Venerdì 20 dicembre 2024 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato l’ordine del giorno 312.19 teso ad una ‘Riforma carceraria’, presentato dalla consigliera comunale PD Antonella Di Pietro e firmato, tra l’altro, dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Rita Monticelli, Marco Piazza, Michele Campaniello, Maurizio Gaigher, Claudio Mazzanti, Roberto Iovine, Vincenzo Naldi, Mery De Martino, Roberto Fattori, Giorgia De Giacomi, Giulia Bernagozzi, Loretta Bittini, Cristina Ceretti, Franco Cima, Mattia Santori, Roberta Toschi, nonché il gruppo consigliare Coalizione Civica.
Di seguito il testo dell’ordine del giorno 312.19 approvato e il testo di presentazione in aula.
Tramite link ed in allegato è disponibile il comunicato stampa del Comune in merito alle votazioni della delibera relativa al DUP ed agli ordini del giorno approvati.
Una pagina specifica del nostro sito è invece dedicata a tutti gli ordini del giorno proposti dai consiglieri comunali PD collegati al Dup e al Bilancio 2025-2027 ed approvati.
Tutta la documentazione del Bilancio sarà a breve disponibile nella pagina specifica del Comune di Bologna dedicata al Bilancio preventivo, nonché in quella sul Documento Unico di Programmazione (DUP).
ORDINE DEL GIORNO N. 312.19/2024
collegato all’Odg 312 – DC/PRO/2024/114
Il Consiglio Comunale di Bologna
Premesso che:
– La condizione carceraria in Italia è di nuovo una grande emergenza umanitaria;
– il tasso dei suicidi è di 85 dall’inizio del 2024, 7 dei quali interessano la polizia penitenziaria;
– i detenuti nelle carceri sono 62.110 a fronte di una capienza regolamentare di 51.234 posti;
– i detenuti che vivono in uno spazio vitale tra i 3 e i 4 mq sono 14.000;
– dall’inizio del 2024 si sono registrati oltre 10.000 atti di autolesionismo, compresi i tentativi di suicidio;
– il grave sovraffollamento produce difficoltà negli operatori a lavorare e a intercettare bisogni riducendo e talvolta annientando la possibilità di seguire le persone private della libertà personale come meriterebbero, violando la dignità umana e creando, ad effetto, tensioni e problemi sociali e sanitari che si ripercuotono nelle intere comunità penitenziarie;
– i dati e i rapporti prodotti dagli osservatori penali e da Antigone testimoniano la necessità di ripensare l’attuale sistema di detenzione, in quanto oltre ad essere contrario al senso di umanità, non rieduca, produce recidiva e viola i principi costituzionali;
– è imminente la necessità di traghettare la questione carceraria verso un nuovo paradigma culturale e far comprendere, attraverso percorsi che favoriscono una maggiore consapevolezza ed informazione, che l’associazione delle pene al carcere è impropria e dove si applicano misure alternative alla detenzione carceraria con percorsi di inserimento sociale, lavorativo e con assistenza psicologica e sanitaria adeguata la recidiva si abbassa dal 70 al 17%.
Considerato che:
– il Comune di Bologna è da sempre impegnato nella tutela dei diritti umani e nel monitoraggio delle condizioni del carcere e agisce per superare la cultura punitiva, migliorare le condizioni detentive e sostenere percorsi formativi attraverso l’attivazione, il coinvolgimento e la collaborazione di realtà del privato sociale e del terzo settore, dell’ASP e dei CLEPA ;
– le misure nazionali adottate dall’attuale Governo inaspriscono pene e producono sovraffollamento, esasperando una condizione priva risorse e investimenti per la formazione del personale in ambito penitenziario, penale, burocratico, sanitario, sociale ed educativo;
– gli istituti penitenziari minorili e adulti sono in crisi perché mancano gli investimenti necessari per garantire la riabilitazione e il reinserimento delle persone e le strutture abitative di accoglienza volte a favorire misure alternative a disposizione sono attualmente insufficienti per colmare la situazione delle carceri;
– il Comune di Bologna ha avviato, in collaborazione con l’Ordine degli avvocati e il coinvolgimento di moltissime realtà che hanno aderito, un percorso che ha portato alla definizione di un documento e di un atto di indirizzo che pone l’attenzione sui suicidi, sul sovraffollamento e sulla necessità di interventi urgenti riassunti nei punti riportati di seguito :
rendere il carcere uno strumento residuale di esecuzione della pena, una vera extrema ratio come previsto dalla Costituzione;
attivare misure deflattive e clemenziali urgenti per affrontare nell’immediato l’emergenza del sovraffollamento, con un provvedimento di amnistia e indulto e ampliando i giorni di liberazione anticipata;
investire in più risorse nei Tribunali di sorveglianza, potenziando il personale di cancelleria e degli uffici di esecuzione penale esterna, per garantire un più rapido ed efficace procedimento applicativo delle misure alternative alla detenzione;
