Giovedì 23 dicembre 2021 il Consiglio comunale, in occasione delle sessione dedicata al Bilancio, ha approvato l’ordine del giorno 204.7/2021, firmato, tra l’altro, anche delle consigliere e dei consiglieri comunali PD  M.De Martino, M.CampanielloG.De Giacomi, G.BernagozziL.BittiniC.Ceretti, F.CimaA.Di PietroR. FattoriM.GaigherR.IovineC.MazzantiR.MonticelliV.NaldiM.SantoriR.Toschi in merito all’adesione del Comune di Bologna al manifesto monouso per la riduzione dei prodotti monouso e per la diffusione e il consolidamento dei modelli del riuso.

Online ed in allegato è consultabile il comunicato stampa sul Bilancio 2022 e di seguito il testo dell’ordine del giorno.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Visti:

a livello internazionale

l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU;
il Rapporto dell’IPCC Working Group 1 “Climate Change 2021: The Physical Science”, approvato il 6 agosto 2021 da 195 governi membri delle Nazioni Unite;
l’iniziativa “The New Plastics Economy Global Commitment” promossa dalla Ellen MacArthur Foundation in collaborazione con l’UNEP alla quale aderisce, tra gli altri, il Patto europeo sulla plastica “The European Plastic Pact”, adottato formalmente anche dall’Italia il 6 marzo 2020;
il rapporto dell’ UNEP, Addressing Single-Use Plastic Products Pollution using a Life Cycle Approach (2021) nel quale è stata condotta un’ampia review degli studi di letteratura sull’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment) per la comparazione ambientale di diverse opzioni monouso e riutilizzabili per una varietà di prodotti.

a livello Europeo

il primo Piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea (COM/2015/614 final) del 2 dicembre 2015;
la Strategia europea per la plastica nell’economia circolare (COM/2018/028 final) adottata nel’ambito del Piano d’azione per l’economia circolare;
la Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente (nel seguito Direttiva SUP) adottata nell’ambito della Strategia europea per la plastica nell’economia circolare;
la Comunicazione della Commissione Europea del 7 giugno 2021 “Orientamenti della Commissione sui prodotti di plastica monouso conformemente alla direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente (2021/C 216/01)”;
la Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti;
la Direttiva (UE) 2018/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio;
la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni “Il Green Deal europeo” COM(2019) 640 final del 11.12.2019;
il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea (COM/2020/98 final) del 11 marzo 2020;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 10 febbraio 2021 sul nuovo piano d’azione per l’economia circolare (2020/2077(INI));
la Direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano;
il Patto Europeo sulla plastica “The European Plastic pact” sottoscritto il 6 marzo 2020 a Bruxelles da 15 Paesi (tra cui l’Italia) e 66 Aziende e Organizzazioni.

a livello nazionale

il Decreto legislativo (D.lgs) 3 settembre 2020, n. 116, attuazione delle direttive (UE) 2018/851 e 2018/852;
la Legge n. 141/2019 che ha convertito in legge il DL 14 ottobre n. 111 (DL Clima);
le Linee Programmatiche del MiTE per l’aggiornamento della Strategia nazionale per l’economia circolare del 30 Settembre 2021.

a livello regionale

la legge regionale n. 16 del 5 ottobre 2015 “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della promozione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla Legge Regionale 19 agosto 1996 n. 31”;
il Piano Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR 2014-2021) pubblicato sul BURERT n. 140 del 13/05/2016 ed entrato vigore il 6 maggio 2016;
la Strategia della Regione Emilia-Romagna per la riduzione dell’incidenza delle plastiche sull’ambiente (cd. Strategia Plasticfree-ER), approvata con DGR 2000/2019;
il Documento pubblicato da ANCI Emilia-Romagna ad Ottobre 2020 “La riduzione dei rifiuti da prodotti in plastica monouso…e non solo in plastica – Vademecum per i Comuni”.

