Lunedì 20 gennaio 2025 la consigliera comunale PD Antonella Di Pietro ha presentato un intervento ad inizio seduta dal titolo “L’ennesimo episodio di aggressione alla Dozza”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.
Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta.
Un altro episodio di aggressione si è verificato la scorsa settimana alla Casa circondariale Rocco d’Amato. Un detenuto ha aggredito un agente della penitenziaria fratturandogli un dito. Un pensiero di solidarietà all’agente colpito e a tutti coloro che vivono sulla loro pelle l’aggravarsi quotidiana della condizione carceraria.
Siamo ormai consapevoli che questi episodi sono l’effetto di una violenza annunciata. Chi vive e opera all’interno di una struttura detentiva deve affrontare traumi provocati da un sistema drammatico che va ripensato radicalmente. Il malessere psicologico e fisico a cui assistiamo e che viene costantemente rappresentato, conferma che il sovraffollamento, le dinamiche presenti e l’inadeguatezza delle risorse in ogni ambito portano solo a vivere stati di oppressione e disperazione che privano di speranza le persone. In un contesto nazionale che purtroppo rischia anche di vanificare ogni sforzo locale. Le politiche repressive e securitarie a cui oggi assistiamo, alimentano rabbia, violenza e malessere mentale, calpestando e mettendo a dura prova la salute e la dignità umana, in una solitudine che spinge agenti e operatori ad andarsene. Bologna da sempre investe per migliorare condizioni detentive e favorire percorsi di reinserimento. Sono diverse le esperienze che si portano avanti, ma purtroppo non bastano a sanare la frustrazione diffusa. Il percorso tracciato che vuole riformare un sistema del tutto fallimentare va perseguito con continuità e tenacia. La visione carcerocentrica va superata. Le pene devono aiutare a rendere le persone migliori, devono servire a rieducare. La politica deve fare la sua parte senza esimersi. Penso alle parole del Cappellano dell’Istituto minorile in cui rappresenta i bisogni della struttura e dei ragazzi, a quando descrive il razzismo latente che vede negli occhi delle persone che incrociano i ragazzi in libertà vigilata. Penso a questi ragazzi o agli adulti reclusi alla Dozza e alle dichiarazioni del sindacalista D’Amore sull’insostenibilità di una situazione esplosiva e al collasso per ribadire la gratitudine che ognuno di noi dovrebbe avere nei confronti dei cappellani, degli operatori e dei volontari che ogni giorno si adoperano per contrastare una società che anziché curare rigetta ai margini.
Per questo, al fine di creare maggior consapevolezza, insieme ad altre colleghe e colleghi proporrò un’udienza conoscitiva sul volontariato penitenziario e sui risultati di una ricerca promossa ambito regionale dal Garante che interessa anche Bologna.
