Venerdì 20 dicembre 2024 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato l’ordine del giorno 312.22 sul “Sostegno al percorso istituzionale per la trasformazione digitale del Comune di Bologna”, presentato dal consigliere comunale PD Franco Cima (Partito Democratico) e firmato, tra l’altro, dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Marco Piazza, Antonella Di Pietro, Roberto Fattori, Giulia Bernagozzi, Roberta Toschi, Michele Campaniello, Maurizio Gaigher, Rita Monticelli, Claudio Mazzanti, Roberto Iovine, Cristina Ceretti, Vincenzo Naldi, Mattia Santori, Mery De Martino, Giorgia De Giacomi, Loretta Bittini.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno 312.22 approvato e il testo di presentazione in aula.

Tramite link ed in allegato è disponibile il comunicato stampa del Comune in merito alle votazioni della delibera relativa al DUP ed agli ordini del giorno approvati.

Una pagina specifica del nostro sito è invece dedicata a tutti gli ordini del giorno proposti dai consiglieri comunali PD collegati al Dup e al Bilancio 2025-2027 ed approvati.

Tutta la documentazione del Bilancio sarà a breve disponibile nella pagina specifica del Comune di Bologna dedicata al Bilancio preventivo, nonché in quella sul Documento Unico di Programmazione (DUP).

ORDINE DEL GIORNO N. 312.22/2024

collegato all’Odg 312 – DC/PRO/2024/114

 Il Consiglio Comunale di Bologna 

Premesso che

La Trasformazione Digitale rappresenta uno dei terreni più importanti su cui il paese dovrà costruire il futuro modello di sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030.

È una sfida che si deve cogliere ed orientare ad una trasformazione progressista e che metta al centro le persone, i loro bisogni e la cura per l’ambiente che ci accoglie.

Trasformazione digitale e trasformazione ecologica vanno realizzate in modo sinergico, canalizzando la forza generativa dell’innovazione tecnologica alla ricerca e all’implementazione di soluzioni finalizzate ad obiettivi di sostenibilità, inclusione, sicurezza e sviluppo sociale.

Forum PA ha indicato il comune di Bologna come leader della trasformazione digitale in 2 delle 3 aree di valutazione generale, ovvero CITTÀ CONNESSE e COMUNI APERTI.

Sulla dimensione “Comuni aperti” viene premiato il numero di follower e il grado di aggiornamento dei principali canali social (Facebook, Twitter, YouTube, Instagram), a cui Bologna ha aggiunto anche il canale WhatsApp, Telegram e di recente il sistema di Alert System.

Sulla dimensione “Città connesse” viene premiato l’impegno che l’Amministrazione ha dedicato alla infrastrutturazione della città a partire dalle reti digitali;

Vanno menzionati gli interventi specifici che il Comune di Bologna ha realizzato su reti di servizio come la rete semaforica intelligente, i servizi di infomobilità, l’automazione nel conferimento dei rifiuti (carta smeraldo) e la gestione della illuminazione pubblica.

Considerato che:

I valori-guida della trasformazione digitale si misurano con una azione politica funzionale e tesa all’empowerment delle persone, che interagiscono con le tecnologie e sempre di più le abitano, e devono riguardare:
la centralità della persona nei processi trasformativi, in tutti gli ambiti: il lavoro, la scuola, la salute, le imprese.
l’accesso e la partecipazione ai processi decisionali, anche supportati da ambienti digitali civici che consentono di allargare l’esercizio della cittadinanza e la produzione di valore pubblico.
la tutela dei dati e la cura del loro uso etico e sicuro (diritto fondamentale), soprattutto da parte delle PA e delle loro articolazioni che li custodiscono ma non li posseggono.
un approccio non tecnocratico alle tecnologie (macchine, reti, dati, potenza di calcolo, capacità predittive) bensì human centred. Le macchine, le reti e le piattaforme non sono strumenti/ambienti neutri, ma possono essere un potenziale veicolo per nuove e vecchie forme di discriminazione sociale ed economica, se non co-progettate e sviluppate applicando principi di trasparenza, equità, apertura e affidabilità, e se non applicate e regolate secondo criteri sociali ed etici chiari e condivisi.

Un Comune digitale è un Comune più inclusivo
La trasformazione digitale è una grande opportunità di inclusione, ma anche di potenziale esclusione se non agisce, soprattutto a livello territoriale, di prossimità, in modo da ampliare e rendere più consapevole e informata la platea di tutte e tutti coloro che accedono ai servizi. Diventa quindi necessario:

  • farsi carico delle diseguaglianze nell’accesso e nell’uso delle tecnologie e nella sfera digitale più in generale
  • promuovere nel sistema pubblico la cultura, l’uso e la qualità dei dati in modo da consentirne a chi governa un uso prospettico per elaborare e introdurre politiche più documentate e basate su una conoscenza fattuale dei fenomeni sociali, e per progettare servizi più rispondenti ai bisogni e meglio monitorabili dai cittadini e dalle cittadine.
  • rimuovere le barriere d’ingresso a cominciare da quelle di genere (gender digital gap) secondo un approccio di femminismo intersezionale.
  • occuparsi di tutte le “periferie” – sociali, culturali, economiche, infrastrutturali – attivando dinamiche relazionali “dal fuori al dentro/centro”.
  • illuminare le invisibilità facendo emergere i bisogni, le aspettative e le fragilità, in molti casi aggravate dall’uso obbligato delle tecnologie, principale se non unico legame con il lavoro, lo studio, la socialità, la cultura, lo svago.
  • aumentare l’inclusione digitale tramite misure concrete di riduzione del digital divide: aiutare anziani e fasce a rischio di marginalizzazione ad accedere a SPID con presidi nelle Case della Salute e Case di Quartiere.

