorno agli 820. I detenuti vivono questa condizione di sovraffollamento gravissimo che limita di fatto spazi umani e rieducativi. E non dimentichiamo il minorile con numeri diversi ma nella stessa situazione. Come abbiamo avuto modo di testimoniare in vari momenti di approfondimento e restituzione, noi siamo una città che porta avanti da anni e non solo in questo mandato, progettualità e azioni in concerto con le reti sociali, il terzo settore e altri soggetti con l’obiettivo di rendere concreta la finalità rieducativa della pena, ragionando sulle azioni da mettere in campo a livello locale negli ambiti abitativi, formativi e del reinserimento professionale. Tutto questo per rendere sempre il carcere parte della comunità, per applicare la nostra Costituzione e le raccomandazioni del Consiglio d’Europa che invita a ricorrere il più possibile a pene alternative alla detenzione, orientando le politiche penali al minimo ricorso alla carcerazione. Rammento che lo stesso Napolitano è ricordato nel suo mandato di Presidente della Repubblica per aver sollecitato le Camere, con una lettera formale, ad affrontare il problema del sovraffollamento.
Per comprendere lo stato in cui ci troviamo oggi e chiarirci le idee è sufficiente consultare il rapporto Antigone sulle carceri o leggere l’articolo pubblicato su Internazionale di Giuseppe Rizzo in cui commenta il primo suicidio dell’anno, di un ragazzo di 23 anni avvenuto nel carcere di Ancona. Nell’articolo ci sono passaggi chiarissimi in cui viene spiegato che questo Governo pensa di risolvere tutto – la povertà, le dipendenze, la malattia psichiatrica – con la carcerazione. Quando ad esempio pensiamo ai suicidi, dobbiamo aver ben presente che il problema della salute mentale è un aspetto centrale nel carcere e sapere che i suicidi lì sono 10 volte di più di quelli che avvengono nella vita in libertà. Dobbiamo tener presente che la privazione della libertà personale non equivale a privazione della libertà sanitaria, culturale o professionale, mentre oggi viviamo in un paese che sta favorendo tutto questo.
Possiamo impegnarci a livello locale – e bene fanno i sindacati e gli attori che si impegnano in questo ambito a sollevare i problemi – ma dobbiamo avere molto chiaro che dal suo insediamento il governo Meloni ha inasprito pene e moltiplicato i reati, e che oggi in carcere finiscono persone che organizzano rave, che imbrattano una caserma e perfino le mamme con minori che hanno meno di un anno. Se abbiamo un paese che non investe in risorse, servizi e percorsi alternativi di reinserimento con le reti sociali e pensa invece di risolvere tutto gettando dietro le sbarre persone con problematiche, difficoltà’ e bisogni diversi che richiederebbero altro tipo di interventi, non possiamo che ritrovarci in questa situazione esasperata e sempre più drammatica. E più andremo avanti su questa strada peggio sarà.
Il governo Meloni con le scelte adottate, sta di fatto violando principi Costituzionali e stressando la salute e le sofferenze delle nostre comunità. Come Partito Democratico continueremo a vigilare e a farci parte attiva insieme a tutti gli attori che si adoperano in questa direzione, per promuovere politiche che guardino alle persone e al miglioramento della situazione carceraria, marcando la differenza con l’approccio della destra e denunciando la gravità della situazione che questo Governo, in ogni ambito, continua a provocare.