Lunedì 9 settembre 2019 il capogruppo PD Claudio Mazzanti è intervenuto in Consiglio comunale in merito alle ultime notizie di stampa sugli sviluppi dell’Aeroporto Marconi.
Di seguito il testo dell’intervento.
I dati che sono usciti, pubblicati dai giornali, e che abbiamo avuto anche tramite il comitato della zona Lame Bolognina, fanno vedere che, pur essendo l’ambito aeroportuale, operante nei limiti di legge (quindi all’interno della legge nazionale) ha comunque dei problemi, soprattutto rispetto all’orientamento di partenza.
Questa polemica, che c’è stata sulla stampa, è dovuta alla dichiarazione che ha fatto il Presidente di Confindustria.
Da un lato, c’è da dire che l’aeroporto, è vero rappresenta un fattore fondamentale di crescita per la città di Bologna e per tutta la regione.
E’ un volano enorme dal punto di vista occupazionale, uno dei fattori di crescita di questa città. Bologna è stata la prima città in Italia come crescita economica e produzione di ricchezza, così come la Regione Emilia-Romagna. Comunque è nella triade delle tre regioni più sviluppate, che hanno gli stessi parametri europei: Emilia, Veneto e Lombardia.
Questo è positivo. Però, è anche vero che chiedere – come è emerso da più parti – un ulteriore potenziamento, oltre lo studio di capacità dell’aeroporto Marconi, in quel contesto urbano diventa problematico, soprattutto in un contesto – quello nazionale – in cui sappiamo che quasi tutti gli aeroporti italiani sono posizionati in modo tale da essere in ambito urbano.
Il tema è – visto che noi crediamo nell’importanza nell’aeroporto – che finalmente o il Legislatore nazionale mette mano alla legge sul rumore aeroportuale – che sarebbe importante, per l’amor di Dio –, o dall’altro lato bisogna che, l’autorità statale, dica una volta per tutte a ENAC e a ENAV, come avviene in altre parti d’Europa, come avviene in alcuni aeroporti nazionali, che la maggioranza dei decolli, delle partenze, non può essere verso la città.
Oggi il rapporto è: 58/60 per cento verso la città, 40 verso la zona industriale. Addirittura abbiamo avuto un calo di un punto e mezzo sulla rumorosità verso la zona industriale e abbiamo avuto una crescita verso la città, pur stando nei limiti di legge nazionali.
Però cosa significa, che se oggi noi siamo sui 64 decibel rispetto al 65, che è il massimo che la legge consente, è evidente che ci poniamo il problema: è necessario pertanto che ENAC, una volta per tutte, unici ad avere il potere di farlo, ponga l’obbligo al rispetto delle direttive.
Quindi occorre che si convincano che dove la legge prevede un massimo di 65 decibel, non possono continuare a far decollare la grande maggioranza dei voli verso Bologna. La predisposizione del comitato è giusta, anche perché se così non si fa, aumenta il conflitto e non porta bene per nessuno.