Rilevato in particolare che:

a livello internazionale

la promozione di comportamenti e modelli di business basati sull’utilizzo di prodotti riutilizzabili in alternativa al monouso contribuisce agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e in particolare agli obiettivi n° 11 (Città e comunità sostenibili), 12 (Consumo e produzione responsabili), 13 (Lotta al cambiamento climatico), 14 (La vita sott’acqua) e 15 (La vita sulla terra);
il Rapporto dell’IPCC Working Group 1 “Climate Change 2021: The Physical Science” richiama l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni di gas climalteranti e ricorda che “a meno che non vi siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, limitare riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà un obiettivo fuori da ogni portata;
l’iniziativa “The New Plastics Economy Global Commitment” promossa dalla Ellen MacArthur Foundation in collaborazione con l’UNEP, sottolinea il ruolo di primo piano delle misure volte ad eliminare gli imballaggi inutili o non necessari nonché il ruolo dei “modelli del riuso” per ridurre gli impatti negativi derivanti dalla diffusione delle plastiche in applicazioni monouso;
il rapporto dell’UNEP “AddressingSingle-Use Plastic Products Pollution using a Life Cycle Approach (2021)” richiama l’attenzione del decisore politico sulla necessità di modificare i modelli prevalenti di produzione e consumo basati sull’utilizzo di prodotti monouso e incoraggia gli Stati membri a supportare, promuovere e incentivare azioni volte alla sostituzione dei prodotti in plastica monouso con alternative riutilizzabili.

a livello europeo

la Direttiva SUP introduce restrizioni all’immissione sul mercato di alcune tipologie di prodotti monouso in plastica elencati nella parte B dell’Allegato e chiede agli Stati Membri di adottare “le misure necessarie per conseguire una riduzione ambiziosa e duratura del consumo dei prodotti di plastica monouso elencati nella parte A dell’allegato, in linea con gli obiettivi generali della politica dell’Unione in materia di rifiuti, in particolare la prevenzione dei rifiuti, in modo da portare a una sostanziale inversione delle crescenti tendenze di consumo”;
il legislatore europeo ha inteso includere nel perimetro delle restrizioni di cui all’art. 5 e negli obblighi di riduzione di cui all’art. 4 della Direttiva SUP anche i prodotti monouso che rientrano rispettivamente nelle parti B e A dell’allegato alla Direttiva qualora realizzati in plastica biodegradabile e compostabile o in cellulosa laminata in plastica;
la Direttiva SUP nonché le Direttive 851/2018 e 852/2018 richiamano l’attenzione sulla necessità di una drastica riduzione dei rifiuti e del consumo di risorse naturali associato al ciclo di vita dei relativi prodotti e sulla promozione di sistemi basati sull’impiego di prodotti riutilizzabili;
la Direttiva SUP, come enunciato al considerando 2, “promuove approcci circolari che privilegiano prodotti e sistemi riutilizzabili sostenibili e non tossici, piuttosto che prodotti monouso, con l’obiettivo primario di ridurre la quantità di rifiuti prodotti”;
il nuovo art. 1 della Direttiva imballaggi (Dir. 94/62) come modificato dalla Direttiva 852/2018 chiarisce che le misure in essa contenute sono “intese, in via prioritaria, a prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio, a cui si affiancano, come ulteriori principi fondamentali, il riutilizzo degli imballaggi, il riciclaggio e altre forme di recupero dei rifiuti di imballaggio […]“;
la Direttiva 852/2018 (cfr. Considerando 4) sottolinea che “la prevenzione dei rifiuti è il modo più efficace per incrementare l’efficienza delle risorse e ridurre l’impatto dei rifiuti sull’ambiente” e richiama l’importanza che “gli Stati membri adottino misure adeguate per incoraggiare l’aumento della percentuale di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato e il riutilizzo degli imballaggi”;
il nuovo art. 5 (Riutilizzo) della Direttiva 94/62 al comma 1 dispone che gli Stati membri, conformemente alla gerarchia dei rifiuti, adottino “misure volte a incoraggiare l’aumento della percentuale di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato, nonché dei sistemi per ilriutilizzo degli imballaggi […]”;
nell’ambito del nuovo Piano d’azione per l’economia circolare (COM/2020/98 final), la Commissione si è impegnata ad “avviare un lavoro di analisi per determinare l’ambito di applicazione di una iniziativa legislativa sul riutilizzo al fine di sostituire, nei servizi di ristorazione, gli imballaggi, gli oggetti per il servizio da tavola e le posate monouso con prodotti riutilizzabili”;
nell’ambito del Green Deal Europeo la Commissione si è impegnata a mettere a punto specifici requisiti per garantire che, entro il 2030, tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente sostenibile, oltre ad attuare misure per il contrasto alla diffusione di prodotti in plastica monouso;
nell’ambito della “Strategia sulla plastica nell’economia circolare” le autorità nazionali e regionali sono incoraggiate a favorire la plastica riutilizzabile e riciclata negli appalti pubblici nonché a fare un uso migliore della tassazione e di altri strumenti economici per favorire il riutilizzo e il riciclaggio rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento;
la Direttiva Europea sull’acqua potabile (Dir. 2020/2184) chiede agli Stati membri di promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto destinata al consumo umano come alternativa all’acqua minerale in bottiglia, anche “incoraggiando la messa a disposizione di tale acqua a titolo gratuito, o a prezzi modici, per i clienti nei ristoranti, nelle mense, e nei servizi di ristorazione” nonché attraverso la predisposizione di punti di accesso all’acqua di rete sia all’esterno che all’interno degli spazi pubblici.

