Lunedì 5 dicembre 2022 il consigliere comunale PD Roberto Iovine ha presentato un intervento di inizio seduta dal titolo “Manteniamo il Sistema Sanitario Nazionale universalistico” in Consiglio comunale.

Di seguito il testo dell’intervento:

Pietro Ingrao alla Camera il 23/12/1978 proclamava i risultati della votazione sulla L 833/78: presenti 465, votanti 458, astenuti 7; contrari 70, favorevoli 381 e cioè l’82% dei votanti DC, PCI, PSI, PSDI.

La legge concerneva l’istituzione del servizio sanitario nazionale universalistico e la abolizione del precedente sistema basato sulle mutue. Il modello era il NHS Inglese, 5/7/1948

Attualmente la spesa sanitaria si aggira sull’8,7% del PIL di cui 6,4% per il SSN , cioè spesa pubblica e 2,3% spesa privata out of pocket.

Nel resto di Europa la spesa sanitaria è sostanzialmente maggiore 11,7 (9,9 + 1,7) in Germania, 11,2 (9,4 + 1,8) in Francia. Peggio di noi solo la Grecia, le Repubbliche baltiche e l’est europeo

Il nostro sistema, pur costando sensibilmente meno come spesa procapite rispetto a gran parte dell’Europa, ha risultati di qualità ed efficacia non inferiori, tanto che è sicuramente molto popolare anche tra gli addetti, indipendentemente dal credo politico. I sondaggi ci dicono che al SSN sono anche molto affezionati i cittadini.

GIMBE ha indicato i determinanti della crisi di sostenibilità del SSN che oltre alla inappropriatezza ed alle inefficienze del sistema, risiedono nel cronico definanziamento e nella apertura alla sanità integrativa. Un altro determinante – è stato sottolineato (Cavicchi sull’Espresso) – è rappresentato dalla autonomia differenziata, che rischia di rendere autarchiche le Regioni nella fornitura delle cure sanitarie, peggiorando ulteriormente le disuguaglianze.

Quello che noi osserviamo è la profonda diseguaglianza in termini di salute tra Nord e Sud, sia in termini di aspettativa di vita che di aderenza ai LEA.

Grazie ad un forte impegno, attualmente sono 17 le regioni che sono adempienti al dettato e cioè alla erogazione di prestazioni preventive, distrettuali ed ospedaliere nei tempi e modi previsti; i punteggi migliori li spuntano Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, Liguria FVG, Abruzzo e Lazio. Molise e Calabria sono inadempienti.

Al di là dei numeri quello che appare sui quotidiani è lo stato di sofferenza cronica anche delle nostre istituzioni sanitarie, con liste di attesa lunghe ed estenuanti attese nei nostri PS. Il recente accordo con il Ministero farà arrivare il Regione 100 milioni per migliorare l’offerta sanitaria.

La situazione è tale che in mancanza di un adeguato finanziamento del SSN, aumenterà la quota percentuale del ricorso a cure private, segnatamente alle assicurazioni aziendali o personali; bisogna essere consapevoli però che in questo modo si mina l’universalità del SSN, perché ovviamente i dirigenti avranno coperture maggiori dei semplici operai e le ditte più ricche potranno garantire maggiori coperture che ditte meno ricche. Se aggiungiamo la differenza tra le Regioni, già esistente e potenzialmente peggiorabile dal sistema autarchico della autonomia differenziata, rischiamo di trovarci in una situazione pre 1978.

Ed il tutto avverrà senza bisogno di nessuna legge, ma per esaurimento delle risorse e non per scelta democratica, semplicemente per asfissia del sistema; i cittadini subiranno surrettiziamente il cambiamento, cui sono già oggi abituati quando si stupiscono che alcune prestazioni, come quelle riabilitative, possono essere erogate senza esborso di danaro.

Il mio è quindi un appello a tutte le forze politiche per, magari all’interno di una seduta ad hoc della 5° commissione, un impegno comune alla scrittura di un ODG congiunto con una raccomandazione al Sindaco che si faccia partecipe in tutte le istanze del desiderio del Consiglio Comunale di mantenere il SSN pubblico ed universalistico come lo conosciamo oggi.