Lunedì 13 ottobre 025 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, emendato in aula, per esprimere sostegno alla vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici precarie del Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche.
L’ordine del giorno è stato firmato dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Giorgia De Giacomi, Isabella Angiuli, Giulia Bernagozzi, Loretta Bittini, Cristina Ceretti, Franco Cima, Mery De Martino, Roberto Fattori, Roberto Iovine, Maurizio Gaigher, Antonella Di Pietro, Claudio Mazzanti, Rita Monticelli, Vincenzo Naldi, Marco Piazza, Mattia Santori, Roberta Toschi e dai gruppi consiliari Coalizione civica, Anche tu conti, Lepore sindaco e Verdi.
E’ possibile accedere qui al video della dichiarazione di voto del Gruppo PD in aula.
Online ed in allegato è disponibile il relativo comunicato stampa.
Di seguito il testo dell’ordine del giorno approvato in aula.
Ordine del giorno per esprimere sostegno alla vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici precarie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
Il Consiglio comunale di Bologna
Premesso che
● Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è il principale ente pubblico di ricerca in Italia, con oltre 12.000 addetti distribuiti su tutto il territorio nazionale e un ruolo fondamentale nella promozione della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e del trasferimento delle conoscenze al sistema produttivo e alla società.
● A Bologna il CNR ha una delle sue sedi principali, presso l’Area della Ricerca di via Piero Gobetti 101, dove operano circa 500 persone distribuite in sei istituti (ISMAR, IBE, ISAC, ISOF, ISMN, ISP), impegnati in attività di ricerca nei campi del clima e dell’ambiente, delle nanotecnologie, della chimica dei materiali e delle scienze.
● L’Area della Ricerca bolognese rappresenta un presidio strategico per il sistema della ricerca pubblica e per il nuovo Tecnopolo di Bologna, destinato a ospitare infrastrutture scientifiche e tecnologiche di rilevanza europea.
● Attualmente, oltre un terzo del personale del CNR a livello nazionale presta servizio con contratti a tempo determinato o forme di collaborazione precarie; nell’Area di Ricerca di Bologna si stima che questa quota raggiunga circa il 40% del personale.
● Tale condizione di precarietà prolungata, spesso per figure altamente qualificate, compromette la continuità delle attività di ricerca, la capacità di innovazione e la vita personale e familiare delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, che in molti casi operano da anni senza prospettive di stabilizzazione.
● Nonostante le risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2025 e la recente approvazione del Decreto Legislativo 90/2025, che ha prorogato la possibilità di applicare le misure di stabilizzazione previste dall’articolo 20 del D.Lgs. 75/2017 (cosiddetta “Legge Madia”), ad oggi il CNR non ha ancora avviato le procedure necessarie per la stabilizzazione del personale precario avente diritto.
● A Bologna, il movimento “Precari Uniti del CNR” ha promosso numerose iniziative pubbliche di mobilitazione e confronto istituzionale per sollecitare l’avvio di un piano straordinario di stabilizzazione, supportati dalle organizzazioni sindacali.
Considerato che
● La possibilità di assumere il personale del CNR assunto con contratto a tempo determinato che abbia tutti i requisiti e voglia continuare a contribuire alla ricerca pubblica italiana è una condizione essenziale non solo per la dignità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche per la qualità e la continuità della ricerca pubblica e per il futuro del sistema scientifico e produttivo del Paese;
● L’assenza di procedure stabili e periodiche di reclutamento e assunzione produce un precariato strutturale che mina la capacità dell’Italia di trattenere competenze e talenti e di contribuire allo sviluppo scientifico e tecnologico nazionale ed europeo;
● Il CNR rappresenta per Bologna e l’Emilia-Romagna un patrimonio di conoscenza, innovazione e cooperazione territoriale, che deve essere sostenuto con politiche stabili di investimento nella ricerca pubblica e nel lavoro qualificato.
Il Consiglio Comunale di Bologna
esprime pieno sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori precari del CNR, riconoscendo il valore fondamentale del loro contributo scientifico e civile;
invita il Sindaco e la Giunta
a farsi portavoce presso il Governo, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Parlamento italiano affinché:
● Sia avviato immediatamente l’iter per la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato, anche avvalendosi delle procedure di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 20 del D.Lgs. 75/2017 (“Legge Madia”), utilizzando le risorse già stanziate e vincolate a tale scopo;
● Siano stanziati ulteriori finanziamenti nella prossima legge di bilancio, a beneficio di tutto il personale attualmente assunto con contratti a tempo determinato in possesso dei requisiti necessari;
● Sia istituita una programmazione strutturale che assicuri la pubblicazione regolare di concorsi a tempo indeterminato negli enti pubblici di ricerca, prevenendo così il riprodursi di condizioni di precarietà cronica;
● Sia rafforzata la governance del CNR, garantendo trasparenza, continuità amministrativa e valorizzazione del personale interno;
● Siano valorizzate le sedi territoriali del CNR, come quella di Bologna, quale nodo strategico del sistema della ricerca nazionale e europea, anche in relazione al Tecnopolo e al supercalcolatore Leonardo.
f.to: Begaj, G. De Giacomi, S. Negash, F. Diaco, S. Larghetti, P. Marcasciano, I. Angiuli, G. Bernagozzi, L. Bittini, C. Ceretti, F. Cima, M. De Martino, R. Fattori, R. Iovine, M. Gaigher, A. Di Pietro, C. Mazzanti, R. Monticelli, V. Naldi, M. Piazza, M. Santori, R. Toschi, G. Tarsitano, M.C. Manca.