a livello nazionale

il riutilizzo figura tra le misure di carattere generale previste dal Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (PNPR) adottato dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (già MiTE) con Decreto ministeriale del 7 ottobre 2013 in cui si legge: “Il riutilizzo nelle sue diverse forme ricopre un ruolo fondamentale e rientra a pieno nel campo della prevenzione. Nell’ordinamento nazionale, il riutilizzo dei prodotti stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni debbano promuovere iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti”;
l’art. 182 comma 2 del D.lgs 152/2006 dispone che i rifiuti da avviare allo smaltimento finale “debbano essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume”, potenziando in primo luogo la “prevenzione e le attività di riutilizzo”;
l’art. 7 comma 1-bis della Legge n. 141/2019 che ha convertito il DL 14 ottobre n. 111 (DL Clima) ha formalizzato per la prima volta la possibilità per i consumatori di utilizzare i propri contenitori riutilizzabili per l’acquisto di prodotti alimentari: “Ai clienti è consentito utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare. L’esercente può rifiutare l’uso di contenitori che ritenga igienicamente non idonei”.

a livello regionale

la “Strategia regionale per la riduzione dell’incidenza delle plastiche sull’ambiente” si propone di ridurre e, dove possibile, eliminare l’utilizzo della plastica usa e getta e i relativi impatti sull’ambiente su tutto il territorio regionale in linea con la gerarchia comunitaria sulla gestione dei rifiuti che privilegia in via prioritaria la prevenzione e il riuso quali misure preferibili al riciclo e al recupero energetico;
la legge regionale n. 16/2015 (cfr. art. 1, comma 6 lettera a) ha introdotto un target (al 2020) di riduzione della produzione procapite dei rifiuti urbani dal 20 per cento al 25 per cento, rispetto alla produzione del 2011 e ne ha disposto l’assunzione nella pianificazione regionale (PRGR 2014-2020);
ANCI Emilia-Romagna mette a disposizione le proprie competenze tecniche per sostenere i comuni nella definizione e implementazione delle misure di contrasto al monouso.