Un Comune digitale è un Comune più trasparente
Un tema di importanza centrale per il futuro digitale è quello che riguarda i Dati, un’inesauribile fonte di opportunità, che può ha bisogno di essere governata, regolata e utilizzata al fine di migliorare la vita delle persone. Per questo è fondamentale:

  • Implementare una governance dei dati efficace, con infrastrutture tecnologiche, competenze specifiche, e una cultura organizzativa che ne valorizzi l’uso per il miglioramento continuo delle politiche e della gestione del territorio
  • Creare un vero e proprio patto di collaborazione, che abbia come scopo quello di portare alla massima condivisione i dati detenuti dai diversi soggetti e costruire una governance organizzata e partecipata, al fine di far avanzare progetti di semplificazione dei servizi e aumento della conoscenza.
  • Produrre e rendere disponibili dati aperti (open data), anche nativamente differenziati per genere, disaggregati per tema/politica/progetto e ri-utilizzabili dalle Istituzioni, dai singoli e dalle organizzazioni della società civile interessati per arricchirne significati, interpretazioni e racconti possibili.
  • Pensare a uno sviluppo di strumenti e infrastrutture di intelligenza artificiale come bene comune e a disposizione della cittadinanza, portando il Comune di Bologna all’avanguardia sulle applicazioni per scopi sociali, ambientali e di inclusione democratica e impegnandosi nell’utilizzo di dati e algoritmi che siano sottoposti ai più stringenti test di sicurezza e non discriminazione
  • Promuovere un uso consapevole delle tecnologie e degli spazi digitali, soprattutto per i minori, tramite campagne di sensibilizzazione e laboratori e dedicati al tema, allo scopo di favorire la crescita di una cittadinanza consapevole dei propri diritti in un mondo permeato dalle nuove tecnologie.

Un Comune digitale è un Comune più moderno
Le tecnologie offrono la possibilità di rendere più utili, accessibili ed efficienti sia le infrastrutture che i servizi alle persone. È già in atto una vera e propria rivoluzione su alcuni di questi fronti che bisogna proseguire e ampliare su diversi ambiti:

  • Connettività e Comunicazione, estendendo e potenziando la banda larga ad accesso pubblico in tutto il territorio.
  • Pianificazione urbana e territoriale e sistemi per la mobilità, attraverso l’analisi dei dati e l’utilizzo di modelli e simulazioni.
  • Monitoraggio delle risorse naturali e dell’ambiente: sensori e satelliti possono essere utilizzati per monitorare la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo e la gestione delle Risorse Idriche.

Tutto questo considerato, si ritiene necessario proseguire e potenziare:

1. Il lavoro avviato nel Tecnopolo con Leonardo e l’ECMWF, valorizzando ulteriormente il rapporto con Università e Centri di ricerca.
2. Il progetto del Gemello digitale, valutando le possibilità di utilizzo in ambito sociale, simulando scenari per valutare l’efficacia di specifiche politiche pubbliche su individui, gruppi sociali e aree geografiche, rendendo questi progetti accessibili e monitorabili dalla cittadinanza.
3. Favorire l’utilizzo di software libero e open source, e formati aperti, come componente fondamentale della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di dotarla di strumenti innovativi in linea con le direttive europee sia sul campo della sicurezza che dell’indipendenza tecnologica
4. Intelligenza artificiale come bene comune: in accordo con le indicazioni dell’UE, proseguire e potenziare gli investimenti nel Tecnopolo di Bologna a beneficio di ricerca e sviluppo con Università, scuola, pubblica amministrazione e imprese del territorio, adoperandosi per uno sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile di queste tecnologie e favorendo lo sviluppo di progetti che abbiano come finalità l’integrazione sociale, la riduzione delle diseguaglianze, la transizione ecologica
5. l’adozione di una piattaforma per la partecipazione delle persone nei processi di governance, secondo regole di funzionamento, gestione e monitoraggio negoziate e condivise, al fine di favorire il coinvolgimento nella co-progettazione civica dei servizi, individuare nuove proposte e soluzioni, consolidare le occasioni di ascolto attraverso modalità qualificate ed efficienti, raccogliere dati utili al miglioramento delle politiche a favore del territorio.
6. La raccolta di dati disaggregati per genere, incrociandoli con altre informazioni anagrafiche e sociali, allo scopo di comprendere tutte le disuguaglianze di genere esistenti e promuovere politiche che riducano il divario digitale e favoriscano in modo più efficace la presenza di donne in settori high tech, anche tramite la realizzazione di un gender procurement negli appalti pubblici.

Chiede al Sindaco ed alla Giunta

Di farsi promotore di una convinta iniziativa amministrativa sui temi proposti e di proseguire nelle azioni intraprese fondamentali per il supporto alla transizione digitale e per un uso civico, sociale ed etico dei dati.

F.to F. Cima (Partito Democratico), M.Piazza (Partito Democratico), A. Di Pietro (Partito Democratico), R. Fattori (Partito Democratico), G. Bernagozzi (Partito Democratico), R. Toschi (Partito Democratico), M. Campaniello (Partito Democratico), M. Gaigher (Partito Democratico), R. Monticelli (Partito Democratico), C. Mazzanti (Partito Democratico), R. Iovine (Partito Democratico), C. Ceretti (Partito Democratico), V. Naldi (Partito Democratico), M. Santori (Partito Democratico), M. De Martino (Partito Democratico), G. De Giacomi (Partito Democratico),  L. Bittini (Partito Democratico).