Lunedì 9 settembre 2024 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno, proposto dalla consigliera comunale PD Cristina Ceretti sul tema del percorso di riforma della cittadinanza per portare nella discussione nazionale la sensibilità del nostro territorio, nonché compiere un passo importante verso l’applicazione piena del principio di uguaglianza contenuto all’art. 3 della Costituzione.

L’ordine del giorno è stato firmato, tra l’altro, dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Giorgia De Giacomi (Gruppo PD), Roberto Fattori (Gruppo PD), Loretta Bittini (Gruppo PD), Vincenzo Naldi (Gruppo PD), Giulia Bernagozzi (Gruppo PD)Rita Monticelli (Gruppo PD), Claudio Mazzanti (Gruppo PD), Michele Campaniello (Gruppo PD), Maurizio Gaigher (Gruppo PD)Franco Cima (Gruppo PD), Mery De Martino (Gruppo PD), Roberta Toschi (Gruppo PD), Roberto Iovine (Gruppo PD), Antonella Di Pietro (Gruppo PD) Marco Piazza (Gruppo PD), Mattia Santori (Gruppo PD).

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento della consigliera Cerretti in aula, durante la medesima seduta.

Il relativo comunicato stampa è disponibile in allegato ed online.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno approvato.

Il Consiglio comunale di Bologna

Premesso che

Da anni in Italia si attende una riforma sostanziale della legge sulla cittadinanza e in queste ultime settimane il dibattito sul tentativo di riforma è tornato a far parte dell’agenda politica.

Riconoscere la cittadinanza italiana ai minori che nascono e crescono nel nostro Paese rappresenta un’opportunità di uguaglianza, concedendo pari diritti a tutti quegli italiani di fatto, ma non per la legge.

In Italia, l’acquisizione della cittadinanza italiana è attualmente regolamentata dalla Legge 91 del 1992, che stabilisce il cosiddetto ius sanguinis, ovvero il diritto di cittadinanza sin dalla nascita per chi è figlio di uno o entrambi i genitori cittadini italiani. La stessa legge prevede alcune salvaguardie contro l’apolidia e per chi ha genitori impossibilitati a trasmettere la propria cittadinanza. Anche i figli di ignoti trovati nel territorio italiano acquisiscono dalla nascita la cittadinanza italiana.

Sottolineato che

Diverso è il caso dei minorenni di origine straniera nati in Italia. Secondo le norme attualmente vigenti, solo coloro che hanno risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese fino al raggiungimento della maggiore età possono divenire cittadini italiani, presentando richiesta entro un anno dal compimento del diciottesimo compleanno. Una legge ormai superata nei fatti, per bambini, bambine e adolescenti che nascono e crescono in Italia insieme ai compagni di scuola, ma con meno diritti e opportunità. La mancata cittadinanza complica l’accesso ad attività extra scolastiche come la partecipazione a gite scolastiche e attività sportive.

Per chi è arrivato in Italia anche da molto piccolo, invece, vige il principio della naturalizzazione, cioè una volta diventato maggiorenne, il cittadino straniero può chiedere la cittadinanza se ha raggiunto i dieci anni di residenza regolare ininterrotta e può dimostrare un certo livello di reddito, oltre ad altri requisiti alloggiativi, linguistici e di carattere sociale.

Specificato che

Sono tantissimi gli alunni e le alunne con background migratorio che ogni giorno frequentano le scuole. Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Ufficio Statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nelle scuole ci sono 914.860 studenti con cittadinanza non italiana: sono l’11,2% della popolazione scolastica. Solo il 15,5% delle scuole italiane non registra la presenza di alunni di origine straniera.

Per tutti loro c’è bisogno di garantire politiche efficaci di inclusione scolastica che sostengano i percorsi educativi degli studenti con background migratorio, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze negli apprendimenti.

L’attuale legge sulla cittadinanza, vecchia di trent’anni, non fotografa più il Paese che incontriamo ogni volta che entriamo in una aula scolastica.

Non riconoscere la cittadinanza italiana a questi bambini, bambine e giovani rischia di limitate il loro senso di appartenenza al territorio, alla comunità, e limitare il desiderio di partecipare alla vita sociale dei quartieri. Al contrario, il riconoscimento della cittadinanza italiana promuoverebbe l’integrazione e aprirebbe ad un senso di appartenenza e partecipazione, teso ad una cittadinanza globale e un’identità multistrato.

Considerato che

Bologna è una città aperta e plurale che accoglie, costruisce nuovi diritti e considera le differenze come opportunità e arricchimento. Attua da sempre nelle sue politiche di cura il principio costituzionale di uguaglianza nelle diversità.

Invita il Sindaco e la Giunta

  • A sostenere il pieno coinvolgimento delle realtà associative che da anni si occupano di diritto alla cittadinanza nel suddetto percorso di Riforma, per portare nella discussione nazionale la sensibilità del nostro territorio.
  • Ad approfondire ed eventualmente sostenere i percorsi di riforma dell’attuale legge sulla cittadinanza, avviati alla Camera, come primo importante passo verso l’applicazione piena del principio di uguaglianza contenuto all’art. 3 della Costituzione.

F.to** C. Ceretti (Gruppo PD), G. De Giacomi (Gruppo PD), R.Fattori,(Gruppo PD), L. Bittini (Gruppo PD), V. Naldi (Gruppo PD), G. Bernagozzi (Gruppo PD)R. Monticelli (Gruppo PD), C. Mazzanti (Gruppo PD), M. Campaniello (Gruppo PD), M. Gaigher (Gruppo PD)F. Cima (Gruppo PD), M. De Martino (Gruppo PD), R. Toschi (Gruppo PD), R. Iovine (Gruppo PD), A. Di Pietro (Gruppo PD), M. Piazza (Gruppo PD), M. Santori (Gruppo PD), D. Begaj (Gruppo Coalizione Civica), S. Larghetti (Gruppo Coalizione Civica), P. Marcasciano (Gruppo Coalizione Civica), G. Tarsitano (Lepore Sindaco), S. Negash (Lepore Sindaco), F. Diaco (Anche tu Conti) .