a livello comunale

il 20 dicembre 2018 Consiglio Comunale di Bologna ha approvato l’ordine del giorno 433.34/2018 teso a impegnare il sindaco e la giunta a promuovere un progetto per rendere il comune di bologna plastic free, comune liberato dalla plastica usa e getta;
il contratto di concessione, risalente a luglio 2018 e di durata quinquennale, del servizio dei distributori automatici di alimenti e bevande presenti nelle varie sedi comunali prevede alcuni aspetti di attenzione al consumo della plastica: i distributori utilizzano bicchieri Hybrid cup costituiti da materiale riciclabile al 100%; le bottigliette di acqua naturale erogate sono della linea San Benedetto Eco green realizzate in materiale contenente il 10% di PET rigenerato e dotate di tappo non separabile dalla bottiglia;
il 20 dicembre 2018 il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno 433.19 con cui si invita la Giunta ad attivarsi presso il gestore della rete idrica Hera per valutare la possibilità di installare “casette dell’acqua” in più punti strategici della città ed a realizzare il ripristino e l’installazione di fontanelle in zona Centro storico;
il 16 settembre 2019 il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato l’ordine del giorno 193/2019 teso ad aderire alla campagna plastic free challenge;
dal 29 aprile 2019 tutte le Commissioni consiliari in presenza non sono più dotate di bicchieri in plastica per consumare acqua o caffè ma ai consiglieri comunali è richiesto di portare tazzine o bicchieri personali;
dal 2019 nei bandi rivolti alle associazioni culturali tra i criteri premianti sono stati inseriti quelli di ridurre l’utilizzo di rifiuti e non utilizzare delle stoviglie usa e getta;
il 17 dicembre 2020 il Consiglio Comunale di Bologna approvato l’ordine del giorno 232.96 per chiedere una campagna informativa per incentivare a bere l’acqua del rubinetto;
nel 2020 Comune ha sottoscritto un patto di collaborazione con l’Associazione Strada Sociale APS per la realizzazione del progetto Bologna plastic free che prevede numerose azioni per diminuire l’uso della plastica e favorire l’utilizzo di contenitori durevoli quali borracce;
dal 2019/2020 è in atto una riflessione in merito a modifiche del regolamento comunale che portino alla concessione di patrocinio solo per quelle iniziative e manifestazioni pubbliche che prevedono l’utilizzo di materiale riutilizzabile o riciclabile;
Nel 2020 il Comune aveva avviato due sperimentazioni:

– il progetto di Economia Circolare “RiVending” che prevede di posizionare di fianco ai distributori automatici uno speciale contenitore nel quale gettare bicchieri e palette dopo l’uso per reimmetterli nel mercato con un ciclo chiuso di raccolta e riciclo;
– l’installazione in posizioni ad alta affluenza tra Palazzo d’Accursio e Liber Paradisus di distributori che prevedono l’erogazione di acqua di rete filtrata e refrigerata dal distributore (con varianti frizzanti o leggermente frizzanti) con fornitura di borracce;
– diverse iniziative sono nate sul territorio grazie ad azioni dal basso portate avanti volontariamente da associazioni, cittadini ed esercizi privati, alcune sono riportate sulla piattaforma chiara.eco nata nel 2020 per informare i cittadini sulla crisi ecologica in città e le misure per contrastarla.

Preso atto che:

l’emergenza sanitaria da COVID-19 ha dato nuovamente impulso all’utilizzo diffuso e massivo di prodotti monouso anche nel settore della ristorazione, come rilevato dal Ministro della Salute Roberto Speranza nell’audizione del 27 maggio 2020, con le relative conseguenze in materia di consumo di risorse naturali, littering e incremento della produzione di rifiuti;
a seguito dell’avvio della cosiddetta “Fase 2” e della progressiva riapertura delle attività economiche in Italia, le Regioni hanno provveduto a regolare le modalità di riapertura di specifiche categorie di attività, indicando obblighi e comportamenti preferibili per ridurre al minimo la possibilità di trasmissione del virus. Tali disposizioni riguardano in diversi casi l’utilizzo obbligatorio o preferibile di prodotti e contenitori monouso o confezionati singolarmente, in particolare nei settori della ristorazione e dei servizi di ricettività turistica, in relazione allo svolgimento in sicurezza di tali attività;
l’utilizzo di contenitori monouso per la vendita di alimenti da asporto è una scelta che in via conservativa hanno seguito diverse Regioni tra cui l’Emilia-Romagna. Il “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 in relazione allo svolgimento in sicurezza DEGLI ESERCIZI DI SOMMINISTRAZIONE ALIMENTI E BEVANDE E ATTIVITÀ DA ASPORTO E CONSUMO SUL POSTO” specifica che (Sezione D, punto 1) “in caso di richiesta di cibi da asporto, gli alimenti […] devono essere consegnati agli ospiti in idonei contenitori monouso […].

