Lunedì 29 luglio 2024 la consigliera comunale PD Antonella Di Pietro ha presentato ad inizio seduta un intervento dal titolo “Suicidi in carcere. Una strage continua.”

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

Un altro suicidio si è consumato sabato nel carcere di Prato. Un ragazzo di 27 anni si è impiccato e poco dopo è morto in ospedale. Una strage infinita che sta segnando tutte le città, compresa la nostra. Sono diversi gli articoli di stampa che si sono susseguiti la scorsa settimana dopo l’ultimo suicidio a Bologna, avvenuto domenica 21 luglio alla Casa circondariale Rocco d’Amato , per denunciare lo stato delle carceri in Italia. Abbiamo avuto modo di leggere le dichiarazioni dei sindacati, dell’ordine degli avvocati e del Garante di Bologna. Quest’ultimo ha evidenziato con nettezza aspetti che fanno comprendere quanto il sovraffollamento sia inadeguato alle condizioni delle strutture attuali e dei servizi sanitari e di quanto la situazione provochi l’annichilimento di persone che per questo arrivano a togliersi la vita in carcere.
L’ ordine degli avvocati ha sottolineato l’importanza di prevenire e contrastare situazioni carcerocentriche per chi è in attesa di giudizio e l’associazione Antigone ha evidenziato il contesto disumano a cui sono costrette le persone dietro le sbarre. Anche il mondo sindacale ha nuovamente sollecitato interventi per migliorare il sistema penitenziario e superare il sovraffollamento. Più volte sono intervenuta per approfondire e contestare la questione, evidenziando attraverso tratti locali e nazionali, la necessità di fermare le morti e i suicidi in carcere.
Oggi riprendo alcuni estratti del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, contenente anche passaggi di lettere che lui stesso ha ricevuto tramite il garante , dai detenuti del carcere di Brescia. Lo faccio, pur non trattandosi di Bologna, per far emergere il senso più profondo dell’articolo 27 della nostra Costituzione e per stimolare una riflessione che parta dalla storia dei vissuti.
Scrive Mattarella
“Vi è un tema che sempre più richiede vera attenzione: quello della situazione nelle carceri. Basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest’anno. Condivido con voi una lettera che ho ricevuto da alcuni detenuti di un carcere di Brescia: la descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è, e deve essere, l’Italia. Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, non va trasformato in palestra criminale”.
Frammenti di lettere dei detenuti al presidente
«Fa caldo, il sudore scivola sulla pelle e si appiccica sotto i vestiti.. Devo andare in bagno ma è occupato, altri 15 sono in fila». «Un anziano ha una scarica di dissenteria, piange, ha 74 anni e sporca materasso e lenzuola. Piange perché si sente umiliato». Esasperato un altro detenuto vorrebbe mettergli le mani addosso: «non lo fa per cattiveria – spiegano – ma solo per stress, anche lui è stanco arrabbiato, sofferente». Lo calmano… «Le vecchie turche sono cocktail di germi e batteri».

Si fanno da mangiare in bagno, «dove si tira lo sciacquone, e schizzi e cibo si mischiano». Non riescono a mangiare insieme, in 15 in cella, non si può nemmeno stare in piedi, «cimici e scarafaggi fanno anche loro la coda. «Abbiamo scelto di intraprendere la strada del dialogo con le istituzioni piuttosto che quella delle iniziative di protesta interne agli istituti», commentano. «Lo facciamo perché crediamo che il senso di responsabilità e la sincera volontà di utilizzare il tempo della pena in maniera positiva debbano essere elementi, oltre che proclamati, visibili anche attraverso gesti coerenti con le nostre parole».
Ditemi se non sembra una narrazione di detenzione ottocentesca?
Per quanto sia inaccettabile, questi racconti vanno assolutamente interiorizzati da tutte le istituzioni. Dobbiamo intraprendere soluzioni reali e lavorare per valorizzare e estendere tutte le esperienze che , come ha giustamente concluso Mattarella ” dimostrano che un diverso modello penitenziario è possibile”.
E’ il momento che il Ministro Nordio faccia un passo vero per investire risorse e ascoltare sindacati, garanti e tutte le realtà che stanno denunciando da tempo l’assenza di personale e di un piano consistente per affrontare una situazione drammaticamente insostenibile. Deve farlo sperando i provvedimenti inadeguati assunti.