risorse umane per i servizi socio sanitari, psicologici e educativi alleviando il lavoro degli operatori delle operatrici e della polizia penitenziaria che operano all’interno delle carceri;
promuovere progetti e percorsi di prevenzione e contrasto del disagio psichico e psichiatrici dei soggetti privati della libertà personale;
sviluppare percorsi di accompagnamento e riscatto che riducano l’utilizzo di psicofarmaci;
investire e sostenere economicamente strutture che consentano di attivare misure alternative di reinserimento con percorsi di accompagnamento adeguati, favorendo il calo del sovraffollamento;
investire in progetti lavorativi e in percorsi di studio di ogni grado, compresi quelli universitari, in carcere, perché la detenzione si trasformi in occasione per imparare qualcosa di utile per quando si riacquisterà la libertà e dare dignità al tempo trascorso in stato detentivo;
favorire processi culturali che aiutino a superare stigmi e a rendere i percorsi lavorativi più accessibili;
investire in strutture penitenziarie più vivibili e che consentano un risparmio energetico;
investire e finanziare strutture che possano ospitare le madri detenute con i propri figli;
sostenere a livello ministeriale l’inserimento delle comunità terapeutiche a favore di detenuti con problemi di dipendenza patologica;
trasferire la gestione delle risorse nazionali utilizzate per il reinserimento e per il sopra-vitto ai comuni, consentendo percorsi tempestivi ed efficaci per fronteggiare le reali esigenze dei territori su cui insistono le strutture penitenziarie;
sostenere proposte di legge per trasferire le competenze e le risorse sui percorsi di accoglienza e misure alternative a fine pena ai comuni e maggiori
investimenti sull’accompagnamento post carcere;
cancellare il c.d. “Decreto Caivano” che sta generando un grave sovraffollamento nelle strutture penitenziarie minorili;
consentire ai detenuti più ore di visite e di colloqui telefonici e telematici con i propri cari.
Considerato inoltre che:
-Tale percorso partecipato e condiviso, esito di un approfondimento consiliare del consiglio comunale che si è intensificato a seguito di due decessi avvenuti a marzo nella sezione femminile della casa circondariale Rocco D’amato è confluito in un confronto pubblico cittadino “Il Dramma delle carceri” che si è tenuto a piazza Dalla il 30 novembre scorso;
– il percorso è stato promosso per sensibilizzare la cittadinanza e favorire la creazione di una rete di città, sedi di carcere, per l’applicazione dei principi costituzionali delle pene;
-nell’ambito del percorso si è sviluppata un’importante collaborazione tra ambiti istituzionali, penali, penitenziari , sindacali e associativi;
– il 30 novembre da parte di tutti gli intervenuti è stata confermato l’impegno a proseguire la collaborazione.
Tutto ciò premesso e considerato,
invita il Sindaco e la Giunta
– A pianificare il percorso di attivazione della rete di città sedi di carceri al fine di consolidare una strategia organica di procedure e servizi;
– a perseguire relazioni con il Tribunale di Sorveglianza per implementare le pene alternative e di messa alla prova dopo la pena;
– a dialogare con la Regione per ampliare la disponibilità di strutture per garantire l’attivazione delle pene alternative;
– a utilizzare “ Insieme per il lavoro” e tutti gli strumenti locali e regionali in essere per potenziare percorsi di riabilitazione sociale e professionale di riscatto;
– a dare continuità al tavolo “ Il dramma delle carceri” accompagnando lo sviluppo di un percorso collaborativo tra i diversi attori del sistema penitenziario, utile a tradurre i bisogni in risposte e a individuare nuove soluzioni ai problemi;
– a utilizzare gli strumenti del Welfare, della cittadinanza attiva e del lavoro di comunità per sostenere il volontariato penitenziario e promuovere una cultura penale coerente con i principi costituzionali;
– a facilitare un coordinamento tra quartieri e l’individuazione per ciascun quartiere di un referente consiliare o territoriale per la diffusione e il potenziamento di iniziative culturali di sensibilizzazione e di raccolta beni materiali di necessità da destinare al volontariato penitenziario;
– a informare la Regione e il Governo sullo stato di avanzamento del percorso.
F.to A. Di Pietro (Partito Democratico), R. Monticelli (Partito Democratico), M. Piazza (Partito Democratico), M. Campaniello (Partito Democratico), M. Gaigher (Partito Democratico), C. Mazzanti (Partito Democratico), R. Iovine (Partito Democratico), V. Naldi (Partito Democratico), M. De Martino (Partito Democratico), R. Fattori (Partito Democratico), G. De Giacomi (Partito Democratico), G. Bernagozzi (Partito Democratico), L. Bittini (Partito Democratico), C. Ceretti (Partito Democratico), F. Cima (Partito Democratico), M. Santori (Partito Democratico), R. Toschi (Partito Democratico), D. Begaj (Coalizione Civica), S. Larghetti (Coalizione Civica), P. Marcasciano (Coalizione Civica).