Ritenuto che:

la complessità e la drammaticità delle problematiche ambientali nonché le conseguenze sociali delle stesse su scala locale e globale richiedano un reale cambio di paradigma e azioni in grado di ridurre in maniera consistente la pressione sui sistemi naturali sia in relazione al consumo di risorse, sia in relazione all’inquinamento delle diverse matrici ambientali che tale consumo porta con sé lungo tutto il percorso che va dall’estrazione delle materie prime alla realizzazione dei prodotti, fino alla gestione dei relativi rifiuti;
per contrastare gli impatti negativi (inclusi gli impatti sul clima) derivanti dalla diffusione incontrollata di prodotti monouso sia necessario porre in essere interventi specifici volti a favorire l’utilizzo in sicurezza di prodotti durevoli e riutilizzabili in modo tale da coniugare le esigenze di carattere sanitario con quelle di carattere ambientale;
sia determinante il supporto delle autorità sanitarie ai fini della messa a punto di procedure operative per l’utilizzo in sicurezza di alternative riutilizzabili nei diversi settori di impiego;
la sostituzione di prodotti monouso realizzati in plastica “tradizionale” con prodotti monouso realizzati con altri materiali non risulta una soluzione coerente con il nuovo paradigma dell’economia circolare, con le disposizioni della direttiva SUP e, più in generale, con l’entità del cambiamento richiesto per “ricondurre lo sviluppo sui binari della sostenibilità”;
sia possibile e necessario adoperarsi per il superamento della cultura e della prassi dell’ “usa e getta”, costruendo le condizioni per una rapida diffusione di modelli della prevenzione e del riuso sicuri dal punto di vista igienico-sanitario ed efficaci sul piano della riduzione dei rifiuti e degli impatti ambientali connessi;
il miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo e l’innovazione tecnologica nei processi di riciclo sono condizioni necessarie ma non sufficienti per ridurre in maniera coerente con la crisi ecologica in atto la pressione esercitata dalle attività umane sui sistemi naturali;
i Comuni, pur nel perimetro dei propri ruoli e competenze, possano fornire un contributo importante alla transizione in ottica circolare dei modelli prevalenti di produzione e consumo agendo direttamente per ridurre l’impiego di prodotti monouso nelle strutture e attività del Comune e delle sue società partecipate e controllate, stimolando l’attenzione pubblica e attivando percorsi di ascolto e di co-progettazione per accompagnare famiglie, imprese e attori della filiera nella rimozione delle barriere tecniche, economiche e culturali che ostacolano la transizione dal monouso al riutilizzabile;
sia opportuno prevedere meccanismi di riconoscimento/incentivazione per le attività che adottano misure/accorgimenti per limitare l’utilizzo di prodotti monouso;
sia necessario accompagnare la transizione con misure di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini ed alle imprese che mettan oal centro la necessità e l’urgenza di ridurre la produzione, l’utilizzo e il consumo di prodotti monouso e la diffusione di comportamenti e modelli imprenditoriali basati sull’utilizzo di prodotti durevoli e riutilizzabili.

Tutto ciò premesso, visto e considerato:

INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA:

ad approvare la sottoscrizione del Manifesto “#moNOuso” allegato alla presente;
di darne la più ampia diffusione e di promuoverne l’applicazione nel proprio territorio;
di tradurre la visione rappresentata nel manifesto in un percorso di progressivo contrasto al monouso sia all’interno che all’esterno del perimetro di diretta competenza dell’amministrazione;
di comunicare l’adesione al Manifesto e gli estremi della delibera ad ANCI Emilia-Romagna attraverso il form disponibile all’indirizzo https://bit.ly/manifesto-moNOuso
di riprendere e dare nuovo slancio a tutti i progetti in corso e arrestati o rallentati a causa della pandemia Covid-19 poiché salute e ambiente sono entrambe due emergenze e priorità strettamente correlate tra loro;
di continuare a sostenere tutte le iniziative promosse da cittadine, cittadini e associazioni che mirano alla riduzione dei rifiuti anche tramite patti di collaborazione e utilizzando la piattaforma chiara.eco come luogo in cui mettere in rete le esperienze.

F.to: D. Begaj, M.De Martino, S. Larghetti, P. Marcasciano, M.CampanielloG.De Giacomi, G.BernagozziL.BittiniC.CerettiF.Cima, A.Di PietroR. FattoriM.GaigherR.IovineC.MazzantiR.MonticelliV.NaldiM.SantoriR.Toschi, S. Negash, G. Tarsitano, M. Piazza.