Lunedì 17 febbraio 2025 la consigliera comunale PD Loretta Bittini ha presentato un intervento ad inizio seduta dal titolo “Paolo Fabbri il partigiano assassinato il 14 Febbraio 1945”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.

Di seguito il testo dell’intervento.

Nei mesi di gennaio e febbraio in diverse circostanze abbiamo ricordato cioè che è avvenuto 80 anni fa.
Abbiamo partecipato con grande coinvolgimento, percheé il ricordo storico è fondamentale permantenere viva la memoria degli eventi passati.
E’ necessario evitare che errori terribili come, la mancanza di libertà il divieto di dissenso, un’Italia spezzata in due (il sud con un governo libero ed un nord governato dalla RSI, Repubblica sociale italiana) ed i nazisti, l’olocausto, la sofferenza delle vittime) ed una guerra mondiale, non diventino un ricordo sbiadito nella nostra mente.

Ci sono stati Donne e Uomini, che hanno donato anche la vita opponendosi a tutto ciò.

Come PAOLO FABBRI, lo ricordiamo nell’80° anniversario della morte.

Chi è Paolo Fabbri’? Oltre al nome di una strada, resa celebre da Francesco Guccini, con una delle sue canzoni più belle e conosciute.

In questi giorni è stato al centro del ricordo con deposizione delle corone nei luoghi dove ha vissuto, dove è la sua tomba e con il tributo di una biografia.

Partigiano o patriota? esordisce così Enrico Verdolini nel suo libro che lo ricorda, ripercorrendo su documenti d’archivio, le tappe della sua ultima fatale missione.

Ci piace privilegiare una parte per il tutto, l’uomo con una causa, al servizio di una patria.

Paolo Fabbri nacque a Conselice (Ravenna) nel 1889, in una famiglia contadina molto numerosa.

Fu un attivista dei lavoratori della terra e aderì al Partito Socialista Italiano, dove continuò a svolgere attività sindacale.

Diresse le organizzazioni operaie di Molinella e in seguito, diventò uno dei principali collaboratori del sindaco Giuseppe Massarenti.

Antifascista, si oppose fermamente alla presa di potere di Mussolini.

Arrestato nel 1927, fu inviato al confino a Lipari, dove conobbe Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti, che aiutò a fuggire.

Ha detto di lui Carlo Rosselli : “un figlio della terra, ne conserva la concretezza e la fruttuosità. Terra bolognese : grassa e generosa”.

Pochi sanno che senza di lui Giustizia e libertà non sarebbe mai nata. Rientrato a Bologna, negli anni 30, entrò nella resistenza.

Lavorò come artigiano e fondò la società Chimica Galvanica che, negli anni 40, servì da copertura per riorganizzare il partito socialista, in uno scantinato di
via de’ Poeti, detto il Fondone, che divenne una delle principali basi segrete partigiane di Bologna.

Nel dicembre 1944, con l’Italia divisa in due (parte occupata dai tedeschi e parte liberata), il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Emilia Romagna inviò Paolo Fabbri a sud, oltre la linea gotica, insieme al tenente colonnello Mario Guermani, con la missione di prendere contatti con le organizzazioni partigiane, con il governo dell’Italia liberata e con gli ufficiali dell’esercito degli Stati Uniti.

La loro missione era fondamentale per la liberazione di Bologna. Nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 1945, erano sulla via del ritorno e portavano con sé piani militari per la liberazione di Bologna e cinque milioni di lire per il finanziamento delle brigate partigiane. Mentre tentavano di passare la linea gotica, nei pressi di Bombiana, nel comune di Gaggio Montano, morirono in circostanze misteriose, mentre la guida che li accompagnava, Adelmo Degli Esposti, si salvò. A quasi un anno di distanza furono
ritrovati i loro cadaveri e Degli Esposti, nel processo che ne seguì, venne prosciolto. Le circostanze della morte non saranno mai chiarite (campo minato? pattuglia tedesca? Mistero -) Polo Fabbri, nome di battaglia Palita, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, é un partigiano che ha vissuto il suo impegno per la libertà e la giustizia in modo totalizzante: questa è la risposta alla domanda iniziale, Paolo Fabbri fu partigiano e patriota.

Lo hanno ricordato, nei loro canti, riportati in appendice del libro di E. Verdolini, anche le mondine di Molinella, in una commovente testimonianza dell’affetto popolare.
Chiudo il ricordo con una piccola strofa di un canto a lui dedicato:

Nei locali del “Fondone”

fu Palita che animò

una grande insurrezione

che l’Italia liberò….