Durante la seduta di lunedì 8 febbraio 2021 il Consigliere comunale PD Francesco Errani è intervenuto in Consiglio comunale sullo studente bolognese Patrick Zaki, da un anno fa incarcerato in Egitto.

A fine giornata di lunedì 8 febbraio, la facciata di Palazzo Re Enzo che dà su piazza Maggiore si è illuminata di giallo per chiedere la liberazione di Patrick Zaki ad una anno dal suo arresto.  Sarà il modo, per il Comune di Bologna, di rispondere alla chiamata di Amnesty International per tenere alta l’attenzione sull’attivista per i diritti umani e studente dell’Università di Bologna tuttora in stato di detenzione preventiva in Egitto.

Online è consultabile il comunicato stampa sull’intervento del consigliere comunale PD Francesco Errani. Di seguito il testo dell’intervento.

Un anno senza Patrick Zaki.

Solo poche settimane fa, l’11 gennaio 2021, il Comune di Bologna ha conferito la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki per dare un forte segnale di solidarietà e vicinanza a Patrick e alla sua famiglia.

È passato un anno dalla carcerazione del giovane studente dell’Università di Bologna e la famiglia ha aderito all’appello per chiedere laCittadinanza Italiana a Patrick Zaki, colpevole solo di aver esercitato in modo pacifico i suoi diritti fondamentali.

Gentile presidente, il 23 dicembre scorso, l’Italia ha consegnato una nave da guerra all’Egitto, costruita da Fincantieri. Due settimane prima, il presidente egiziano Al-Sisi aveva ricevuto la Legion d’Onore all’Eliseo dal Presidente francese Macron.

Dopo il trasferimento della fregata all’Egitto, la famiglia di Giulio Regeni ha presentato un esposto alla procura, denunciando il governo per violazione del nostro ordinamento che regola il trasferimento di armamenti. Ci sono alcune circostanze in cui il trasferimento di armamenti tra stati deve essere bloccato: quando si tratta di paesi sottoposti ad embargo ONU o di stati sospettati o pienamente responsabili di violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.

Zaki è in carcere in Egitto per le sue idee. Serve un’azione internazionale più forte. Le istituzioni nazionali ed europee non possono continuare a sopportare una violenza che sta portando a una lunga e ingiusta permanenza in carcere, alla privazione delle libertà personali per Zaki, nell’assenza delle minime garanzie giudiziarie.

Non possiamo lasciare solo Patrick Zaki e i tanti che oggi ancora soffrono per la repressione del governo egiziano.