Lunedì 17 novembre 2025 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che riguarda la richiesta di impegno sull’escalation della guerra e dello sfruttamento delle risorse nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.

L’ordine del giorno è stato firmato dalla consigliera comunale PD Rita Monticelli.
E’ possibile accedere qui alla discussione in aula.
Online ed in allegato è disponibile il relativo comunicato stampa.
Di seguito il testo dell’ordine del giorno approvato in aula.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA
Visto:
I numerosi provvedimenti legislativi internazionali e nazionali inerenti i diritti umani universali;
Le risoluzioni dell’ONU sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo;
I vari rapporti del gruppo degli esperti delle Nazioni Unite che certificano la presenza di oltre 4000 soldati ruandesi nell’est della Repubblica Democratica del Congo e le conseguenti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale;
Il Rapporto Mapping delle Nazioni Unite del 1° ottobre 2010, che attesta la morte di almeno 6 milioni di persone nella Repubblica Democratica del Congo tra il 1993 e il 2003, riportando
prove di crimini di guerra, contro l’umanità e di genocidio;
Le dichiarazioni rilasciate nel gennaio e febbraio 2025 dall’Alta Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e dai ministri degli Esteri del G7, che denunciano l’ultima escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo;
La storia recente della Repubblica Democratica del Congo, segnata da trent’anni di ingerenze e destabilizzazioni legate allo sfruttamento delle materie prime — in particolare coltan, cobalto, oro, tungsteno e stagno — che alimentano l’industria globale dell’elettronica e delle tecnologie “verdi”, e che hanno causato oltre dieci milioni di morti e almeno 7 milioni di sfollati interni (dati OIM 2023);
La documentata responsabilità, emersa da indagini internazionali e testimonianze raccolte dalla società civile congolese e da organizzazioni come “Insieme per la Pace in Congo”, di multinazionali europee, cinesi e statunitensi che, attraverso triangolazioni commerciali con Ruanda e Uganda, si approvvigionano illegalmente di minerali estratti in condizioni disumane, spesso da minori e sotto il controllo dei gruppi armati;
L’ulteriore aggressione da parte di forze armate ruandesi o da esse comandate (M23), finalizzata al controllo delle risorse minerarie strategiche fondamentali per la produzione di dispositivi tecnologici e batterie elettriche;
L’annuncio, il 19 febbraio 2024, della Commissione Europea relativo alla firma di un memorandum d’intesa con il Ruanda sulle catene del valore delle materie prime critiche;
L’occupazione, poche settimane dopo, da parte del movimento M23, della principale miniera di coltan della regione dei Grandi Laghi a Rubaya;
L’aumento sistematico dello stupro come arma di guerra: secondo Medici Senza Frontiere, nella sola provincia del Nord Kivu, tra gennaio e maggio 2024 sono state assistite oltre 17.000 persone vittime di violenza sessuale;
Il rapporto del 27 dicembre 2024 degli esperti ONU, che segnala l’istituzione, da parte dell’M23, di “un’amministrazione parallela” per il controllo e la tassazione delle attività minerarie, e l’esportazione fraudolenta di almeno 150 tonnellate di coltan al mese verso il Ruanda;
L’avanzata del gruppo armato M23 nei primi mesi del 2025, con la presa delle città di Goma e Bukavu e il controllo quasi totale delle province del Nord e Sud Kivu, da cui proviene l’80% del coltan mondiale;
L’ulteriore intensificazione dei combattimenti tra l’M23 sostenuto dal Ruanda e l’esercito congolese, con migliaia di vittime civili e centinaia di migliaia di nuovi sfollati;
Gli attacchi del 23 e 24 gennaio 2025 contro la missione ONU MONUSCO e la missione SADC, che hanno causato la morte di 13 operatori di pace;
Il fatto che ci troviamo di fronte a una palese violazione del diritto internazionale: da un lato un paese aggredito — la Repubblica Democratica del Congo — e dall’altro un paese aggressore — il Ruanda.
Considerato che:
Il Parlamento Europeo, con la Risoluzione 2025/2553(RSP) del 13 febbraio 2025, ha chiesto la sospensione del sostegno finanziario e militare al Ruanda fino alla cessazione del suo coinvolgimento nel conflitto;
L’Unione Europea, tra il 2022 e il 2024, ha finanziato con 40 milioni di euro le truppe ruandesi impegnate in Mozambico;
L’Italia, il 9 luglio 2024, ha firmato con il Ruanda un accordo da 50 milioni di euro per progetti di “resilienza climatica” senza adeguate garanzie sull’uso delle risorse;
Numerose inchieste giornalistiche e rapporti indipendenti hanno denunciato che aziende europee — incluse quelle attive nei settori delle batterie, degli smartphone e delle auto elettriche — approfittano della triangolazione Ruanda-Uganda per importare illegalmente coltan e cobalto congolesi, etichettandoli come “minerali ruandesi”;
Le famiglie delle vittime italiane dell’agguato del 22 febbraio 2021 in cui morì l’Ambasciatore Luca Attanasio, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista del PAM Mustapha Milambo, denunciano l’assenza di verità e giustizia;
Ogni tentativo recente di processo di pace è fallito, nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale;
La pace in Africa è impossibile senza stabilità nella Repubblica Democratica del Congo;
È fondamentale che anche le istituzioni locali contribuiscano alla sensibilizzazione e alla pressione diplomatica, affinché la voce della società civile italiana sia ascoltata.
Preso atto che:
è stato conferito il prestigioso “Premio Daniele Po” alla giurista congolese Nené Bintu Iragi, in riconoscimento del suo impegno nella difesa dei diritti delle donne e nella promozione della dignità umana in contesti di conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, durante la cerimonia svoltasi presso il Palazzo Accursio di Bologna.
INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE
A trasmettere la presente mozione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;
A chiedere al Governo Italiano di farsi promotore, in ogni sede internazionale, di processi di pace e di misure di sospensione dei sostegni economici e militari al Ruanda fino alla cessazione delle ostilità nella Repubblica Democratica del Congo, includendo anche una clausola di trasparenza sulle catene di approvvigionamento delle materie prime critiche utilizzate dalle aziende europee;
A promuovere sul territorio comunale iniziative di sensibilizzazione sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo e sul legame tra il consumo di tecnologie quotidiane e lo sfruttamento delle popolazioni congolesi, in collaborazione con associazioni, scuole e realtà impegnate per la giustizia sociale e i diritti umani nel continente africano.
A valutare, in collaborazione con le farmacie comunali, l’attivazione di una raccolta di farmaci essenziali da destinare alle aree maggiormente colpite dal conflitto e dalla carenza di cure, come gesto concreto di cooperazione e responsabilità civile, rafforzando il ruolo di Bologna come città attenta ai diritti umani, alla salute globale e alla solidarietà internazionale.
F.to S. Negash (Lepore Sindaco), R. Monticelli (Partito Democratico), G. Tarsitano (Lepore Sindaco), D. Begaj (Coalizione civica), S. Larghetti, (Coalizione civica), P. Marcasciano (Coalizione civica).
