Lunedì 4 dicembre 2023 la consigliera comunale Mery De Martino è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo ” Il patriarcato ferito reagisce con ancora più violenza”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

Il Patriarcato ferito reagisce con ancora più violenza

Solo leggendo i casi di stampa (che, come sappiamo, sono solo una minima percentuale) sappiamo che 3 donne, che in questi giorni avevano ripubblicato post su giulia cecchettin o ricevuto dai rispettivi compagni la minaccia di fare proprio la fine di Giulia, sono state violentemente picchiate e una, purtroppo, è stata uccisa.

Sempre in questi giorni, due sono anche gli uomini che togliendosi il braccialetto elettronico hanno violato il divieto di allontanamento dalla propria ex compagna.

Non posso, quindi, fare a meno di unire i puntini e affermare che il patriarcato, che alcuni ancora negano con teorie più o meno rocambolesche, è proprio questa cosa qui.

Un sistema di potere tutto maschile che dopo la morte di Cecchettin è stato messo ancora di più sotto accusa pubblica.

E in questa fase di – potremmo definire – rinnovata denuncia, da parte di chi trae vantaggi da questo sistema (che sono gli uomini, indubbiamente e per la maggior parte, ma anche le donne che più o meno consapevolmente hanno introiettato questo sistema) le reazioni che vediamo sono due:

intervenire sul tema, pur magari non avendolo mai fatto prima, per propinarci il proprio sermone in cui ci viene spiegato perché ogni 72 ore una di noi viene uccisa, come abbiamo visto fare anche in questa aula di consiglio da colleghi dell’opposizione o come, nei casi ancora più scandalosi, abbiamo visto fare con i manifesti di casapound;

e l’altra reazione, da parte degli uomini intrisi anche di violenza fisica, che è quella di scagliarsi con ancora più ferocia verso le proprie compagne o ex.

Allora io credo che tra le domande da porsi in questo momento, oltre a cosa cambiare/inserire nella lotta femminista per dare seguito a questa che, è a tutti gli effetti, una nuova fase del percorso di liberazione, ci sia anche un altro enorme tema che dovrebbe impegnare le menti di tutte e tutti noi, molto più del cercare assurde argomentazioni per negare l’esistenza di un sistema di potere maschilista che esiste dall’inizio dell’umanità, ed è: di fronte a questo clima di rinnovata denuncia, di fronte a un patriarcato che purtroppo non è ancora ma si sente indubbiamente messo all’angolo più di prima, come salviamo le nostre sorelle che vivono vicino a un carnefice che ora è ancora più arrabbiato di prima? Sollecitare le denuncia, diffondere il numero antiviolenza sono le prime cose fondamentali da fare e indubbiamente stanno funzionando, ma non bastano per tutte, per questo vorrei che ci concentrassimo sul capire cosa altro fare per salvarci tutte da questa carneficina.

E poi mi piacerebbe capire cosa altro noi, rappresentanti politici, possiamo fare e pretendere. Sicuramente io credo sia arrivato il momento in cui chi esprime frasi maschiliste o sessiste venga costretto a rassegnare le dimissioni dalle cariche istituzionali o politiche che ricopre. A prescindere dai partiti, non sarò io a nascondere l’episodio che ha coinvolto anche un sindaco del pd nel modenese seguito da numerose performance di altri partiti. Ma a prescindere dai partiti, ora è il tempo di misure esemplari perché sono tutti questi tasselli, anche i più piccoli, a completare il puzzle del patriarcato. Le scuse non ci bastano più, come far passare certi episodi come brutte gaffe da condannare e basta. Dovete vergognarvi e fare di più: rinunciare ai vostri ruoli che non siete degni di ricoprire. Noi siamo il 50% della popolazione e chi non ci porta rispetto non deve rappresentarci.