Lunedì 3 marzo 2025 la consigliera comunale PD Antonella Di Pietro ha presentato un intervento ad inizio seduta dal titolo “Summit sul futuro dei 50 giovani detenuti “.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

A poco meno di un mese di distanza dalla notizia del trasferimento dei 50 giovani detenuti d’Italia al carcere della Dozza, è uscita l’intervista del sottosegretario Ostellari che ha annunciato di aver richiesto un incontro al Sindaco e al Presidente della Regione Emilia Romagna. Meglio tardi che mai. Che questo incontro lo avrebbe dovuto richiedere prima e senza le sollecitazioni delle istituzioni locali è fuori da ogni dubbio, ma andiamo oltre. È opportuno chiarire che il presidio del 25 febbraio è stato realizzato per esprimere enorme contrarietà a un’operazione che intende realizzare una sezione minorile in un carcere per adulti ed è più che legittimo che realtà diverse si siano unite per esprimere dissenso e preoccupazione su una scelta di questo tipo. È vero che il sovraffollamento degli istituti minorili è una questione che riguarda Bologna e tutto il paese, ma in molti ne riconosciamo le cause che sono chiaramente attribuibili al Decreto Caivano. Inoltre se si fosse adottato un metodo di condivisione, interloquendo con le istituzioni locali e regionali per valutare insieme la migliore soluzione temporanea, non ci sarebbe stato bisogno di manifestare. Il governo ha deciso in autonomia di percorrere questa strada, trascurando gli effetti evidenti di tensione e di commistione tra giovani e adulti all’interno di una struttura che già presenta gravi problematiche. Le notizie ci dicono che probabilmente il trasferimento avverrà entro la metà di questo mese, se non ad aprile, ma di fatto fino a ieri non è arrivato nessun chiarimento sui profili, i bisogni e le necessità di questi 50 giovani adulti, aumentando solo le difficoltà a gestire anche da un punto di vista educativo la situazione.
La stesse associazioni del volontariato in carcere, che insieme a noi hanno manifestato e a cui Ostellari ha chiesto impropriamente di non strumentalizzare, sono realtà indispensabili che costantemente operano per far sì che “la detenzione per ciascuno, giovane o adulto corrisponda all’articolo 27 della Costituzione” . Ad oggi, come hanno ben sottolineato anche nel loro appello inviato in seguito al presidio, troppo scarse sono le informazioni su quello che succederà e sulle modalità di attuazione.
Tale approccio, privo di un progetto e di chiarezza di risorse da destinare, oltre a disumanizzare la persona detenuta disumanizza l’intera società e impedisce la gestione dignitosa di un’operazione che in questo periodo si è fondata su un esclusivo principio di locazione e non sulla persona.
A breve sapremo l’esito dell’ incontro previsto oggi e l’auspicio è che il ministero percorra, a seguito del confronto, altre soluzioni praticabili, escludendo Bologna. Se ciò non dovesse accadere, tutta la città insieme alla comunità civile coinvolta continuerà a vigilare su un provvedimento che in maniera irrispettosa e poco idonea fino ad oggi ha escluso tutte le realtà istituzionali e sociali.