Lunedì 5 luglio 2021, il consigliere comunale PD Francesco Errani è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale sul G8 di Genova.
Online ed in allegato è inoltre consultabile il relativo comunicato stampa. Di seguito il testo dell’intervento in aula.
Vent’anni dopo, in tanti, troppi, hanno dimenticato o, peggio ancora, evitato di ricordare, rimosso. Nel 2001, dal 19 al 22 luglio, a Genova andò in scena la pagina più nera della storia della democrazia italiana, una storia incompatibile con lo stato di diritto.
Sono passati vent’anni di ricostruzioni fasulle e, ancora oggi, resta il buco nero delle responsabilità politiche. Nessuno ha pagato per le violenze del G8 e molti sono stati invece promossi.
Grazie alle inchieste della magistratura, anche sulla morte di Carlo Giuliani, e alle centinaia di testimonianze, emerge chiaramente la strategia della tensione nella gestione del G8 di Genova e, quindi, le responsabilità della politica.
È importante ricordare Genova anche perché, oggi come allora, è necessario ripensare a un altro mondo possibile: serve una riflessione sulle conseguenze che ha avuto sul nostro presente la drammatica sottovalutazione delle domande poste dai movimenti nel 2001, con soluzioni che avrebbero potuto cambiare in meglio la vita delle persone e del mondo, se fossero state ascoltate: welfare, diritto alla salute, relazioni tra crisi climatica, pandemia e giustizia sociale.
Venerdì prossimo, 23 luglio, al Centro sociale VAG, verrà proiettato “In campo nemico”, la storia di Supporto Legale in un documentario diretto da Fabio Bianchini. Il film sarà inoltre disponibile in streaming su OpenDDB (Distribuzioni Dal Basso). È il risultato di 20 anni di impegno politico processuale e solidale del collettivo che da sempre ha seguito i processi del G8 per difendere tutti i manifestanti.
Bologna ricorda Federico Aldrovandi
Credo importante ricordare Federico Aldrovandi. Due giorni fa, il 17 Luglio 2021, Federico avrebbe compiuto 34 anni. Questo se la sua vita non fosse finita a 18 anni, il 25 settembre 2005, quando veniva ucciso a Ferrara.
Insieme a Stefano Cucchi e Giuseppe Uva, quello di Federico Aldrovandi è uno dei tanti casi di giovani uccisi per mano delle forze dell’ordine. Per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”, nel 2006, sono stati condannati quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione.
A luglio 2018, il Consiglio comunale di Bologna ha approvato la mia proposta per intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche i nostri ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?
Oggi, finalmente, è stata appesa una targa in ricordo di Federico presso il Centro Giovanile Meloncello. La speranza, a settembre, è di intitolare ufficialmente questo luogo della nostra città a Federico: sarà un piccolo ma grande passo per la famiglia di Federico e i suoi amici, ma anche per tutti noi.
Ringrazio naturalmente la Giunta di Palazzo d’Accursio per aver approvato la delibera con cui viene intitolato a Federico Aldrovandi il Centro Giovanile del Meloncello. Ringrazio Maria Letizia Tega, promotrice dell’iniziativa sottoscritta da 650 cittadini, Lorenzo Cipriani e il Consiglio del Quartiere Porto-Saragozza per l’impegno e la sensibilità dimostrata.
